Brochure progetto europeo - foto Davide Sighele

Brochure progetto realizzato da Ponikve - foto Davide Sighele

Siamo andati ad esplorare come funziona una municipalizzata multiservizio sull'isola di Veglia (Krk). E a capire come riesce ad attirare e investire risorse europee, per affrontare le sfide di un'isola ad alta attrazione turistica, nella direzione di uno sviluppo sostenibile

03/07/2023 -  Davide Sighele

Sull'isola di Veglia (Krk), nord dell'Adriatico, i comuni si sono alleati in una municipalizzata, Ponikve, che gestisce: raccolta dei rifiuti, fognature, rete idrica e in parte produzione di energia elettrica. E che è divenuta un fondamentale punto di riferimento per attrarre e investire risorse europee. Abbiamo incontrato Dejan Kosić, direttore tecnico dell'azienda municipalizzata.

“Collaboriamo con molti partner italiani, anche per i progetti europei (Horizon, Interreg, etc.). Di recente, ad esempio, ho parlato con uno dei miei partner italiani riguardo alla possibilità di fare insieme nuovi progetti Interreg tra Italia e Croazia di cui è uscito un nuovo bando europeo. Poi in futuro vorremmo coinvolgere anche altri paesi dell’est Europa, come la Macedonia e il Kosovo”, non perde tempo Kosić e nei suoi uffici di una palazzina alla periferia della cittadina di Veglia, tanto spazio attorno ed i colori del mare che si intravvedono all'orizzonte, ci parla già dei progetti per il futuro.

Stazione di ricarica bici elettriche - foto Davide Sighele

Torniamo un attimo indietro, avete da poco concluso un rilevante progetto nel contesto del programma Interreg Italia-Croazia...

Sì il progetto DEEP-SEA , concluso a fine 2022. Ci ha permesso di realizzare alcuni programmi pilota: uno qui sull’isola di Veglia, un altro più a sud, sull’isola di Solta (Šolta), poi un altro ancora in Italia, nella provincia di Foggia, e uno a Trieste. Abbiamo creato un sistema micro-grid con pannelli fotovoltaici e batterie, e con stazioni di ricarica per veicoli e barche elettriche. Sono le prime stazioni per barche elettriche in Croazia.

Abbiamo anche realizzato una stazione di ricarica per bici e scooter elettrici. L’idea era quella di permettere non solo ai turisti, ma a tutte le persone che vengono sull’isola con un’auto elettrica, di utilizzare gratuitamente bici e scooter elettrici mentre aspettano che il loro veicolo si ricarichi. Abbiamo coinvolto anche diverse realtà locali che operano nel settore turistico, comprese alcune agenzie di viaggio, elaborando un’offerta tra ristoranti e vari siti di interesse per chi volesse conoscere la nostra isola mentre aspetta la ricarica della propria auto o barca elettrica.

Come azienda, come venite coinvolti in questi progetti europei, come ad esempio gli Interreg? Vi arrivano delle proposte o siete voi ad essere protagonisti direttamente?

Alcune volte siamo noi i protagonisti, altre volte invece ci viene proposta una collaborazione, come nel caso del progetto di cui abbiamo parlato, nel quale ci hanno proposto di sostituire un partner che era uscito dal progetto. Per quanto riguarda invece un progetto Horizon 2020, di cui magari parleremo dopo, siamo stati noi a proporre l’idea.

Attualmente stiamo elaborando una nuova idea che vorremmo proporre nell'ambito dell'Interreg Italia-Croazia. L’idea è di sondare la presenza di plastica e altri rifiuti in mare, nello specifico in una baia vicino a Baška, la cosiddetta Puntarska Draga dove si trova anche un punto di attracco per le imbarcazioni (Marina Punat ), e in altre tre località: nella Laguna di Venezia, in una località nel sud Italia e in una nel sud della Croazia. Una volta stabilita la quantità di rifiuti sottomarini esistenti, proveremo a risolvere il problema.

Dalla parte italiana si pensa di ripulire i fondali con un robot con un sistema GPS, dalla parte croata invece abbiamo un’altra tecnologia, altrettanto moderna, che permette di trasformare i rifiuti sottomarini in idrogeno, che poi può essere utilizzato per produrre energia elettrica, a sua volta utilizzata per alimentare quei robot che puliscono i fondali. Questa è un’idea che attualmente stiamo elaborando e speriamo di riuscire a proporla.

Quindi, al vostro interno avete del personale competente sui bandi europei… ormai è una cosa normale per voi occuparvene?

Sì, certo. Ormai parecchi anni fa, subito dopo l’adesione della Croazia all’UE , abbiamo fatto un corso di project management per i progetti europei. Eravamo in sedici: oltre ai dipendenti della nostra azienda, c’era anche un impiegato di una delle municipalità dell’isola. Sull'isola ci sono sette municipalità, abbiamo stretti rapporti con loro perché siamo un’azienda municipalizzata e collaboriamo anche sui progetti europei.

Questa competenza sta portando risorse rilevanti per lo sviluppo del territorio?

Sì, secondo me sì. Siamo impegnati in progetti europei in diversi ambiti.

Per lo sviluppo di Veglia, cosa è stato importante?

Innanzitutto la costruzione del ponte di collegamento con la terraferma, nel 1980. Dopo la costruzione del ponte la situazione è decisamente cambiata. Per esempio negli anni Cinquanta e Sessanta, i miei genitori erano andati a lavorare a Fiume perché qui sull'isola non si viveva così bene. In quel periodo molti abitanti sono emigrati all’estero, in America, in Italia, io ho molti parenti anche in Germania. Poi con il ponte è giunta una svolta positiva non solo per quanto riguarda il turismo, ma lo sviluppo dell’isola in generale. Ecco, anch’io sono tornato sull’isola. E poi è arrivata l’adesione all’Unione europea. Penso che possiamo essere soddisfatti dell’UE, abbiamo tante nuove possibilità, possiamo sviluppare le idee, metterci in contatto con altre città e paesi europei.

Non è certo scontato siate riusciti ad attrarre queste risorse europee. In alcuni paesi relativamente benestanti gli enti locali, non avendo avuto bisogno in passato di particolari risorse, non hanno sviluppato grandi competenze interne sulla progettazione europea… non servivano, e adesso si stanno perdendo molte opportunità....

È importante anche fare rete, collaborare. Qui a Veglia in molte occasioni i politici sono riusciti a trovare sintonia, portando avanti una politica comune. Credo che proprio questo aspetto abbia contribuito di più allo sviluppo dell’isola. Perché noi siamo consapevoli di vivere su un’isola, di essere isolani. Abbiamo sì il ponte, ma pur sempre siamo un’isola. Quindi dobbiamo pensare cosa è meglio per l’isola, per noi, per i nostri figli, per il futuro. Se invece si ragiona in base all’appartenenza ad un partito politico o l’altro, allora non si arriva da nessuna parte.

Progetto Sacco blu - foto Davide Sighele

Poi recentemente avete lavorato ad un progetto Horizon 2020...

È un progetto di ricerca (InNoPlastic ) di cui una parte abbiamo ideato noi, anche se non siamo l’ente capofila. Da noi è partita l’idea su come pulire le spiagge dell’isola. Alcuni anni fa abbiamo realizzato un progetto denominato Plava Vreća (Sacco Blu ). Ci siamo chiesti: come possiamo pulire tutte le spiagge dell’isola? Perché noi, come azienda comunale, di solito puliamo solo le spiagge comunali, non anche quelle lontane e isolate, magari raggiungibili solo con una barca. Quindi, abbiamo pensato di distribuire sacchetti a persone che frequentano queste spiagge (turisti, pescatori, proprietari delle barche) per incoraggiarli a raccogliere i rifiuti trovati sulla spiaggia. Tutti sappiamo di non poter lasciare immondizia sulle spiagge, ma nessuno si sente obbligato a raccogliere rifiuti portati dal mare o dal vento.Abbiamo anche cercato di spiegare alle persone che i rifiuti che finiscono sulla spiaggia in un certo senso sono già puliti per effetto del sale marino e del sole, quindi non bisogna avere paura di raccoglierli. E poi basta dedicare cinque minuti del proprio tempo per riempire di rifiuti un sacchetto. Abbiamo calcolato che, se ogni visitatore o pescatore dovesse riempire anche un solo sacchetto all’anno, le spiagge sarebbero pulite. Inoltre, abbiamo organizzato un concorso per il miglior racconto o fotografia, premiando i vincitori con un weekend in uno degli alberghi dell’isola. Non potevamo premiare tutti i partecipanti all’iniziativa, ma per tutti la più grande ricompensa sono le spiagge pulite.

Questo progetto è andato avanti per alcuni anni, poi abbiamo pensato di ampliarlo utilizzando nuove tecnologie. L’idea era quella di utilizzare un robot che di giorno “prende il sole”, ricaricando così le batterie, poi di notte, quando non c’è nessuno in spiaggia, raccoglie i rifiuti. Abbiamo contattato un’azienda croata che ritenevano capace di crearne uno con queste caratteristiche, e infatti lo stanno sviluppando, hanno quasi finito.

Poi abbiamo pensato di riutilizzare i rifiuti raccolti sulle spiagge trasformandoli in prodotti che possano essere utilizzati in spiaggia. L’idea iniziale era di creare le sedie a sdraio per la spiaggia, però serviva una grande stampante 3D che costava troppo. Quindi, abbiamo acquistato una stampante più piccola, cercando poi di capire cosa potevamo creare. Qualcuno ci ha suggerito di fare dei coni per la cenere e i mozziconi - che tra l’altro già distribuiamo ai turisti - ma volevamo che fosse un prodotto per tutti, non solo per i fumatori. Così ci è venuta in mente l’idea di creare degli occhiali da sole.

Poi ci siamo resi conto che sulle spiagge si trovano tanti polimeri: polipropilene, polietilene (sia a bassa che ad alta densità), PET e un po’ di polistirene. Il polipropilene lo utilizziamo per produrre i bidoni per la raccolta differenziata. Recentemente sono andato ai Caraibi, all’isola di Saint-Martin, territorio olandese, per incontrare uno dei partner del progetto, quindi ho portato con me il primo modello di cestino ottenuto dalla plastica riciclata. Alla fine lo hanno regalato alla famiglia reale che era in visita da quelle parti, anche per far vedere cosa si può produrre dai rifiuti. Quello era il prototipo. A breve però dovrebbero arrivarci i primi 650 pezzi prodotti da un’azienda italiana, Sartori Ambiente . Sono molto bravi, e soprattutto aperti a collaborare, perché poche aziende sono disposte a sperimentare partecipando ad un progetto di ricerca. Questi cestini sono destinati alle scuole e agli asili nido dell’isola. 

Dejan Kosić mostra il cestello in plastica riciclata - foto Davide Sighele

Poi con il polietilene ad alta densità abbiamo realizzato dei cestelli, per ora solo in plastica riciclata al 50%, ma speriamo di arrivare al 100%. Anche questo prodotto è destinato alle scuole, in particolare per la raccolta delle olive - ogni scuola dell’isola ha un uliveto - ma può essere utilizzato anche per la  raccolta dei rifiuti. Con il polietilene a bassa intensità realizziamo invece i sacchetti blu di cui abbiamo parlato prima. Alle persone che hanno una barca regaliamo sacchetti di colori diversi così da poter fare la differenziata direttamente sulla barca.

Da quanti anni c’è la differenziata sull’isola?

Abbiamo cominciato nel 2005 e poi nel 2014, arrivati quasi al 50%, abbiamo capito di dover fare un passo in più, quindi abbiamo introdotto la raccolta porta a porta.

Ci può spiegare, dal punto di vista di chi lavora in un’azienda municipalizzata, quali sono i problemi più grossi da risolvere per via di un impatto turistico così rilevante sull’isola? Perché questa è una situazione molto più difficile da gestire rispetto ad altri territori. I turisti portano risorse, ma portano anche diversi problemi…

L’isola di Veglia è tra le più grandi isole croate, conta 21.000 abitanti, però d’estate abbiamo 150.000 persone, quindi sette volte in più. Per noi questa è la difficoltà più grande, perché bisogna fornire acqua a tutte queste persone. Poi se durante le altre stagioni le precipitazioni scarseggiano, non riusciamo a recuperare quell’acqua. Anche le acque reflue sono un problema, per questo adesso stiamo realizzando un rilevante progetto riguardante le fognature. D’estate c’è molta gente, e di conseguenza anche grandi quantità di acque reflue, d’inverno invece molto meno. Quindi, in alcune parti della rete dobbiamo installare piccoli impianti per bilanciare le portate.

Poi vi è la raccolta differenziata. Sull’isola ci sono circa 30mila case, di queste solo un terzo è abitato tutto l’anno, il resto è costituito da case che vengono affittate. Quindi, non è facile gestire l’ingente afflusso di persone durante l’estate, servono infrastrutture adeguate, risorse umane… Quando sull’isola ci sono 150mila persone è come se fossimo la terza città più grande della Croazia. Poi d’inverno sull’isola restano 20mila abitanti e tutto cambia.

Le vostre risorse sono prevalentemente risorse comunali?

Sì, le risorse derivano dalle tasse comunali. È vero che 20mila abitanti pagano per 150mila persone, ma questo non è un aspetto particolarmente problematico perché chi ha una casa grande e la affitta ai turisti paga di più rispetto a chi ha una casa più piccola solo per uso proprio. Quindi, è un sistema equo, nessuno si lamenta.

Poi rispetto alla raccolta differenziata, c’è anche l’aspetto culturale. I turisti vengono da tutto il mondo, c’è chi è abituato a fare la differenziata, chi invece meno…

Non dispongo di dati certi, ma penso che i nostri turisti per la maggior parte siano tedeschi, seguono gli austriaci, poi un tempo venivano anche molti italiani, sebbene dopo la crisi del 2008 sempre di meno. Anche gli sloveni rappresentano una grossa fetta dei turisti che visitano l’isola di Veglia. Sono spesso persone abituate al concetto di fare la differenziata. C’è poi da dire che il flusso turistico nell’isola di Veglia rappresenta un terzo del flusso nel Quarnaro, ossia l’8% del totale nazionale (prendendo in considerazione sia le seconde case sia le strutture ricettive) e circa il 5,6% (considerando solo le strutture ricettive).

Parcheggio auto elettriche Ponikve - foto Davide Sighele

La vostra azienda si occupa di fognature, acqua e poi?

Anche di rifiuti ed energia elettrica. Abbiamo iniziato ad occuparci di energia elettrica (illuminazione pubblica, stazioni di ricarica per auto elettriche, etc.) nel 2014, poi quest’anno il ramo della nostra azienda dedicato al settore energetico è diventato una realtà a sé stante .

Però non fornisce servizi direttamente ai privati?

No. La nostra azienda è composta da due unità: Ponikve Voda (si occupa di acqua) e Ponikve Eko (rifiuti e fognature). Poi vi è questa nuova azienda Smart Island Krk . Una peculiarità della Ponikve Eko, che impiega quasi metà del personale dell’azienda (120 dei 250 dipendenti), consiste nel fatto che produciamo da soli una quantità di energia sufficiente per le nostre attività. Anzi, produciamo energia in eccesso, grazie ai pannelli fotovoltaici installati sul tetto di un impianto di separazione e selezione dei rifiuti a Treskavac. Una parte è stata installata nel 2012 (grazie ad un prestito garantito dallo stato) e l’altra nel 2018.

 

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Work4Future" cofinanziato dall’Unione europea (UE). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina "Work4Future"

 


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