In viaggio verso la Croazia d'Europa
26 giugno 2013
Lunedì pomeriggio. Viaggio verso Fiume, attraversando la Slovenia sulla strada che dal confine italiano di Pese arriva alle porte della Croazia, paese per pochi giorni ancora fuori dall'Ue. Un avvicinamento silenzioso, nell'assenza totale di traffico e immersa nel bellissimo paesaggio di questa parte d'Istria, verso la nuova apertura europea.
Al confine di Starod gli sloveni mi fan cenno di passare senza nemmeno chiedere la carta d'identità. Alla frontiera croata, poche decine di metri prima dalla barriera del controllo documenti, a destra c'è una nuova colonna di cartelli. Il primo in alto riporta la scritta "Granični prijelaz", passaggio di frontiera, quello più in basso ha disegnata la bandiera croata e il nome del paese. Tra di loro un cartello nascosto da un velo di plastica grigia. Si intravede in trasparenza la bandiera blu con le stelle gialle dell'Ue.
In un luogo dove fino a ieri si trovavano parcheggiate numerose auto della polizia di frontiera e si assisteva ad un continuo via vai di addetti con facce indaffarate, oggi c'è aria di dismissione. Una sola poliziotta in piedi fuori dagli uffici. Nessuna auto di servizio.
Il poliziotto nel gabbiotto mi chiede documento di identità e libretto dell'auto. Ha un'espressione tranquilla, quasi sollevata. Diversamente dalle decine e decine di volte che ho attraversato questo confine. Mentre mi restituisce con un sorriso le mie carte, gli dico: "Tra poco in Europa!". Lui allarga il sorriso, alza verso l'alto il pollice della mano destra e io gli rispondo con lo stesso gesto. In un attimo aggiunge un altro gesto, assumendo un'espressione a metà tra lo speranzoso e una sottile preoccupazione: alza la mano sinistra e incrocia le dita.
Arrivo a Fiume, prima tappa del mio viaggio verso Zagabria. A cena con mio cugino, dove mischiamo italiano e croato, si parla di attualità, problemi comuni all'Italia e alla Croazia. La parola Europa si ripete più volte durante la serata. Di sicuro, l'aria che si respira è di un evento unico, nonostante lo scetticismo che aleggia nella popolazione e l'alto assenteismo delle elezioni europee di due mesi fa. Persino mio cugino, che è andato a votare, ammette che fino a pochi giorni fa non ha provato alcuna aspettativa o particolare attesa, rispetto a questo primo luglio. Ma ora, dice, ora si sente che qualcosa di importante sta accadendo.
Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l'Europa all'Europa.