© Theastock/Shutterstock

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Un'analisi parallela tra Grecia e Croazia mostra tendenze convergenti ed elementi peculiari nelle abitudini di lettura della popolazione, che spesso rispecchiano le diseguaglianze esistenti a livello economico-sociale nelle rispettive società

30/08/2024 -  Mary DrosopoulosGiovanni Vale

Tenendo tra le mani il nuovo libro della prolifica scrittrice Lena Manta , una ragazza con un vestito svolazzante color acquamarina passeggia per le vie acciottolate di una tipica isola greca. Alludendo ad una scena leggendaria di un classico del cinema greco degli anni ‘60, Γοργόνες και Μάγκες [Sirene e mascalzoni], la ragazza gira allegramente tra le pittoresche case di pietra bianca, catturando lo sguardo di un giovane uomo che sta leggendo un romanzo di Agatha Christie. “Così tante estati, così tanti libri”, recita la battuta finale sullo schermo.

Questa la trama del nuovo spot lanciato da Psichogios , uno dei principali editori greci, leader nel mercato della narrativa commerciale. Pur basandosi sul luogo comune secondo cui i greci leggono di più d’estate e, in particolare, in spiaggia, la pubblicità offre una rappresentazione visiva abbastanza precisa dei risultati di uno studio sulle abitudini di lettura in Grecia. La ricerca, durata tredici mesi, è stata condotta dalla Greek Collecting Society for Literary Works (OSDEL), un’organizzazione no profit che si occupa principalmente della tutela del diritto d’autore di scrittori ed editori.

Stando ai risultati della ricerca, i greci prediligono la narrativa, pur apprezzando anche altri generi letterari, come libri storici e gialli. La fiction e i libri di auto-aiuto sembrano essere maggiormente letti da donne, mentre i lettori maschi preferiscono la filosofia antica, le scienze sociali e politiche, i libri di viaggio e quelli sull’arte. Oltre ai generi letterari, anche le preferenze relative al formato del libro variano in base al genere e all’età: gli e-book sono più diffusi tra i giovani uomini, mentre le donne – di tutte le età – tendono a scegliere i libri cartacei con copertina rigida.

I dati sulle abitudini di lettura dei greci sono piuttosto scarsi. I risultati della ricerca di cui sopra, quasi unica nel suo genere, sono stati diffusi nel 2022, dodici anni dopo la pubblicazione di un sondaggio analogo , condotto dal National Book Center of Greece [EKEBI, istituzione fondata nel 1994 dal ministero della Cultura ellenico, costretta però a chiudere i battenti nel 2013 a causa della crisi].

Volendo fare un confronto tra le due analisi, emerge una tendenza positiva: nel 2021 il 65% degli intervistati ha dichiarato di aver letto almeno un libro (compresi e-book e audiolibri) in un anno, a fronte del 43% nel 2010 e del 38% nel 2004.

Nonostante questa notevole crescita, la Grecia è ancora indietro rispetto agli altri stati membri dell’UE. I dati Eurostat, da poco pubblicati, sono scoraggianti: la Grecia è al penultimo posto tra i paesi UE per la spesa pro capite per i libri (solo Cipro fa peggio). Se la mancanza di tempo è uno dei motivi principali – come indicato dalla maggior parte degli intervistati nel sondaggio dell’OSDEL – per cui i greci leggono poco e perlopiù d’estate, i ricercatori hanno individuato alcune cause più profonde, legate innanzitutto alla (mancata) presenza dell’abitudine alla lettura in famiglia e alle disuguaglianze socio-economiche che hanno un impatto significativo sull’accesso ai libri.

Occorre poi considerare anche il fattore culturale. I dati dimostrano che alcuni gruppi sociali tendono a svalutare, se non addirittura rifiutare la pratica di leggere regolarmente. La ricerca dell’OSDEL si conclude constatando che le abitudini di lettura dei greci sono strettamente connesse all’idea e ai valori della democrazia. Gli autori suggeriscono un percorso realistico per democratizzare la lettura, tenendo in considerazione i valori culturali e le posizioni ideologiche di quelli che leggono, ma anche di quelli che scelgono consapevolmente di non farlo.

Libri in Croazia, un mercato dinamico?

I croati sembrano essere tra i più grandi lettori in Europa. Secondo Eurostat , la Croazia è uno dei paesi UE dove le famiglie spendono di più per libri, giornali e cartoleria. Nel 2022 (come anche nel 2021) le famiglie croate hanno destinato l’1,8% del loro budget a prodotti cartacei. A titolo di paragone, la Germania e la Francia hanno registrato una percentuale superiore all’1% – rispettivamente l’1,4% e l’1,1%, mentre le famiglie italiane hanno speso appena lo 0,9% e quelle greche lo 0,5%.

Questo significa che i croati leggono più della maggior parte dei cittadini dell’UE? Andiamo a vedere.

Nel marzo 2024 l’azienda Karika koja nedostaje [l’anello mancante] ha condotto una ricerca sulle abitudini di lettura in Croazia per conto della Camera di commercio croata e dell’Associazione degli editori e dei librai croati. Dallo studio è emerso che il 38% dei croati legge almeno un libro all’anno, segnando un calo rispetto al 2023 (40%) e al 2022 (42%). In realtà, è dal 2020 che si registra un trend negativo.

La ricerca evidenzia inoltre che a leggere di più sono le persone altamente istruite (61%), i membri di un nucleo familiare con un reddito mensile superiore ai 2200 euro (49%) e le donne (45%). I croati preferiscono acquistare libri (40%) o prenderli in prestito in biblioteca (37%). Soltanto il 20% degli intervistati ha comprato almeno un libro nei tre mesi precedenti al sondaggio. Chi non lo ha fatto non è interessato ai libri (61%, un aumento di ben 18 punti percentuali rispetto al 2020), non se li può permettere (16%) oppure preferisce prenderli in biblioteca (10%).

“I dati Eurostat mi stupiscono”, afferma Ivan Sršen, scrittore ed editore di Zagabria. “La mia percezione è che la Croazia non si contraddistingua dagli paesi per quanto riguarda il numero di lettori. Qui si assiste alle stesse tendenze del resto del mondo. Le statistiche dimostrano che di anno in anno il numero di lettori diminuisce e che i giovani sono sempre meno interessati ai libri. Può darsi che i croati leggano molti giornali, inclusi da Eurostat nella stessa categoria di prodotti”, commenta Sršen. Poi aggiunge: “Però è anche vero che in Croazia il mercato dei libri è dinamico. In un paese con meno di quattro milioni di abitanti ci sono un centinaio di case editrici attive e una rete di circa quattrocento biblioteche, presenti anche nei villaggi più piccoli”.

Nel 2008 Sršen ha fondato la casa editrice Sandorf a Zagabria che attualmente impiega sette persone e pubblica 20-25 titoli all’anno tra narrativa e saggistica. Poi nel 2020 ha lanciato Sandorf Passage , un’organizzazione no profit con sede negli Stati Uniti, che pubblica la narrativa ispirandosi agli stessi principi su cui è fondata la casa editrice zagabrese. Sršen quindi vanta un punto di osservazione privilegiato sul mercato del libro croato e quello statunitense.

“In Croazia si legge molto la letteratura straniera, soprattutto le traduzioni dall’inglese. È una dinamica del tutto consueta nei paesi dove si parlano lingue meno diffuse. In Croazia circa il 50% dei libri venduti è rappresentato da traduzioni. Invece negli Stati Uniti questa percentuale si aggira intorno al 3-5%, in Francia al 7-8% e in Germania al 10-11%”, spiega l’editore.

Prezzi dei libri alti, stipendi bassi

Un’altra caratteristica distintiva del mercato dell’editoria croato sono le sue dimensioni ridotte, che determinano l’alto prezzo dei libri.

“La tiratura media è di circa cinquecento copie. I libri che vendono bene hanno una tiratura di tremila o quattromila copie. Il prezzo medio di un libro va dai 20 ai 25 euro, una cifra assai alta considerando che lo stipendio medio ammonta a circa 900 euro al mese”, commenta Ivan Sršen.

All’epoca della Jugoslavia la situazione era ben diversa. “A quel tempo la tiratura media era di cinquemila copie, e i libri costavano due o tre volte di meno”, afferma l’editore di Zagabria.

I prezzi elevati sembrano essere un ostacolo anche per i lettori greci. In un paese, come la Grecia, dove il salario minimo ammonta a 830 euro (ad aprile c’è stato un aumento di 50 euro), il prezzo medio di un libro è di 15,25 euro. È quanto emerge dai dati diffusi nel 2023 dall’Unità di garanzia della qualità delle biblioteche accademiche, ospitata al Centro bibliotecario-informativo dell’Università di Ioannina.

Anna Kiouptsidou lavora in una libreria a Salonicco. Secondo la sua esperienza, considerando gli alti prezzi dei libri (dai 17 ai 22 euro per una nuova uscita), i greci tendono a dare priorità ai bisogni dei figli.

“Posso affermare con certezza che i libri per bambini vendono meglio di quelli per adulti. I greci sono disposti a spendere soldi per i propri figli. In tutte le altre occasioni, i lettori greci aspettano le offerte, sperando di comprare i libri desiderati a prezzi stracciati”, conclude la libraia.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito della Collaborative and Investigative Journalism Initiative (CIJI ), un progetto cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina progetto


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