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Nonostante l'arresto della sua leadership dopo l'omicidio del rapper Pavlos Fyssas, il movimento neonazista Alba dorata continua ad avere sostegno nell'impoverita società greca

27/03/2017 -  Elvira Krithari Atene

La Grecia è un paese senza legami storici con il nazismo: alle elezioni nazionali del 1996 "Alba Dorata", organizzazione neonazista creata nel 1980 e trasformata in partito politico nel 1993, ha ottenuto solo lo 0,07% dei voti.

Qualcosa però è cambiato con la lunga crisi economica che affligge il paese dal 2008: i sentimenti anti-europei creati dalle dure misure di austerità hanno dato forza ad Alba Dorata, che nelle elezioni di settembre 2015, è diventata il terzo partito nel parlamento greco con il 6,99% dei voti. Una minaccia mortale per le persone migranti, Rom e LGBTQ oltre che un imbarazzo per tutti i greci democratici e antifascisti.

Eppure, un anno e pochi mesi prima delle elezioni anticipate di gennaio 2015 (quando AD ha ottenuto il 6,28% dei voti), membri del movimento neo-nazista avevano ucciso il rapper Pavlos Fyssas, 34 anni, amata e influente figura nella comunità hip-hop delle periferie ovest di Atene. L'opinione pubblica ne è rimasta traumatizzata, ma Alba Dorata sembra non aver subito alcuna conseguenza ed è ancora popolare sulla scena politica greca.

L'assassinio

Pavlos Fyssas è stato accoltellato al cuore, a sangue freddo, da Yorgos Roupakias, attivista di Alba Dorata. Fyssas, che si trovava con alcuni amici in un caffè nel suo quartiere, era stato notato da un membro del ramo locale di Alba Dorata. Ben presto, dopo esser stati avvertiti via SMS, oltre 40 membri del partito sono arrivati sulla scena, armati di tirapugni, ed hanno dato vita ad uno scontro verbale con Fyssas e il suo gruppo.

Roupakias non ha esitato a guidare contromano, parcheggiare in divieto e scendere mostrando apertamente il coltello con cui poi avrebbe ucciso. Arrestato pochi minuti dopo l'omicidio da alcuni agenti di polizia, che erano rimasti nelle vicinanze senza intervenire, Roupakias avrebbe detto: “Sono uno dei vostri”, a rimarcare la percezione dei legami politici e ideologici tra Alba Dorata e le forze di polizia elleniche.

Il processo

In seguito all'assassinio di Fyssas, il 18 settembre 2013 è stato arrestato l'intero gruppo parlamentare di Alba Dorata, nonché molti membri meno prominenti. La leadership è rimasta in custodia per 18 mesi, mentre il processo è iniziato il 25 aprile 2015. Il dibattito in aula riguarda anche i tentati omicidi di pescatori di origine egiziana e sindacalisti affiliati al partito comunista greco.

Alba Dorata ha utilizzato il processo e la reclusione della propria leadership per presentarsi come un movimento di “attivisti perseguitati” e riaffermare le proprie radici ideologiche. Dal leader Nikos Michaloliakos, che nel corso di un'intervista radiofonica del 2015 ha ammesso la responsabilità politica per l'omicidio di Fyssas, ai militanti di partito che gridavano "Dove è tuo figlio adesso?" alla madre di Fyssas durante il dibattimento, per alcuni membri di Alba dorata l'omicidio è ancora motivo di orgoglio.

Impatto

A prima vista, il potere e la popolarità di Alba Dorata sembrano inalterati. “Io non sono d'accordo”, dichiara però a OBCT Vassiliki Georgiadou, professore associato di Scienze politiche presso l'Università Panteion di Atene. “Dobbiamo considerare la popolarità di Alba Dorata prima dell'omicidio: sondaggi attendibili davano Alba Dorata in doppia cifra con tendenza al rialzo. Questa tendenza si interrompe dopo l'omicidio Fyssas e soprattutto con l'inizio dell'inchiesta giudiziaria”.

Alba Dorata ha però mantenuto il sostegno di circa il 7% dell'elettorato. “Naturalmente, la sua base politica si è stabilizzata” spiega il Prof. Georgiadou “dati qualitativi e quantitativi mostrano che i suoi sostenitori l'hanno votata più di una volta, il che indica l'esistenza di un serbatoio stabile. Ma le maschere sono cadute: se inizialmente Alba Dorata era sostenuta dal voto di protesta, questi elettori sono tornati a Nuova Democrazia o partiti politici minori dopo che il partito di Michaloliakos si è rivelata un'organizzazione estremista e violenta”.

Concorda lo scrittore, politico e studioso Savvas Michael, segretario generale del partito di sinistra marxista extraparlamentare "EEK" (Partito Rivoluzionario dei Lavoratori) e figura ampiamente rispettata nella sinistra radicale in Grecia, che spiega il persistere dei consensi per Alba Dorata: “La formazione neo-nazista resta impunita, ma non indenne. Tuttavia, la crisi politica, etica e sociale della Grecia in bancarotta, insieme alla delusione verso il governo SYRIZA-ANEL, lascia spazio al populismo fascista”. Michael evidenzia anche come la polizia copra i reati di Alba Dorata: “Le volgarità contro la madre di Fyssas, le intimidazioni dei testimoni e altre brutalità dei membri di Alba Dorata all'interno del tribunale rimangono impunite. Al contrario, la polizia lancia gas lacrimogeni contro gli antifascisti in aula”.

Un processo storico

Visto che la Costituzione greca proibisce di vietare qualsiasi partito politico, Alba Dorata verrà esclusa dal panorama politico greco solo se i giudici dimostreranno che è un'organizzazione criminale. Un'eventuale decisione in questa direzione avrà conseguenze per l'intera Europa, oltre che per la Grecia. “Il processo in corso è importante anche per l'Europa del dopoguerra in generale, dove i partiti politici, compresi quelli estremisti, rimangono di solito nel quadro costituzionale e democratico”, osserva il prof. Georgiadou.

Tuttavia, a differenza del gruppo neonazista che ha ucciso dei membri della minoranza rom in Ungheria (processo 2011-2013) e il gruppo NSU sotto processo in Germania, Alba Dorata gode di una paradossale legittimazione istituzionale. La storia, se dimenticata, colpisce ancora.


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