Un'esperienza estiva, che portò poi alla prima scuola nelle Valli del Natisone in cui si insegnava anche in lingua slovena. Ora è raccontata in una mostra a Cividale del Friuli
Altri tempi. E si sentono tutti, gli anni trascorsi, da quando Paolo Petricig, in una riunione estiva del Centro studi Nediža, esordì dicendo: "Proviamo a fare un esperimento con i nostri figli", e propose ai partecipanti l'organizzazione del primo 'soggiorno culturale-ricreativo per ragazzi' nelle Valli del Natisone.
Era il 1974 e si trattava di dare una risposta agli atteggiamenti di noncuranza e negazione che la scuola statale riservava alla lingua slovena, e allo stesso tempo di riscoprire i valori di una comunità che, in quegli anni, continuava a dissolversi a causa dell’emigrazione e del passaggio dalla vita contadina a quella industriale.
Il soggiorno prese il nome di Mlada brieza, giovane betulla, in omaggio ai boschi di Tribil inferiore, che accoglievano assieme al paese le attività dei ragazzi, ed ebbe imprevedibili sviluppi negli anni che seguirono il terremoto del 1976. In un clima di “libertà non (troppo) vigilata” e in condizioni che oggi appaiono inverosimili (pernottamenti in vecchie case e tende, assenza di impianti igienici e carenza di acqua, cucina improvvisata...), un grande numero di ragazzi e animatori – nel 1978 furono in 180! – soggiornava per due settimane nei piccoli paesi di montagna delle Valli del Natisone, scoprendo i vari aspetti della vita paesana, dedicandosi ad attività musicali, teatrali e pittoriche, redigendo un giornalino ciclostilato, seguendo lezioni di lingua slovena.
A partire dal 1977, al soggiorno montano (che negli anni si svolse anche a Montemaggiore, Clodig, San Pietro, Masseris e Tribil superiore) si aggiunse un periodo al mare (Barčica moja, ovvero La mia barchetta), a Debeli rtič, nell’Istria slovena, in Jugoslavia.
Il costante aumento del consenso, della fiducia da parte delle famiglie e della partecipazione all'iniziativa, rese allora possibile un salto di qualità. Proprio nella cerchia che in quel tempo operava attorno al Centro studi Nediža si concretizzò, su proposta di Paolo Petricig, l’idea di istituire una scuola della comunità delle Valli del Natisone, privata, che potesse essere da stimolo alla scuola statale per introdurre l’insegnamento della lingua slovena. Dopo i primi dieci anni di Mlada brieza, nel 1984, a San Pietro al Natisone aprì il “centro prescolastico bilingue”, primo embrione di quello che oggi è l’Istituto comprensivo statale con insegnamento bilingue sloveno-italiano. Questa storia ha avuto quindi inizio a Tribil inferiore quarantadue anni fa, il 22 settembre 1974, con i primi ventisei ragazzi che presero parte all'avventura.
Quell'esperienza educativa alternativa e fuori dagli schemi viene raccontata nella mostra “MLADA BRIEZA. La scuola avventurosa (1974-1983)”, dedicata alla memoria di Paolo Petricig, che inaugurata venerdì 9 settembre alle 19.00, presso la chiesa di S. Maria dei Battuti a Cividale del Friuli.
In essa saranno esposti materiali originali, fotografie dell'epoca, ristampe realizzate per l'occasione, diapositive e filmati; inoltre, a coronamento dell'iniziativa, è prevista anche la pubblicazione di un libro, con allegato il dvd contenente un documentario realizzato con i filmati super8 girati in quegli anni.
La mostra, organizzata da Centro studi Nediža, Comune di Cividale, Regione Friuli Venezia Giulia e Circolo di cultura Ivan Trinko, in collaborazione con l'Istituto per la cultura slovena, resterà aperta fino al 25 settembre.
Informazioni: www.nediza.org – info@nediza.org – kdivantrinko@kries.it – 0432 731386
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