Si è aperto ieri il Filmfestival del Garda. Una delle sue rassegne è dedicata ai Balcani e in concorso vi è lo sloveno “Izlet - A Trip” di Nejc Gazvoda, uno degli esordi più significativi degli ultimi anni
Breve ma densa panoramica sul cinema balcanico al Filmfestival del Garda (informazioni e programma www.filmfestivaldelgarda.it) iniziato ieri a San Felice del Benaco (Bs) e in programma fino a domenica.
Sette film nella sezione “Balcanica” più lo sloveno “Izlet - A Trip” di Nejc Gazvoda, uno degli esordi più significativi degli ultimi anni, nel concorso internazionale. Una finestra, organizzata con la collaborazione di OBC, per fare il punto su una cinematografia sempre interessante e ricca di proposte ma che solo con fatica riesce ad approdare sugli schermi italiani.
Il cinema è diventato uno dei migliori biglietti da visita per paesi che una ventina d’anni fa, nel mezzo delle guerre laceranti, si facevano conoscere per la loro arte e il loro cinema con i film di Emir Kusturica, Milcho Manchevski e altri.
L’iniziativa del Filmfestival del Garda vuole fare il punto sulla produzione recente, ma anche mettere l’attenzione su uno dei nuovi fenomeni, la crescita delle registe donne, sia in termini numerici, sia in rilievo dei loro film.
Nomi come quelli delle bosniache Jasmila Zbanić (“Il segreto di Esma – Grbavica”, premiato con l’Orso d’oro a Berlino, e “Na putu – Il sentiero”) e Aida Begić (“Snijeg – Neve” e “Djeca – Buon anno Sarajevo”) cominciano a essere conosciuti in Occidente e con loro diverse altre autrici. Questi quattro film, cui va aggiunto il documentario “Cinema Komunisto” della serba Mila Turajlić, rappresentano un po’ il cuore della cinque giorni gardesana.
Ieri sera ha inaugurato “Cirkus Columbia” (2010) di Danis Tanović con Miki Manojlović, opera matura tra dramma e commedia nello stile dei classici anni ’80 di un regista tornato alla regia con “Epizoda u životu berača željeza - An Episode in the Life of an Iron Picker”, vincitore di due premi al Festival di Berlino di quest’anno.
Mentre “Izlet”, vacanza di tre giovani amici di scuola che non si vedevano da anni che si trasforma in momento per rivelare quello che sono diventati, ha aperto la competizione.
Il settimo film della sezione “Balcanica” è il classico “Crna macka, beli macor” (1998) di Kusturica, colui che per aprì le porte in modo non occasionale a un cinema e a una cultura. “Gatto nero, gatto bianco”, Leone d’argento alla Mostra di Venezia, è un’opera vitalissima sul mondo degli zingari: sposi folli, vecchi eccentrici e due giovani in cerca dell’amore in una divertente sarabanda balcanica.
“Izlet” invece, vacanza di tre giovani amici di scuola che non si vedevano da anni che si trasforma in momento per rivelare quello che sono diventati, ha aperto la competizione.
Una rassegna che mette insieme pezzi di un mosaico e, più che un quadro completo, vuole offrire stimoli e indicazioni per approfondire le cinematografie di paesi vicini e ancora non troppo accessibili.
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