Sofia, manifestanti contro i “green pass” provano ad entrare nel parlamento
13 gennaio 2022
La manifestazione di ieri a Sofia di “Vazrazhdane” (Rinascita) il partito nazionalista bulgaro approdato per la prima volta in parlamento grazie ad una campagna contro vaccini e misure anti-pandemiche, è sfociata in momenti di forte tensione, quando i manifestanti hanno tentato di forzare il cordone di polizia ed entrare nel palazzo del parlamento.
Anche grazie al fatto che le forze dell'ordine erano disarmate, gli scontri sono rimasti comunque contenuti, e alla fine il bilancio è di cinque poliziotti feriti in modo lieve.
Già da tempo Vazrazhdane e il suo leader, Kostadin Kostadinov avevano minacciato di portare in piazza i propri sostenitori per chiedere l'interruzione delle misure che mirano a contenere la diffusione del Covid-19, compreso l'obbligo di “green pass” per la maggior parte delle attività al coperto.
Durante la manifestazione, annunciata come pacifica, la tensione è presto salita, soprattutto quando gli stessi deputati del partito hanno invitato i propri sostenitori – tutti senza mascherina - a forzare le porte del “Narodno Sabranie”, il parlamento di Sofia.
Dopo che lo scontro è rientrato, i manifestanti, più di mille secondo la maggior parte delle stime, hanno sfilato nel centro della capitale bulgara, per fermarsi sia davanti al Consiglio dei ministri che al ministero della Salute.
Dal governo del nuovo primo ministro Kiril Petkov la risposta è stata piuttosto conciliante. Lo stesso premier, attualmente in quarantena, ha invitato i manifestanti ad un incontro previsto per domani. Petkov ha più volte ribadito che la linea del governo è quella di stimolare le vaccinazioni, ma senza alcuna imposizione.
Anche perché alcuni partner chiave della coalizione di governo, come il movimento “C'è un popolo così” del popolare showman Slavi Trifonov, condivide l'avversione di “Vazrazhdane” al “green pass”, ma non si è aggregato alle proteste “per senso di responsabilità”.
Nei giorni scorsi lo stesso partito nazionalista aveva vissuto momenti di imbarazzo quando era emerso che alcuni tra i suoi membri più apertamente scettici contro i vaccini sono in realtà vaccinati. Come il segretario del movimento Nikolay Drenchev, che aveva dichiarato: “Finché non mi puntano una pistola alla testa, non mi vaccino”, per poi dover ammettere di aver ricevuto il monodose Janssen lo scorso agosto.
Nonostante le forti critiche ricevute dopo l'emergere di tali contraddizioni, “Vazrazhdane” ha però annunciato che continuerà con le proteste, che raccolgono il malcontento di buona parte della popolazione, colpita dalla pandemia anche dal punto di vista economico e sociale.
In Bulgaria l'atteggiamento generale verso le misure anti-pandemiche resta scettico. Un dato visibile soprattutto nel tasso di vaccinazione, che è attualmente sotto il 30%, record negativo nell'Unione europea. Il paese, che con l'arrivo della variante Omicron è attualmente in piena quinta ondata, tanto che la manifestazione di ieri coincide col record assoluto di contagi giornalieri, arrivati a 7062.
La Bulgaria fa registrare cifre record a livello mondiale sulla mortalità da Covid-19: nella statistica ufficiale, i morti a causa del virus da inizio pandemia sono 31.838. Secondo i dati dell'Istituto nazionale di statistica, il 2021 è stato l'anno con più morti dal 1918, con una mortalità complessiva di circa 150mila persone, contro una media degli anni pre-pandemia (2016-19) di circa 108mila.