La Bulgaria in piazza contro la violenza domestica

3 agosto 2023

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Decine di migliaia di persone in piazza, a Sofia e nelle maggiori città bulgare, per urlare “Non una di più”, e protestare contro la passività delle istituzioni per combattere, prevenire e punire la violenza domestica e di genere nel paese.

A spingere tante persone in strada è stato l’ennesimo episodio di cronaca, stavolta avvenuto a Stara Zagora, città della Bulgaria centrale. Qui a fine giugno – ma l’episodio è divenuto di pubblico dominio soltanto un mese più tardi – una ragazza di diciotto anni è stata aggredita in casa da un uomo mascherato in circostanze ancora da chiarire.

L’aggressore ha usato un taglierino - provocando profonde ferite alla ragazza - e le ha rasato parte dei capelli, come accertato dai medici del pronto soccorso dell’ospedale cittadino. Presto le indagini si sono concentrate sull’ex fidanzato, Georgi Georgiev, che avrebbe aggredito la ragazza per gelosia.

L’uomo, con precedenti penali per aggressione, è stato inizialmente accusato dalla procura per “ferimento di media entità”, che prevede l’arresto preventivo dell’accusato. In seconda istanza, però, il giudice ha deciso che - nonostante il sadismo dell’aggressione, non essendo la vittima in pericolo di vita – l’accusa andava derubricata a “ferimento lieve”. In seguito alla decisione, lo stesso Georgiev è stato liberato in attesa di processo.

Tutte decisioni che hanno provocato una vera ondata di sdegno quando la notizia è diventata di dominio pubblico a fine luglio. Le migliaia di persone scese in piazza hanno chiesto – ancora una volta – un’azione decisa delle istituzioni per prevenire la violenza domestica e di genere, e una risposta coerente da parte del sistema giudiziario. Dopo l’inizio delle proteste, Georgiev è stato nuovamente arrestato, pur proclamando la propria innocenza.

Il caso di Stara Zagora è esploso in Bulgaria dopo i nuovi e lungamente attesi emendamenti alla legge sulla violenza domestica, che hanno l’obiettivo di rendere più facile l’accesso alla giustizia per le vittime. Secondo attivisti e avvocati, però, il nuovo testo, pur rappresentando un passo avanti, lascia molte delle questioni aperte ancora irrisolte.

La Bulgaria è uno dei paesi europei a non aver approvato la Convenzione di Istanbul. Il documento è stato inizialmente sottoscritto dal governo di Sofia nel 2018, ma durante il percorso di approvazione parlamentare il testo è divenuto centro di polemiche sempre più accese. Nel 2020 la Corte costituzionale ha decretato che la Convenzione non è in linea con la costituzione bulgara, bloccandone di fatto l’adozione finale.