Malgrado la crisi che colpisce da anni il paese, la marina mercantile greca sta ottenendo risultati economici considerevoli. Anche grazie ai benefici fiscali di cui gode da decenni. E che non sembrano in pericolo
(Pubblicato originariamente da Le Courrier des Balkans, il 17 agosto 2014)
La flotta mercantile greca, dopo aver ceduto il primo posto mondiale al Giappone nei primi anni della crisi economica che ha colpito il paese, l'ha riguadagnato alla fine del 2013. Con più di nove miliardi di euro di investimenti lo scorso anno, gli armatori greci hanno poi dato un segnale inequivocabile a chi riteneva che la crisi storica che sta attraversando la Grecia li avrebbe affondati.
Il loro successo è in netto contrasto con l'economia del paese che è ormai al settimo anno di recessione (Pil negativo, -0,9%, anche nel primo trimestre 2014), con il 26% di disoccupazione e con quasi un milione di nuclei familiari che non riescono a pagare le bollette elettriche. Se le capacità imprenditoriali degli armatori greci non sono certo da dimostrare, visto che dominano la scena mondiale da più di cento anni, dietro al loro successo vi è anche un regime fiscale eccezionalmente a loro favore.
Quest'ultimo prevede infatti che siano esentati da qualsiasi imposta sui redditi, eccetto per un forfait annuale calcolato sul tonnellaggio delle loro navi. Un regime fiscale in vigore da più di 50 anni e reso di fatto inamovibile nel 1974, quando è stato inserito nella costituzione ellenica.
Missione impossibile
Risulta quindi difficile per un governo, supponendo ne abbia la volontà, cambiare la situazione: una modifica costituzionale in Grecia implica avere la maggioranza qualificata in parlamento per due legislature di seguito... una missione pressoché impossibile, data l'attuale esplosione e parcellizzazione della scena politica nel paese.
Un'unica concessione: dal 2013 gli armatori pagano una tassa detta “di solidarietà” sul 4% di tutte le spese effettuate dalle loro aziende che hanno sede in Grecia. Una misura adottata dal governo Samaras con il consenso della stessa associazione degli armatori. Un modo per questi ultimi di poter affermare che “sostengono di buon grado lo sforzo nazionale per uscire dalla crisi”.
Dietro questo sforzo di facciata si nasconde anche un piccolo scandalo. In effetti, alla fine del 2013, il governo Samaras ha fatto passare una legge in parlamento che prevedeva di triplicare, in tre anni, la tassazione forfettaria sul tonnellaggio. Più di cinque mesi dopo, i decreti attuativi di tale legge non sono mai stati firmati dai ministri deputati a farlo, sotterfugio che permette al primo ministro di non scontrarsi con questi mastodonti dell'economia greca e allo stesso tempo di far intendere all'opinione pubblica che sarebbe il caso di farlo.
Armatori e politica
Per chi dubitasse del sostegno degli armatori al governo Samaras, le recenti dichiarazioni di Theodoros Veniamis, presidente dell'Associazione degli armatori della Grecia, durante l'inaugurazione del salone marittimo internazionale di Possidonia, sembrano essere quelle di un portavoce del governo Samaras: le cifre macro-economiche migliorano, la ripesa arriverà presto....
E se tra gli armatori vi sono dei mal di pancia, c'è sempre la possibilità nel contesto attuale di scendere direttamente in politica.
Vagelis Marinakis, uno dei maggiori armatori del paese e presidente della squadra di calcio dell'Olympiakos, ha deciso di rinforzare la sua presa sulla società greca riuscendo a far eleggere il vice-presidente del suo club sportivo, sindaco della municipalità del Pireo, la seconda per popolazione dopo quella di Atene. Marinakis è succeduto ad un sindaco di Nuova Democrazia, il partito del premier Antonis Samaras.
Giannis Moralis è stato eletto lo sorso maggio ottenendo il 55% dei voti: un avvertimento - che più chiaro non si può - a qualsiasi uomo politico che intenda andare contro i loro interessi. Nel paese d'Ulisse, gli armatori non conoscono mai il cattivo tempo...
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