Si apre oggi la Mostra del nuovo cinema di Pesaro. Presente anche la cinematografia balcanica: tra i film in concorso "Matei Child Miner" opera prima di finzione della documentarista Alexandra Gulea
Un anno fa fu la Bosnia, con “Djeca – Buon anno Sarajevo” di Aida Begić con Marija Pikić, ad aggiudicarsi il primo premio. Ora tocca alla Romania puntare al Premio Lino Miccichè nella 49° edizione della Mostra del nuovo cinema di Pesaro in programma dal 24 al 30 giugno.
Una manifestazione storica che tra i sette titoli in concorso presenta “Maei copil miner - Matei Child Miner”, opera prima di finzione della documentarista Alexandra Gulea. Una figlia d’arte: il padre Stere è uno dei grandi nomi della vecchia guardia romena, autore di un caposaldo come “Morometii – La famiglia Moromete”, nonché insegnante alla scuola Caragiale dove ha avuto tra gli allievi anche Cristian Mungiu.
Il film, presentato in prima mondiale a Rotterdam lo scorso gennaio, è ambientato in una zona mineraria ed è incentrato sul piccolo Matei, che vive col nonno e vuole scappare di casa, mentre i genitori lavorano in Italia. Il film coglie il giovane protagonista in un momento fondamentale, quando le illusioni si devono scontrare con la dura realtà.
In concorso anche “My Dog Killer” della slovacca Mira Fornay, “Non lo so ancora” di Fabiana Sargentini, “L’estate sta finendo” di Stefano Tummolini (noto per “Un altro pianeta”) e il cileno “La chupilca del Diablo” di Ignacio Rodríguez.
Al Cile, al suo “nuovissimo cinema” (il regista di punta è il Pablo Larrain di “Tony Manero”, “Post Mortem” e “No – I giorni dell’arcobaleno”), è riservata la retrospettiva. Tra i titoli “La vida de los peces” di Matias Bize e “Gloria” di Sebastian Lelio (cui è dedicata un omaggio) con una straordinaria Paulina Garcia, premiata come migliore attrice all’ultimo Festival di Berlino per l’interpretazione di una sessantenne che con coraggio e generosità cerca l’amore. “Gloria” sarà film di chiusura, mentre per l’apertura in piazza ci sarà il russo “A Long and Happy Life” di Boris Khlebnikov, tra i più rappresentativi registi russi del nuovo millennio. Anche questo un lungometraggio in concorso Berlino, sull’attaccamento alla terra di una comunità di contadini che sta per perdere i terreni che le danno da vivere.
Da notare la sezione “Femminile plurale: Animazioni russe” con i lavori delle registe attive nell’animazione: Maria Muat, punta di diamante della puppet animation e allieva del grande Sergej Obrastov, Natalia Dabizha, la cui interpretazione de “Il Barbiere di Siviglia” ha ricevuto premi in tutto il mondo, Irina Marglina, regista e produttrice di film d’animazione e documentari ed Elizaveta Skvortsova, autrice del ciclo “Ninna nanne dal mondo”.
Infine il workshop con Daniele Gaglianone, uno dei migliori registi italiani di oggi e autore dell’importante documentario “Rata nece biti” sulla Bosnia del dopo guerra, e, nella serata “Signes de Nuit”, il cortometraggio “Nous serons l’hiuile – We Will Become Oil” di Mihai Grecu.
La Romania è protagonista anche nelle sale italiane con la recentissima uscita del film vincitore dell’Orso d’oro a Berlino, “Il caso Kerenes - Poziţia Copilului” di Călin Peter Netzer. Un film notevole con le interpretazioni magistrali di Luminita Gheorgiu e Bogdan Dumitrescu. La prima è una madre ricca, di successo e soffocante, il secondo un figlio poco responsabile che in un incidente stradale uccide un bambino. L’ennesima madre romena assillante, la corruzione diffusa a ogni livello, il tentativo di non pagare le colpe, una denuncia di una società che si è arricchita ma ha perso di vista la propria umanità. Un film solido, che spiazza in continuazione, ben scritto e diretto e con interpreti perfetti.
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