Vertice Balcani Occidentali-Ue: a Sofia un mini-mercato comune e litigi storico-nazionali

11 novembre 2020

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Un poco ambizioso "mercato economico regionale" e un ipotetico "piano verde" per il 2050. Sono gli unici passi in avanti del vertice di Sofia che martedì ha riunito i leader dei Balcani occidentali nell'ambito del Processo di Berlino. Un incontro reso più difficile dai diverbi tra Bulgaria e Macedonia del Nord.

"L’istituzione di un mercato regionale comune è di grande importanza per i 20 milioni di persone che vivono nei paesi balcanici", ha detto l'ospite dell'incontro, il primo ministro bulgaro Boyko Borissov. "L'idea di interconnessione è al centro del processo di Berlino", ha aggiunto il primo ministro macedone Zoran Zaev. Lanciato nel 2014 da Angela Merkel per offrire un'alternativa allo stallo del processo di allargamento, il Processo di Berlino mira a rafforzare la cooperazione regionale e sostenere gli sforzi per l'integrazione europea.

L’accordo firmato nella capitale bulgara prevede una serie di incentivi: riduzione delle commissioni bancarie transfrontaliere, rimozione delle barriere tecniche per il commercio, coordinamento delle politiche di investimento, riconoscimento delle qualifiche professionali su tutto il territorio e promozione del commercio elettronico.

Il commissario dell'UE per l'allargamento Oliver Varhelyi ha affermato che è già in atto un forte piano di investimenti per sostenere lo sviluppo dei Balcani occidentali. In tutto potranno essere mobilitati nove miliardi di euro di sussidi, integrati dal nuovo meccanismo di garanzia, che dovrebbe consentire investimenti per almeno 20 miliardi di euro. Secondo il commissario ungherese, questi investimenti potrebbero potenzialmente portare al 3,6% della crescita del PIL nella regione.

I paesi dei Balcani occidentali hanno inoltre approvato una loro "Agenda verde", che tra l'altro mira a ridurre a zero le emissioni di CO2 entro il 2050.

Il vertice è stato co-presieduto dai primi ministri bulgaro e macedone Boyko Borissov e Zoran Zaev ed è stato condizionato dalla disputa di carattere storico e linguistico attualmente in atto tra Bulgaria e Macedonia del Nord, con Sofia che ha persino minacciato di bloccare l'apertura formale dei negoziati di adesione di Skopje. "Il processo di Berlino è sempre accompagnato dalla riconciliazione", ha ammonito la cancelliera tedesca Angela Merkel, intervenuta in video. "Spero che sarà così anche in futuro. "

Ai due paesi confinanti rimane una sola settimana per superare le divergenze: a breve infatti i 27 paesi membri Ue dovrebbero adottare all'unanimità il quadro negoziale per l’integrazione Ue della Macedonia del Nord consentendo così che entro la fine del 2020 il Consiglio europeo possa segnare ufficialmente l'avvio dei negoziati di adesione.

Link: Le Courrier des Balkans

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