Un gruppo di intellettuali della ex Jugoslavia scrive una lettera ad Angela Merkel pregandola di far sentire la propria voce in difesa della libertà di stampa in Croazia
Feral Tribune, 7 luglio 2006 (tit. orig. Tko sprječava dotok oglasa Feralu?)
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Ivana Telebak
Rispettabile signora premier dott.sa Merkel,
il suo amichevole, ma deciso, impegno per la libertà e per i diritti umani durante ogni sua visita nei paesi esteri ci ha incoraggiato a rivolgerci a lei con una cordiale richiesta. Ha avuto modo di dimostrare che le questione della libertà e della giustizia sono cose che le toccano il cuore, che la stimolano ad agire e non rappresentano, come per molti altri politici, delle mere storie e vuote promesse. Con questa lettera le chiediamo di essere il nostro intercessore durante la sua visita al premier croato Ivo Sanader.
La situazione in Croazia, a dire il vero, non si può paragonare a quella che c'è in Cile o in Russia, ciò nonostante la situazione concernente i diritti umani non è soddisfacente quando si tratta della libertà di parola e della libertà di stampa. Senza dubbio, la Croazia ringrazia il suo pragmatico premier Ivo Sanader, orientato verso l'Europa, per aver svolto un grande progresso sulla strada verso Bruxelles. Oggi il paese ha una libertà di stampa garantita dalla legge. Ma a dire il vero, in alcuni casi la prassi è completamente diversa. Sì, in Croazia oggi tutti possono scrivere quello che pensano, esiste anche una grande gamma di giornali, fino a quelli dell'estrema destra nazionalista. D'altro canto però, per i rari critici dei media non è facile affrontare una situazione del genere. Si avverte la mancanza di opinioni differenti, che sono di grande importanza per una solida democrazia. Le forze non democratiche hanno direttamente voluto una tale mancanza, così come l'hanno anche sostenuta indirettamente. È stato confermato anche da organizzazioni internazionali come "Reporter senza frontiere" con la loro classifica della stampa, in cui la Croazia occupa il 56simo posto, dietro paesi come la Bolivia, il Mozambico e la Mongolia.
Questa situazione, da noi intellettuali e scrittori provenienti dalla ex Jugoslavia, viene intesa molto seriamente. Desideriamo mostrarle i gravi problemi con l'esempio della rivista indipendente, critica e non di partito, Feral Tribune, fondata da coraggiosi rappresentanti della libertà d'opinione. Il capo redattore Viktor Ivancic ha ricevuto svariati premi e medaglie per il suo audace e solido impegno per la verità e il chiarimento di casi di corruzioni e di crimini di guerra. Molte istituzioni internazionali negli anni passati hanno appoggiato il Feral Tribune, gli appoggi venivano anche da Bruxelles e dall'Helsinki Watch. Ma in modo sistematico nel proprio paese il Feral Tribune non ha ricevuto aiuti, e la situazione finanziaria di questa pubblicazione - tipico esempio di valenza generale per una stampa indipendente - è drammatica.
La rivista, a dire il vero, ha dei lettori fissi, ma in modo mirato si sta cercando di impedire che la redazione incassi le inserzioni dei clienti per finanziare la pubblicazione della rivista. Se qualcuno dell'ambito economico oppure delle ditte e dei complessi industriali esteri, per esempio, quelle tedesche, desiderano mettere un annuncio sul Feral Tribune, subito gli viene consigliato di non farlo. Noi lo sappiamo bene, di prima mano, innazitutto dagli europei occidentali che sono rimasti sconcertati da una prassi del genere, ma poi si tirano indietro fino al momento in cui non ci saranno spiegazioni e un miglioramento della situazione. In questo modo entrambe le parti subiscono dei danni, sia la libertà di pensiero croata che gli investitori esteri.
Ovviamente comprendiamo il malumore del governo croato verso quelle pubblicazioni che lo guardano in modo critico, così come il fatto che il governo non desideri guardare le caricature e la satira sullo stile del britannico Punch. I lettori in Croazia - come succede solitamente nella democratica Gran Bretagna o in Germania - non possono da soli mantenere un giornale del genere finché la prassi continua ad essere quella attuale. Nessun governo democratico dovrebbe esercitare pressioni sugli economisti e sui lavoratori della libertà di parola. Siamo dell'opinione che questa situazione non sia degna di uno Stato che a grandi passi cammina verso l'UE.
L'esistenza di una pubblicazione come il Feral Tribune anche per la Croazia è il miglior biglietto da visita per i diritti e le libertà esistenti, la prova che la democrazia esistente si avvicina ai modelli europei non solo verbalmente nelle pubbliche discussioni. Perciò siamo sicuri, rispettabile signora Merkel, che date le Sue esperienze personali e la provenienza da un paese indipendente, meglio di chiunque altro capirà la nostra richiesta e che quindi nel colloquio con il nostro collega croato riuscirà ad ottenere la sua comprensione per il nostro problema.
Con rispetto
Bogdan Bogdanovic, architetto e scrittore, Vienna-Belgrado
Jagoda Buic-Wuttke, pittrice, Parigi-Venezia-Dubrovnik
Bora Cosic, scrittore, Berlino-Rovinj
Slavenka Drakulic, scrittrice e giornalista, Stockholma-Zagabria
Rajko Grlic, regista, New York-Zagabria
Rada Ivekovic, filosofa, Parigi-Zagabria
Nada Kokotovic, regista teatrale, Kòln-Zagabria
Marusa Krese, poetessa, Graz-Ljubljana
Muhamedin Kullashi, filosofo, Parigi-Pristina
Predrag Matvejevic, scrittore, Roma-Parigi-Zagabria
Raul Teitelbaum, pubblicista, Gerusalemme-Prizren
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