Il consorzio Media Freedom Rapid Response, di cui OBCT fa parte, si dichiara allarmato dalla possibile chiusura dell'ultima radio libera rimasta in Ungheria: per una serie di inghippi burocratici le frequenze non sarebbero più disponibili a partire dal 15 febbraio
Ancora dieci giorni, poi Klubrádió dovrebbe passare solo su internet.
Secondo il consorzio MFRR, la sentenza del tribunale di Budapest, che ha respinto l'estensione provvisoria della licenza a trasmettere, ha delle gravi implicazioni per ciò che rimane di pluralismo dei media e di giornalismo indipendente in Ungheria.
In una nota, che abbiamo sottoscritto con ARTICLE 19, Centro Europeo per la libertà di stampa e dei media (ECPMF), Federazione europea dei giornalisti (EFJ), Free Press Unlimited e International Press Institute (IPI), si sottolinea come la decisione costringa Klubrádió a poter trasmettere solo via internet, segnando di fatto l'ennesima vittoria del partito di governo Fidesz e del premier Viktor Orbán, che da anni tenta di demolire una delle ultime voci critiche.
L'emittente potrà ovviamente ricorrere in appello, ma la presenza di altri ricorsi e le lungaggini della giustizia renderanno molto remoto un eventuale ritorno delle trasmissioni di Klubrádió, che ufficialmente dovranno cessare il 15 febbraio prossimo.
"L'Unione Europea non può stare a guardare mentre viene spazzata via dall'etere la maggiore radio indipendente del paese", si afferma nella dichiarazione del consorzio MFRR.
La scomparsa di altre emittenti e testate indipendenti quali Index, Origo e Népszabadság, rende il panorama mediatico ungherese ormai privo di voci critiche, e il tutto come risultato di abili mosse burocratico-legislative orchestrate dal partito al governo. Anche la chiusura di Klubrádió rischia di sembrare soltanto il frutto di un percorso semplicemente burocratico.
La realtà, si legge nella dichiarazione MFRR, è che "da quando è fallito un precedente tentativo di togliere le frequenze a Klubrádió nel 2011, il partito ha preparato il terreno e creato le condizioni necessarie perché queste frequenze venissero negate"; si parla della sostituzione di molti membri del Consiglio dei Media con uomini di fiducia, di modifiche legislative e di contratti recisi con i gestori delle frequenze. Il tutto per colpire Klubrádió.
Il consorzio MFRR si appella all'UE: "Il governo ungherese viola palesemente l'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea che sancisce la libertà di espressione e di informazione, e la Commissione deve occuparsi con urgenza di questa situazione, per evitare che venga messa a tacere un'altra emittente libera in Ungheria".