Guerra ibrida, migrazioni, terrorismo: la Bulgaria, la Nato e il pericolo russo
29 agosto 2014
Guerre ibride, dipendenza energetica, propaganda russa, fallimento dello stato, terrorismo, migrazioni... “La Bulgaria è in un'area della comunità euro-atlantica a forte concentrazione di rischi e minacce”. La frase è tratta da “Prospettiva 2020: la Bulgaria e la Nato in materia di difesa europea”, rapporto strategico redatto dal ministero della Difesa bulgaro che verrà presentato al prossimo vertice della Nato, previsto a Cardiff il 4 e 5 settembre.
“La propaganda attiva e totale implementata dalla politica russa attraverso alcuni attori economici e politici, attraverso media e Ong è da considerarsi come una guerra dell'informazione che minaccia l'integrità delle istituzioni e dello stato attaccando direttamente i valori nazionali, lo spirito di cittadinanza e la volontà”, mette in guardia il rapporto.
Secondo il ministero della Difesa bulgaro la guerra di propaganda è motivata dalla situazione in Ucraina e dalle ambizioni a lungo termine della Russia di ristabilire la propria influenza nello spazio post-sovietico. Altra minaccia sarebbe rappresentata dalla “guerra ibrida”, che combinerebbe guerra convenzionale, guerriglia, cyberguerra e guerra dell'informazione.
Secondo l'analisi ogni anno, da qui al 2020, la Bulgaria dovrà investire il 2% del proprio Pil alla Difesa, di cui il 10-15% dedicato all'acquisto di nuovi armamenti. Il rapporto insiste sulla necessità di acquistare tre nuove fregate, sistemi di difesa aerea, siluri, radar 3D e un elicottero drone. A tutto questo andrebbero aggiunti – se condo il rapporto – 100-120 veicoli da combattimento.
Solo così le forze di difesa bulgare per il rapporto saranno in grado di partecipare al Sistema di sorveglianza terrestre Nato, progetto comune a 14 stati membri dell'Alleanza euro-atlantica.