Grozny, Cecenia - @Ekaterina Kokoreva/Shutterstock

Nelle regioni del Caucaso del Nord si sta diffondendo la preoccupazione per il Covid-19. Per il momento la situazione sembra sotto controllo, ma la popolazione fatica a fidarsi delle informazioni diffuse dalle autorità

20/03/2020 -  Roberta Bertoldi

In Russia si stanno registrando in questi giorni casi di persone contagiate da coronavirus. I numeri sembrano essere ridotti: fino a ieri nella Federazione erano 199 con un solo decesso. Il primo caso riguardante il Caucaso del Nord si è registrato il 12 marzo scorso, nel Territorio di Krasnodar.

Tra il 17 e il 18 marzo in diverse regioni del Caucaso sono scattate misure di contenimento dell’epidemia con nuove regole volte ad arginare la situazione. Chiusi i musei, i cinema, i teatri. Le università di alcune regioni della Russia meridionale hanno chiuso e attivato lezioni on-line. Questo vale ad esempio per la Cecenia, il Territorio di Stavropol, Cabardino-Balcaria, mentre le autorità dell’Ossezia del Nord hanno dichiarato di trovare questa misura al momento eccessiva. Per precauzione, le autorità cecene hanno prolungato le vacanze scolastiche di primavera fino al 25 aprile.

In seguito a queste disposizioni e alla diffusione sui social network di varie notizie allarmistiche, molti cittadini ceceni hanno dato l’assalto ai supermercati facendo grandi scorte alimentari e acquistando maggiori quantità di prodotti igienico-sanitari. Nelle farmacie della regione le mascherine sono introvabili e i prezzi sono aumentati sensibilmente.


L'assalto ai supermercati a Grozny nel video postato il 18 marzo sulla pagina Instagram di Chechnya Today


Il capo della Cecenia, Ramzan Kadyrov e il Mufti Salah Mezhiyev hanno invitato la popolazione a non farsi prendere dal panico. Nel suo appello Kadyrov ha esortato tutti "a fidarsi della volontà dell'Onnipotente Allah e non arrendersi alle provocazioni. Coloro che stanno diffondendo false informazioni e spingono gli altri nel panico dovranno scusarsi ed essere ritenuti responsabili per le loro azioni".

Le parole di Kadyrov non hanno convinto però la popolazione. Secondo Caucasian Knot le chiamate a non farsi prendere dal panico sono state ignorate a causa della sfiducia nei confronti delle autorità.  Numerosi sono coloro che si stanno recando in Daghestan a fare acquisti massicci: "Portiamo cibo con la nostra auto da Chasavjurt (Daghestan) fino al nostro negozio. Ieri siamo rimasti in fila per quattro ore, non siamo riusciti a raggiungere il magazzino con le patate. C'erano molte macchine e quasi tutte avevano numeri di targa della nostra regione. La maggior parte, a quanto ho capito, ha comprato tutto ciò che si poteva, per rivendere poi a casa in seguito", ha dichiarato un commerciante ceceno al corrispondente di Caucasian Knot.

Se in un primo momento si è potuto pensare che l’acquisto sfrenato di prodotti fosse correlato alla sindrome post-traumatica in una popolazione duramente provata dalla guerra di dieci anni fa, il professor Alexei Malashenko, ricercatore scientifico per il Dialogue of Civilizations Institute, ha fatto notare come "i ceceni, si stiano comportando esattamente come i tedeschi e gli italiani”.

Anche secondo Galina Arapova, direttrice del Mass Media Defence Centre, il panico in Cecenia non è legato alle guerre vissute dalla popolazione, ma alla sfiducia verso le autorità che forniscono informazioni parziali ai giornalisti. "La questione non è la fiducia nei giornalisti, ma negli organismi autorizzati. I giornalisti lavorano rapidamente, il coronavirus è l'argomento numero uno oggi. Però i giornalisti non forniscono informazioni, ma le ricevono dalle autorità. Sembra che al momento non ci stiano dicendo nulla", ha dichiarato a Caucasian Knot.

Non basta a tranquillizzare la popolazione cecena la dichiarazione di Musa Akhmadov, che dirige il quartier generale delle operazioni speciali per contrastare la diffusione del coronavirus, che ha assicurato che non esiste un singolo caso di coronavirus in Cecenia. Ci sarebbero, al momento in cui scriviamo, solo 12 persone in quarantena per contatti sospetti o perché di ritorno da un viaggio in Italia.

Per tutte le regioni caucasiche sono state attivate delle linee telefoniche alle quali i cittadini possono rivolgersi per qualsiasi necessità e richiesta di informazione.

Le notizie sulla situazione nelle diverse regioni del Caucaso del Nord si susseguono come per altri paesi con grande rapidità. Per un costante aggiornamento invitiamo i lettori a consultare la pagina del nostro partner Caucasian Knot .


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