Elezioni in Kosovo: vince il PDK di Hashim Thaçi

9 giugno 2014

bubble icon

Sulla base di risultati ancora parziali, il Partito democratico del Kosovo (PDK) del premier uscente Hashim Thaçi ha proclamato la vittoria nelle elezioni parlamentari anticipate tenute ieri, 8 giugno.

La giornata elettorale è trascorsa senza particolari incidenti, registrando un'affluenza alle urne del 43,16%. Un dato che però va analizzato alla luce dell'imprecisione delle liste elettorali, dove sono ancora inseriti molti elettori che attualmente non risiedono in Kosovo. Secondo alcune analisi, circa il 70% degli elettori effettivamente presenti avrebbe esercitato il proprio diritto al voto.

Con il 42% dei voti scrutinati, il PDK è saldamente in testa col 31% dei voti, seguito dalla Lega democratica del Kosovo (LDK) attestata intorno al 26%. Seguino il movimento “Vetëvendosje” (“Autodeterminazione”) col 13%, l'Alleanza per il futuro del Kosovo (AAK) dell'ex premier Ramush Haradinaj col 9,6% e la nuova formazione NISMA – creata da un'ala dissidente del PDK guidata dall'ex ministro Fatmir Limaj – col 5%.

Sorprendentemente, il partito del magnate delle costruzioni Behgjet Pacolli, l'Alleanza per un nuovo Kosovo (AKR), junior partner del passato governo, non ha superato lo sbarramento del 5% e resta fuori dal parlamento.

Molto più bassa l'affluenza nelle municipalità del Kosovo del nord, a maggioranza serba, fermatasi al 24,5% degli aventi diritto. La lista “Srpska”, ufficialmente sostenuta da Belgrado, ha ottenuto il 2,9% dei voti a livello nazionale. L'invito del premier serbo Aleksandar Vučić ai serbi del Kosovo, di recarsi in massa alle urne, è stato quindi in buona parte disatteso.

“Insisteremo sulla strada intrapresa, continueremo a sviluppare il paese, mostreremo al mondo che l'indipendenza del Kosovo è stata solo l'inizio, e non la fine”, sono state le dichiarazioni di Thaçi a caldo.

Non appena i risultati definitivi verranno certificati, il PDK inizierà la ricerca di nuovi partner con cui formare il nuovo governo. Resta da vedere se, come in molti pronosticano, nella nuova coalizione ci sarà posto anche per la “Srpska”.