Nino Lomjaria - foto TamarTevzadze (CC BY-SA 4.0)

Nino Lomjaria - foto TamarTevzadze (CC BY-SA 4.0)

L'8 di dicembre scade l'incarico dell'attuale Ombudsperson in Georgia, Nino Lomjaria, che in questi 5 anni si è conquistata la fiducia dei cittadini per il suo essere super partes. L'elezione del nuovo Difensore pubblico è seguita con attenzione sia nel paese che all'estero

16/11/2022 -  Marilisa Lorusso

L’8 dicembre decade l’incarico dell’attuale Ombudsperson in Georgia. L’Ombudsperson è una istituzione relativamente recente nell’ordinamento georgiano. È il garante dei diritti umani e i suoi report annuali al parlamento hanno sempre riscontro e peso. Come garante dei diritti, l’Ombudsperson spesso entra nel dibattito politico e sociale del paese.

Nino Lomjaria aveva assunto l’incarico nel 2017, la sua era stata una scelta bipartisan, ma a distanza di 5 anni il segretario del Sogno Georgiano, Irakli Kobakidze, ha smentito i fatti di allora, sostenendo che Lomjaria era la scelta dell’opposizione a cui il Sogno si era adeguato, ma che questo errore non si sarebbe più ripetuto. La Lomjaria vanta di essere ad oggi a capo di una delle istituzioni dello Stato più rispettate dai cittadini e rivendica di aver ottenuto questo risultato grazie a una adesione completa ai principi di integrità e di equidistanza rispetto alle diverse sensibilità politiche. Il Sogno è entrato sempre più in tensione con questa istituzione e gli attacchi personali alla Lomjaria sono ormai sistematici. L’elezione di un nuovo Ombudsperson che sia figura chiave per il funzionamento della democrazia è uno dei requisiti posti dall’Unione Europea perché alla Georgia venga garantito lo status di paese candidato, per cui la prossima elezione è sotto scrutinio tanto all’interno del paese quanto all’estero.

Il processo di selezione

A settembre il Sogno ha annunciato che non avrebbe presentato alcun nome di candidatura all’incarico di Ombudsperson, ma che si sarebbe fatto promotore di un rinnovato processo di selezione. Il nuovo processo fa capo al presidente del Parlamento, Shalva Papuashvili che ha selezionato un gruppo di lavoro di esperti (9 fra giuristi, esponenti del mondo accademico e della società civile) che ha valutato i quasi venti candidati che si sono fatti avanti o che sono stati sostenuti dalla società civile. I criteri di valutazione andavano dalle competenze specifiche in materia di giurisprudenza e diritti umani all’esperienza maturata nel settore, all’integrità e all’etica professionali.

Le candidature che hanno raccolto le valutazioni più altre sono state le tre presentate da una cordata di organizzazioni non governative. Nonostante il giudizio qualificato del gruppo di lavoro sarà poi il Parlamento a scegliere il nuovo Ombudsperson, e questo ha sollevato molte perplessità, perché così facendo si taglia di fatto fuori la società civile dall’effettivo processo decisionale e si delega alla politica la scelta di una istituzione che dovrebbe essere super partes.

I voti necessari per essere eletti saranno 90 per cui il Sogno non può scegliere il nuovo Ombudsperson da solo. Come osservato dalle stesse organizzazioni non governative, l’alto livello di polarizzazione nel parlamento non facilita un dibattito sereno, e sarebbe stato meglio spostare quanto più possibile il processo verso la società civile, dove i termini del dibattito sono meno sulle fedeltà politiche e più sulle competenze specifiche.

I candidati

Quando era stata eletta, Nino Lomjaria veniva da un'esperienza professionale diretta nella tutela dei diritti umani. Aveva lavorato presso GYLA, la Georgian Yound Laawyers’ Association, una ong che negli anni si è affermata come validissimo strumento. Era inoltre amicus curiae per la stesura di leggi e pareri, collaborava attivamente con altre ong ed era stata direttrice esecutiva di ISFED, la Società Internazionale per Elezioni Eque e la Democrazia.

Nel sopramenzionato processo di selezione i primi tre candidati - secondo la valutazione dell’apposito gruppo di lavoro - sono stati proposti proprio dalla società civile a riprova del fatto che il mondo dell’associazionismo georgiano si conferma una fonte di professionalità e ha gli strumenti per sostenere processi democratici nel paese. Sono Ana Abashidze, Nazi Janezashvili e Giorgi Burjanadze. Quest’ultimo è il vice Ombudsperson, e la sua elezione sarebbe quindi un segno di continuità rispetto al lavoro dell’ufficio in carica, un segno che difficilmente il Sogno vuole incoraggiare. Ana Abashidze ha ottenuto il massimo punteggio in tutte le classi di concorso (integrità e reputazione, imparzialità e indipendenza, conoscenze specifiche, esperienza pratica). La Abashidze è la direttrice dell’ong “Partenariato per i Diritti Umani”. Janezashvili è stato membro dell’Alto Consiglio di Giustizia ed è direttore dell’organizzazione “Georgian Court Watch”. I giochi sono però ancora aperti avendo il giudizio del gruppo di lavoro valore solo consultivo.

Quasi tutti i candidati hanno una formazione giuridica, ci sono però anche un medico e uno scienziato politico. Proprio quest’ultimo, Ketevan Chachava, stando a qualche osservatore , sarebbe il candidato su cui sta discutendo il Sogno. Il suo “Centro per lo Sviluppo e la Democrazia” sarebbe una organizzazione filo-governativa che ne coordina altre.

Capitolo finale

Mentre si discute del futuro dell’ufficio dell’Ombudsperson, Nino Lomjaria ha presentato il rapporto annuale al parlamento. Normalmente si presenta in primavera e si riferisce all’anno precedente, ma la maggioranza ha ritenuto di posticiparne la discussione a ottobre. Il rapporto attesta un netto deterioramento della qualità della tutela dei diritti umani e indica il parlamento come l’istituzione che rende particolarmente claudicante il meccanismo di tutela. Secondo il rapporto l’appiattimento del parlamento sulle posizioni del governo, e quindi una scarsa divisione di poteri fra esecutivo e legislativo, sta minando il sistema dei diritti nel paese. Fra gli episodi più significativi per prendere il polso dell’impatto della vita politica sul sistema di tutela dei diritti nel paese il rapporto cita l’abolizione dell’Ispettorato di Stato e la riforma della giustizia, che da sempre è una delle note dolenti del processo di democratizzazione della Georgia.

Ricorrono nelle pagine del report questioni come l’aggressione alla stampa, i pogrom omofobi e i rapporti sempre più difficili fra i rappresentanti eletti del Sogno e il mondo dell’informazione. Il caso Gvaramia rientra ovviamente nelle questioni trattate.

Mentre l’opposizione ha ringraziato la Lomjaria per i cinque anni di mandato, pesanti attacchi personali sono arrivati da parte della maggioranza, che l’ha accusata di essere uno strumento dell’opposizione e di aver condotto attacchi inopportuni contro il patriarcato georgiano esprimendo alcune opinioni emesse sui privilegi della Chieda ortodossa . La Lomjaria, in quest'occasione, ha ricordato ai parlamentari che stando ai sondaggi la fiducia dei cittadini è più riposta nell’ufficio dell’Ombudsperson che nel parlamento.


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