I Croati sono sempre più indebitati, e poveri. Alle stelle i prezzi degli alimentari, mentre cominciano a farsi sentire anche gli effetti del rinvio dei negoziati di adesione all'UE. Il Paese ha superato la cifra di 30 miliardi di dollari di debito estero

29/03/2005 -  Drago Hedl Osijek

Il trentacinquenne Kristijan, di Osijek, quarta città della Croazia, ha pubblicato un annuncio sul giornale locale offrendo in vendita il proprio rene per 25.000 euro. Kristijan è divorziato, disoccupato, non è in grado di pagare gli alimenti o di restituire i debiti contratti, e considera la vendita di un rene come unica soluzione per uscire dalla sua difficile situazione.

Il suo caso ha messo drammaticamente in primo piano la questione della crescente povertà in Croazia. Dati recentemente pubblicati mostrano che un cittadino su sei - circa 730.000 persone in tutto - riceve un salario mensile inferiore alle 1.604 kune (circa 212 euro) che, secondo le tabelle dell'Unione Europea, è considerata la soglia della povertà. I sondaggi della Caritas croata mostrano, inoltre, che in Croazia una famiglia su tre vive ai limiti della povertà e ha bisogno di qualche forma di aiuto. I pensionati sono nella situazione peggiore. Dei circa 1.020.000 pensionati in Croazia, 465.000 ricevono pensioni inferiori alla soglia di povertà.

Ogni Croato che lavora deve alle banche 61.000 kune (circa 8.100 euro), l'equivalente di circa due redditi medi annui. Una gran parte di questi debiti sono relativi all'acquisto di automobili, mutui per gli appartamenti e così via, ma una parte rilevante della popolazione si indebita per pagare le bollette di gas e elettricità, mentre alcuni sono costretti a indebitarsi per mangiare. I cittadini sono quindi nella stessa situazione del Paese - sono indebitati fin sopra i capelli e una gran parte delle loro modeste entrate deve essere spesa per ripagare i debiti.

Il debito estero croato ha superato i 30 miliardi di dollari e, per restituire i pagamenti dovuti, il Paese deve indebitarsi ulteriormente. Il governo del Primo Ministro Ivo Sanader afferma di essere riuscito a rallentare il ritmo dell'indebitamento estero, ma l'opposizione è di altro avviso. Radimir Cacic, ex Ministro dell'Edilizia durante il governo del Primo Ministro socialista Ivica Racan (che ha perso le elezioni nel 2003), ritiene che il governo Sanader, solo nell'ultimo anno, ha creato nuovo debito estero per ulteriori 2,5 miliardi di dollari.

Di questi soldi, non è stato speso niente per lo sviluppo ma - secondo l'opposizione - è andato tutto per le spese. L'opposizione mette in guardia contro la nuova crescita della disoccupazione, sottolineando che nei primi due mesi dell'anno il numero delle persone che cercano un impiego è aumentato a 12.000, e che ora la Croazia ha 330.000 persone nelle liste del collocamento. Il tasso di disoccupazione, così, è salito a circa il 20%.

L'opposizione ammonisce anche rispetto alla preoccupante crescita dell'inflazione, che solo nell'ultimo mese è ammontata al 3,3%. I Croati sentono questo fardello: i prezzi di frutta e verdura sono impazziti, e insalata, pomodori e cetrioli oggi costano il doppio rispetto all'anno scorso. Il governo lo spiega come conseguenza di un inverno lungo e eccezionalmente freddo, e con gli aumenti nel prezzo del gas, fattori che combinati tra di loro avrebbero causato spese maggiori nella produzione delle verdure novelle. Per i cittadini, però, questo non rappresenta una grande consolazione.

Zorica Jankovic, proprietaria di un piccolo negozio a Slatina, in Slavonia, regione prevalentemente agricola, spiega quanto la gente sia cauta nel fare la spesa. I clienti di Zorica stanno attenti letteralmente ad ogni singola kuna. Nel suo negozio ci sono due tipi di salsicce simili - una a 14,90 kune e l'altra a 15,50. Nonostante la differenza di prezzo sia trascurabile, 60 lipe (8 centesimi) - tutte le salsicce a costo inferiore sono vendute prima delle altre, afferma la commerciante.

Lo slogan che aveva aiutato l'attuale Primo Ministro Ivo Sanader e la sua Unione Democratica Croata a vincere le elezioni dell'anno scorso era "Facciamo muovere la Croazia". Promettevano di rafforzare l'economia e di provvedere ad una più rapida crescita economica, posti di lavoro, aumento di salari e di fondi per i pensionati, arrestando il già enorme debito estero del Paese. Dopo un anno e mezzo di governo, tuttavia, non hanno raggiunto nessuno di questi obiettivi.

L'opposizione accusa ora Sanader di ignorare completamente gli affari interni e i problemi del Paese e di aver giocato tutte le proprie carte in questo anno e mezzo per cercare di arrivare all'apertura dei negoziati con l'Unione Europea. Allo stesso tempo è emerso, secondo l'opposizione, che il governo Sanader non ha nessun piano per l'economia né una strategia per lo sviluppo del Paese. Ora che l'avvio dei negoziati è rimandato fino ad ulteriore comunicazione, e che il Paese affronta difficoltà economiche, il governo semplicemente non ha niente da proporre.

Gli economisti ammoniscono rispetto al ritardo nell'apertura dei negoziati di adesione della Croazia all'Unione Europea, asserendo che questo ritardo ha già cominciato a mostrare i propri effetti negativi. La borsa valori di Zagabria ha infatti mostrato una caduta nelle azioni di tutte le principali società, interpretata come conseguenza diretta del ritardo nella apertura dei negoziati con l'UE.

Il peggio, secondo gli economisti, potrebbe essere proprio dietro l'angolo. Se il ritardo durerà a lungo e i negoziati non inizieranno quest'anno, Zagabria potrebbe dover affrontare difficoltà molto peggiori. Il rating del Paese potrebbe venire seriamente compromesso, il che significherebbe non solamente maggiori difficoltà nell'ottenere nuovi crediti, ma anche che questi sarebbero più cari. Per funzionare e restituire i pagamenti, alla Croazia serve una iniezione di denaro fresco corrispondente a circa mezzo miliardo di dollari al mese.

"I cittadini hanno cominciato a comportarsi proprio come il Paese", dichiara un economista. "Quando non hanno soldi, vanno in banca per farsi dare dei crediti. Il problema, tuttavia, è che ci sono sempre meno persone in Croazia che riescono ad ottenere dei crediti. E il problema vero sarà quando lo stesso accadrà al Paese".


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