Bidzina Ivanishvili è l’oligarca più potente della Georgia. Ha costruito il proprio impero economico a partire dalla Russia. Nonostante si sia ufficialmente ritirato dalla scena politica tempo fa, in realtà è considerato l’eminenza grigia del potere in Georgia
Quando la Russia ha attaccato l’Ucraina il presidente Vladimir Putin ha ritenuto opportuno fare un incontro in presenza con una sola categoria di persone al di là del ministro della Difesa e il Capo di Stato maggiore: gli oligarchi. Questo dà la dimensione dell’importanza di questa categoria che non si presenta come una istituzione o una associazione strutturata. Gli oligarchi, a differenza dei presidenti delle componenti federali della Russia, non sono ovviamente rappresentanti eletti. L’incontro con i presidenti federali è avvenuto molto più avanti, e non in presenza, nemmeno con quelli i cui territori sono stati direttamente coinvolti nel conflitto per la logistica o per sconfinamento dei combattimenti, come è accaduto a Beogorod, a Kursk, a Bryansk.
Per fare un parallelo si pensi a cosa è successo in Italia con l’inizio della pandemia quando il governo ha attivato un tavolo di confronto con le regioni, necessariamente. I governatori sono rappresentanti eletti, hanno deleghe importanti di amministrazione dei territori su cui ricadono le misure nazionali. Dà l’idea insomma di chi può decidere di un territorio.
Il termine oligarca deriva dal greco e significa governo dei pochi e applicato alla realtà russa rappresenta un ristretto gruppo di singole persone che hanno un potere di rilevanza statuale, oltre ad avere una quota tale di risorse da condizionare a proprio favore il mercato. In questo senso gli oligarchi non sono solo dei businessman particolarmente facoltosi ma, come nota Demid Chernenko , la proprietà degli oligarchi si basa sulla fusione di potere politico e beni privati. Non a caso il regime sanzionatorio che ha interessato la Russia colpisce beni privati con l’intenzione di condizionare politiche pubbliche.
Ivanishvili, l’oligarca
Il fenomeno dell’oligarchia non è solo russo ma ha interessato diversi paesi dello spazio post-sovietico. Spesso gli oligarchi assumono direttamente incarichi pubblici e in questo caso la capacità di piegare la cosa pubblica a interessi individuali e privati può aumentare esponenzialmente. È quello che secondo alcuni osservatori sta accadendo in Georgia, anche se l’oligarca per antonomasia è in teoria uscito dalla politica attiva.
Bidzina Ivanishvili è l’oligarca più potente della Georgia. Ha costruito il proprio impero economico a partire dalla Russia. In Georgia è uscito dal suo ermitage per escludere dal potere il Movimento Nazionale Unito, intento dichiarato e mantenuto negli anni attraverso il Sogno Georgiano, il partito che ha fondato e che governa il paese da 10 anni.
Ivanishvili ha abbandonato ogni incarico pubblico e istituzionale, anche all’interno del partito, ma è considerato l’eminenza grigia del potere in Georgia, in grado di nominare e revocare primi ministri, ministri e altri incarichi politici alla guida del paese. E oggi sarebbe la mano che sta guidando il corso della politica estera del paese in una delle fasi più decisive della sua storia.
Il governo georgiano non impone sanzioni alla Russia, non ha consentito il transito dei volontari verso la Russia, e si lancia sempre più frequentemente in dichiarazioni che lo pongono in aperto conflitto con Kyiv e con i partner occidentali. Insomma, una Georgia filo-russa perché a Ivanishvili serve così, nonostante il supporto popolare all’Ucraina, nonché il fatto che la Georgia stessa sia per il 20% occupata dalla Russia e che gravi con il referendum ossetino di luglio il rischio annessione diretta di parte del suo territorio a Mosca.
Il fatto che Ivanishvili sia non solo un businessman ma un attore con una definita caratterizzazione geopolitica è approdato nelle aule di tribunale con il caso Credit Swiss .
Ivanishvili ha un contenzioso con il colosso finanziario e l’ha vinto. In sintesi, un funzionario di Credit Swiss avrebbe fatto operazioni non autorizzate a danno di Ivanishvili e si è poi suicidato prima che fosse possibile fare ulteriori accertamenti. Ora Credit Swiss deve a Ivanishvili più di 600 milioni di dollari, in base a quanto deciso da una corte delle Bermuda dove il caso è stato discusso. Ma Credit Swiss ha sospeso il pagamento adducendo perplessità di natura geopolitica poiché sia la Svizzera che le Bermuda applicano il regime sanzionatorio verso la Russia e gli oligarchi russi.
E non è l’unico caso in cui Ivanishvili sarebbe risultato di fatto colpito da sanzioni contro la Russia. L’oligarca avrebbe avuto problemi a ricevere in Georgia oggetti d’arte dal Regno Unito, e un elicottero dalla Germania.
Ivanishvili e la Russia
Bidzina Ivanishvili non è nella lista degli oligarchi sanzionati, e per questo promette battaglia a Credit Swiss. Ufficialmente non è russo ma cittadino georgiano e francese, cittadinanza a cui aveva rinunciato ma che avrebbe poi forse riacquisito.
Il Sogno Georgiano difende a spada tratta il suo fondatore lanciando strali contro una congiura internazionale che vorrebbe trascinare la Georgia in guerra. Con una ricostruzione piuttosto macchinosa il segretario del partito ha sostenuto che un potere egemone avrebbe pilotato Credit Swiss: non restituendo i soldi a Ivanishvili lo si vorrebbe spingere in politica e portare il paese in guerra. Ma mentre il partito delira accuse contro Washington, Bruxelles, il Movimento Nazionale Unito e una serie di nemici di Ivanishvili, e quindi ipso facto presumibilmente della nazione georgiana, emerge un report di Transparency International Georgia in cui si elencano i beni posseduti o controllati da Ivanishvili in Russia, che lo legherebbero a doppio filo all’élite russa.
All’ingresso in politica nel 2011 Ivanishvili si era impegnato pubblicamente a liberarsi di tutti i propri possedimenti in Russia. Secondo Transparency invece solo negli anni 2012-2019 Ivanishvili possedeva almeno 10 aziende in Russia, oltre a una ricca rete di sussidiarie. A oggi è proprietario della Aqua-Space Ltd. La sua presenza nel mercato russo sarebbe garantita inoltre attraverso aziende off-shore e una serie di aziende controllate da parenti. L’indagine di Transparency è ancora in corso e questo potrebbe essere solo in primo report su Ivanishvili e gli affari moscoviti.
E non solo lui: un recente scandalo ha reso pubblico che anche il suo Primo ministro, Irakli Garibashvili sarebbe implicato personalmente in contatti con oligarchi russi anche sotto regime di sanzioni. Diverse voci dentro e fuori la Georgia ritengono che lo stesso Ivanishvili dovrebbe entrare in regime sanzionatorio perché come recita un articolo recentemente apparso , Putin sta fallendo in Ucraina, ma vincendo in Georgia dove sarebbe riuscito a imporre una politica estera non in linea con gli interessi nazionali, ma oligarchici.
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