La Corte suprema greca ha autorizzato il partito neo-nazista Alba Dorata a prendere parte alle prossime elezioni europee, nonostante la leadership del movimento sia sotto indagine. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria [12 maggio 2014]
Il partito è sotto inchiesta da settembre, i fondi pubblici a lui destinati sono congelati e sei dei suoi diciotto deputati – incluso il leader Nikólaos Michaloliákos - sono detenuti in attesa di giudizio, accusati di omicidio per la morte del rapper antifascista Pavlos Fyssas, accoltellato a morte lo scorso 18 settembre ad Atene.
Per la Corte suprema ellenica, però, non esistono le basi giuridiche per impedire ad Alba dorata di prendere parte alle elezioni europee del prossimo 25 maggio. Dopo la decisione, arrivata domenica scorsa, il partito neo-nazista - accusato dalle autorità greche di rappresentare una vera organizzazione a delinquere - potrà dunque presentarsi col proprio nome e simbolo agli elettori greci.
Per aggirare un'eventuale sentenza sfavorevole, i dirigenti di Alba dorata avevano comunque dato vita nei mesi scorsi ad un “partito gemello”, battezzato Alba nazionale, che però ora può essere riposto nel cassetto.
I sondaggi danno oggi Alba dorata intorno al 10% dei consensi, che permetterebbero al movimento di estrema destra di eleggere due eurodeputati al parlamento di Bruxelles.
Alla base del successo dell'estrema destra ellenica, resta l'insicurezza determinata da una crisi economica senza fine, esacerbata da anni di politiche di austerità imposte da creditori internazionali e governo di Atene nel tentativo di rimettere in ordine i disastrati conti pubblici.
Un'insicurezza che Alba dorata cavalca puntando il dito contro gli immigrati, accusati di rubare lavoro e prospettive ai greci, e spesso vittime delle azioni intimidatorie e violente degli attivisti del partito.
Vai al sito di Radio Capodistria
Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea, nel quadro dei programmi di comunicazione del Parlamento Europeo. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto BeEU - 8 Media outlets for 1 Parliament.