Bulgaria e Covid-19, immunità di gregge nel 2040?
27 gennaio 2021
Diciannove anni. Tanto ci metterà la Bulgaria a vaccinare almeno il 70% della propria popolazione dal Covid-19 con l'attuale ritmo delle vaccinazioni. È questo il calcolo fatto da Politico e pubblicato nei giorni scorsi.
Tutti i paesi dell'UE sono in difficoltà, e sembrano oggi molto lontani dall'obiettivo dichiarato di vaccinare sette persone su dieci entro la fine dell'estate. C'è però chi fa meglio e chi fa peggio: fanalino di coda, ancora una volta, è la Bulgaria, che – sempre secondo il calcolo di Politico – ai ritmi attuali a settembre avrà vaccinato appena il 3% dei suoi abitanti.
Le cose, si spera, dovrebbero migliorare con l'approvazione di nuovi vaccini, primo fra tutti quello di AstraZeneca. Al momento attuale, però, le cose procedono a rilento, soprattutto in Bulgaria.
Fino ad ora (dati del 24 gennaio) poco più di 26mila bulgari hanno ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer/BioNTech, 4600 hanno assunto anche la seconda. E con 353 vaccinati su 100mila abitanti, la Bulgaria è solidamente all'ultimo posto nella classifica UE.
Il governo di Sofia si è giustificato con le difficoltà incontrate dai produttori nel rispettare le consegne, ma i ritardi sono un problema generale, che dovrebbe essere superato nelle prossime settimane e mesi.
Nonostante la partenza a rilento, le autorità hanno mostrato ottimismo: secondo il professor Todor Kantardzhiev, direttore del Centro nazionale per le malattie infettive, “con un po' di ottimismo, potremmo avere 1,5-2 milioni di vaccinati per la fine di agosto”.
Per raggiungere l'obiettivo, sempre secondo Kantardzhiev, la Bulgaria non si preclude nessuna strada, e potrebbe acquistare se necessario i vaccini russo e cinese, come fatto recentemente dalla vicina Serbia.
La vera sfida, però, deve ancora arrivare. In attesa dei vaccini, il governo non ha ancora specificato chiari obiettivi temporali nel proprio piano vaccinale, né previsto la creazione di centri dedicati alle vaccinazioni, o di un sistema elettronico per la gestione di un processo che coinvolgerà milioni di persone in un lasso relativamente breve di tempo.
Come se non bastasse, almeno in questa fase, i bulgari si sono dichiarati particolarmente scettici rispetto alle vaccinazioni stesse: secondo un sondaggio riportato da Deutsche Welle a fine dicembre, solo un terzo degli intervistati si dichiarava pronto ad essere vaccinato.
E il trasporto delle prime dosi di vaccino, affidate ai camion frigorifero di una nota ditta di salumi – oltre a suscitare ilarità e a scatenare la penna dei caricaturisti – non sembra aver contribuito a rassicurare i tanti che, nel paese, continuano a temere la cura più della malattia.