Haradinaj: l'imputato è assolto

29 novembre 2012

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Il Tribunale per i crimini nell'ex-Jugoslavia dell'Aja ha assolto Ramush Haradinaj, ex comandante dell'Esercito di liberazione del Kosovo (UCK) ed ex premier dalle accuse di violazione delle leggi e usanze di guerra. Assolti anche i coimputati  Idriz Balaj e Lahi Brahimaj. Haradinaj può tornare in Kosovo da uomo libero

Cartellone inneggiante ad Haradinaj, Pristina - Francesco Martino/OBC

La Corte ha ribadito che crimini sono stati commessi nel villaggio di Jablanica, ma che gli accusati non ne sono responsabili. "Non è stata dimostrata l'esistenza di una 'impresa criminale'" tra gli imputati (qui la sentenza completa). In particolare, non è stata rilevata evidenza del fatto che Haradinaj sapesse dei crimini suddetti. La procura (ma si aspetta conferma) potrebbe appellare la decisione.

Haradinaj, 44 anni, è stato originariamente accusato il 4 marzo 2005, mentre era primo ministro del Kosovo, posizione che ricopriva dal dicembre 2004. L'8 marzo si è dimesso, consegnandosi volontariamente al Tribunale Internazionale per i crimini nell'ex-Jugoslavia (con sede all'Aja).

Insieme ai coimputati Idriz Balaj e Lahi Brahimaj, ad Haradinaj vennero allora attribuiti 37 capi di accusa (18 per crimini contro l'umanità, 19 per violazione delle leggi ed usanze di guerra) per crimini commessi dalle forze dell'Esercito di Liberazione del Kosovo nella zona di operazioni di Dukagijn (dove Haradinaj era il comandante in capo) a partire dal 24 marzo 1998.

Tra i crimini di cui erano accusati gli imputati figurano maltrattamenti, deportazione, imprigionamento, tortura, omicidio, stupro, rapimento. Questi sarebbero stati commessi nella cornice di un' “impresa criminale”, il cui fine era la pulizia etnica della regione. Un ruolo centrale nelle accuse è legato a presunte uccisioni e maltrattamenti avvenute nel campo di internamento improvvisato di Jablanica.

Haradinaj e i suoi coimputati si sono dichiarati non colpevoli. Il 3 aprile 2008, in prima istanza, il Tribunale assolve Haradinaj e Balaj da tutti i capi d'accusa. Brahimaj è stato invece condannato a sei anni per crudeltà e torture.

Nel luglio 2010, però, con una decisione senza precedenti nella storia del Tribunale, la Corte d' Appello ordina una ripetizione parziale del processo, limitata stavolta a sei capi d'imputazione (per violazione delle leggi ed usanze di guerra avvenute nel campo di Jablanica).

Motivazione della decisione: “l'incapacità del Tribunale di assicurare le deposizioni di alcuni testimoni […] a causa dell'inadeguatezza nel cogliere la gravità delle intimidazioni verso gli stessi sull'integrità del processo”. Al centro della motivazione due testimoni: Shefqet Kabashi, ex membro dell'UCK che si era rifiutato di testimoniare al processo di prima istanza, e un testimone anonimo, noto solo con la sigla “PW-80”.

Il rinnovato procedimento è iniziato nell'agosto 2011. Kabashi ha nuovamente rifiutato di testimoniare, mentre “PW-80” ha reso testimonianza da una località segreta. La procura ha portato al banco anche un nuovo teste, “PW-81”, che però, dopo aver portato gravi accuse agli imputati, è stato dichiarato “non credibile” dalla stessa procura.

Nella sua arringa finale, il procuratore Paul Rogers aveva chiesto “almeno 20 anni di reclusione” per gli imputati, la difesa assoluzione piena.