Una scena del film "Wood" di Monica Lăzurean-Gorgan, Michaela Kirst, Ebba Sinzinger

Una scena del film "Wood" di Monica Lăzurean-Gorgan, Michaela Kirst, Ebba Sinzinger

Nei prossimi giorni vanno in streaming due importanti appuntamenti cinematografici di primavera come il 69° Trento Film Festival e il 39° Bergamo Film Meeting. Il primo dal 30 aprile al 16 maggio, il secondo dal 24 aprile al 2 maggio. Come sempre non mancano i film del sud est Europa

22/04/2021 -  Nicola Falcinella

Rinviato, e successivamente annullato, lo scorso anno all’inizio dell'emergenza sanitaria, il Bergamo Film Meeting torna con un’edizione in streaming da sabato 24 aprile al 2 maggio e un programma ricco e articolato con oltre 150 titoli. Tutte le informazioni, il programma e le modalità per partecipare alle diverse proposte sono sul sito www.bergamofilmmeeting.it , mentre le visioni saranno sulla piattaforma Mymovies.it e su Mubi.

L'apertura è per venerdì 23 con la serata “Brucia ancora”: il quartetto formato da Paolo Fresu, Elio Biffi, Paolo Spaccamonti e Gerardo Chimini sonorizzerà il fiammeggiante triangolo amoroso “Il fuoco” (1915) di Giovanni Pastrone, il regista celebre per il kolossal “Cabiria”.

Il fiore all’occhiello del Bfm sono da sempre le retrospettive e gli omaggi, quest'anno numerosi e variegati. Si passa da voci relativamente nuove, la francese Mia Hansen-Love (conosciuta per “Il padre dei miei figli”, “Eden” e “Le cose che verranno”), l’animatrice polacca Izabela Plucinska e il portoghese Joao Nicolau, a un gruppo di autori che hanno fatto la storia del cinema dell'ultimo mezzo secolo.

In primis il tedesco Volker Schlondorff, del quale saranno proposti 22 titoli, alcuni inediti in Italia, tra i quali il premio Oscar “Il tamburo di latta”, “Il caso Katharina Blum” e “Morte di un commesso viaggiatore” fino all'ultimo “Return to Montauk” del 2017.

Gli omaggi sono dedicati a cineasti fondamentali come l’ungherese Marta Meszaros (prima donna a vincere l'Orso d'oro a Berlino con “Adozione” nel 1975), il polacco Jerzy Skolimowski (“Barriera” e “11 minuti”) e la francese Agnès Varda (“Les glaneurs et la glaneuse” e “Les plages d'Agnès”). Infine i “film cult” come “Quando la moglie è in vacanza” e le due versioni di “L'uomo che sapeva troppo” di Alfred Hitchcock.

La sezione Mostra concorso comprende sette titoli europei inediti in Italia, quattro dei quali provenienti dall'area sudorientale, che saranno votati dal pubblico. Nel bosniaco “Full Moon” di Nermin Hamzagić l'ispettore di polizia Hamza (Alban Ukaj) accompagna in ospedale la moglie che deve partorire e poi prende servizio perché nessuno lo può sostituire. Trepidante per la consorte e il sospirato nascituro, concepito con l'inseminazione artificiale, il protagonista deve occuparsi di tutti i casi di una movimentata nottata di luna piena, tra una diciassettenne che si prostituisce e un uomo che ha rapinato una banca perché ha bisogno di soldi per fare operare il figlio al cuore. Davanti al ripetersi di violenze e corruzioni, il poliziotto cerca di spezzare il circolo in un film essenziale e teso, tutto in una notte.

C'è poi la bizzarra favola greca “Tailor” di Sonia Liza Kenterman. Nikos è un eccentrico sarto da uomo vecchio stampo che aiuta il padre, finché questi si ammala e la banca avanza pretese sulla sartoria. Vedendo un libraio ambulante, ha l'idea per un carrettino, con il quale andare alla ricerca di una clientela che non frequenta più il laboratorio. Una trovata per reinventarsi nonostante la crisi diffusa. Lo aiuta la vicina Olga, che si mette a cucire per lui vestiti da donna da vendere nelle zone periferiche, suscitando però la gelosia del marito. Finché Nikos, un po’ per caso, si specializza negli abiti da sposa. Un film delicato e interessante, fatto di attenzione ai dettagli, apprezzabile perché non cerca mai scorciatoie per piacere, ma riesce a rendere lo spaesamento di un uomo davanti al cambiamento e il suo tentativo di rinnovarsi senza tradirsi.

“Spiral” di Cecília Felméri è una coproduzione tra Ungheria e Romania, un dramma psicologico sulle relazioni che coinvolge un uomo e due donne su un lago, alle prese con il ciclo della vita e quello della natura. Infine è una coproduzione che coinvolge tanti Paesi (Germania, Polonia, Regno Unito, Bosnia Erzegovina, Francia, Austria, Romania, Paesi Bassi, Norvegia, Turchia) “Adventures of a Mathematician” di Thor Klein, storia vera del matematico polacco Stan Ulam che emigrò negli Usa durante la Seconda guerra mondiale e visse un conflitto interiore lavorando alla bomba atomica.

Tra i 15 documentari in gara nella sezione Visti da vicino c'è il georgiano “My Piece Of The Earth - Il mio pezzo di terra” di Maka Gogaladze, che ripercorre i cambiamenti portati dal crollo dell'Unione Sovietica a Tbilisi da un punto di vista personale.

La regista è partita da un incendio a casa sua: ha così preso la fotocamera e, ripercorrendo la propria infanzia, ha cercato di preservare la sua memoria, che è anche la memoria collettiva della Georgia.

Trento Film Festival

Seguirà dal 30 aprile al 16 maggio il Trento Film Festival (tutte le informazioni su www.trentofestival.it e sui canali social), il principale e più antico appuntamento con il cinema di montagna, avventura e ambiente. Nel programma quasi 100 film, distribuiti su otto sezioni ormai collaudate: il Concorso che assegna le prestigiose Genziane, le Anteprime di finzione, le Terre alte, Orizzonti vicini dedicati ad autori e storie locali, l’alpinismo in Alp&Ism, le proiezioni speciali, Muse.doc riservato alle tematiche ambientali e “Destinazione... Groenlandia”.

Nel concorso, dove incuriosisce “Dear Werner” dello spagnolo Pablo Maqueda a piedi sulle tracce del grande Werner Herzog, è incluso il bulgaro “Here I Am, Again” di Polly Guentcheva, che ha per protagonista l’alpinista d’alta quota e ricercatore di zoologia Boyan Petrov. Appena un mese dopo essere stato investito da un’auto, l’uomo inizia il recupero e la preparazione per inseguire il suo sogno: completare la scalata di tutti e quattordici gli ottomila, senza l’utilizzo di ossigeno.

Sopravvissuto per tre volte al cancro, ne ha già saliti 10 su 14, e ora è il momento dell’Everest. Boyan inizia il suo “riscaldamento” con la cima più bassa tra gli ottomila, il Shishapangma, il numero 11 della sua lista. Per un altro gioco del destino l’alpinista scompare, a pochi metri dalla vetta, chiamando in azione una missione di salvataggio internazionale con ricerche in elicottero senza precedenti, in collaborazione tra Nepal, Cina e Bulgaria.

Nella sezione Muse.doc è stato selezionato “Wood” di Monica Lăzurean-Gorgan, Michaela Kirst, Ebba Sinzinger, coproduzione Austria, Germania e Romania. Un documentario, quasi un thriller ambientalista, sul disboscamento illegale, un affare di miliardi in tutto il mondo. Il film segue Alexander von Bismarck, discendente del celebre cancelliere, capo della Environmental Investigation Agency, che, camuffato e con una telecamera nascosta, indaga i traffici della mafia del legname con l'obiettivo di promuovere un cambiamento nella coscienza della politica e della società civile.


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