Riforme, integrità del sistema giudiziario, corruzione: l'ultimo report della Commissione europea sui progressi della Macedonia del nord in vista della futura adesione all'UE è probabilmente il peggiore degli ultimi anni. Per Bruxelles, Skopje deve passare dalle parole ai fatti
Ogni anno la Commissione europea pubblica la relazione sullo stato di avanzamento dei paesi candidati verso i criteri di adesione all’UE. La Macedonia del Nord, paese candidato ad entrare nell’UE dal lontano 2005, negli ultimi anni ha compiuto progressi significativi verso l’adesione all’UE. Dal 2017 il paese ha attuato riforme interne e migliorato i rapporti con i paesi vicini, in particolare con la Grecia, con la quale ha avuto una disputa decennale sul nome del paese.
La relazione sui progressi della Commissione europea del 2023 ha tuttavia sollevato preoccupazioni sui progressi della Macedonia del Nord. Questo probabilmente è il rapporto peggiore degli ultimi anni. Il rappresentante della Commissione europea in Macedonia del Nord, David Geer, ha affermato che il rapporto è “sincero” e “giusto” e cerca di incoraggiare le istituzioni a impegnarsi più attivamente nel portare avanti le riforme necessarie per l'adesione all'UE. Il rapporto chiede essenzialmente di andare oltre le parole e passare ai fatti, con un miglioramento sostanziale del lavoro delle istituzioni nazionali, dello stato di diritto e della lotta alla corruzione.
Le complicazioni nel progresso di adesione della Macedonia del Nord sono numerose. Il dibattito pubblico interno è polarizzato, e ciò indebolisce le istituzioni democratiche. La corruzione, una delle principali preoccupazioni rispetto all’avanzamento del Paese, è stata facilitata da una recente riduzione delle sanzioni legali massime per i reati di corruzione.
La Macedonia del Nord si è posizionata bene in termini di politica estera, allineandosi alle posizioni dell’UE sulla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e assumendo un ruolo attivo come presidente dell’OSCE nell’attuale complesso contesto geopolitico. Sulla politica estera, le valutazioni del rapporto sullo stato di avanzamento sono positive.
Le preoccupazioni sollevate riguardano principalmente le riforme interne del Paese. La relazione sui progressi del 2023 rileva miglioramenti limitati o nulli nella riforma della pubblica amministrazione, nell’integrità e nell’indipendenza del sistema giudiziario, nella lotta alla corruzione e nella libertà di espressione. Nel 2021 e nel 2022, in questi stessi ambiti, i progressi segnalati sono stati valutati in modo più positivo rispetto alla relazione del 2023.
Gli aspetti più preoccupanti del rapporto riguardano il sistema giudiziario, con una valutazione negativa rispetto all’indipendenza e all’integrità dei giudici e delle istituzioni del Paese, e preoccupazioni sull’influenza politica. Anche la lotta alla corruzione è in fase di stallo, con casi di corruzione ad alto livello che vengono ritardati o annullati. Inoltre, la riduzione delle pene per i reati di corruzione è considerata particolarmente preoccupante, poiché ostacola la possibilità di garantire la futura responsabilità per reati di questo tipo.
Lo stallo dei progressi è in gran parte dovuto al panorama politico polarizzato. I profondi disaccordi tra i partiti di governo e di opposizione hanno bloccato il lavoro del parlamento e hanno ritardato le nomine dei membri di importanti organi istituzionali come la Corte costituzionale o la Commissione per la protezione e la prevenzione contro la discriminazione. Dunque, la polarizzazione ha portato a ritardi nell’approvazione delle necessarie riforme legislative e ha indebolito istituzioni essenziali per il funzionamento democratico del Paese. Inoltre, l’UE ha chiesto una revisione complessiva della legislazione elettorale, ma su questo punto non c’è stato alcuno sviluppo.
Sul tema della società civile, la relazione rileva che, sebbene le organizzazioni siano in grado di svolgere le proprie attività senza ostacoli significativi, è necessario un ulteriore coinvolgimento attraverso attività di consultazione da parte del governo. Le organizzazioni della società civile sono fondamentali nell'assicurare la reponsabilizzazione delle istituzioni e nel promuovere i diritti umani, l’uguaglianza di genere, i diritti LGBTIQ e i diritti delle persone con disabilità. La loro posizione e il loro ruolo devono essere rafforzati attraverso migliori stanziamenti di bilancio, fiducia reciproca e cooperazione.
Nello specifico, per quanto riguarda l'uguaglianza di genere, sono stati compiuti alcuni progressi legislativi sulla violenza di genere. Tuttavia è necessario un maggiore accesso ai servizi per garantire il pieno rispetto della Convenzione di Istanbul. Inoltre, il crescente movimento anti-genere, talvolta sostenuto da funzionari governativi, leader religiosi e politici, ha bloccato l’adozione della Legge sull’uguaglianza di genere.
Sebbene le sfide permangano, ci sono alcuni progressi nei settori della lotta alla criminalità organizzata, del terrorismo e dell’estremismo violento e nella gestione dei flussi migratori. Alcuni passi avanti sono stati fatti anche rispetto ai criteri economici. La Macedonia del Nord ha un buon livello di preparazione in termini di funzionamento dell’economia di mercato e una preparazione moderata nella capacità dell’economia di far fronte alla pressione competitiva e alle forze di mercato nell’UE. Tuttavia, la potenziale crescita economica è soffocata dalle lacune nello sviluppo delle infrastrutture, dagli scarsi investimenti e finanziamenti per l’innovazione, dalla disoccupazione e da una vasta economia informale.
A livello nazionale, l’argomento più discusso sul processo di integrazione nell’UE è la necessaria modifica costituzionale, diventata una condizione vincolante dopo il veto imposto dalla Bulgaria nel 2020, con modifiche al preambolo e l'inclusione di ulteriori minoranze che vivono all'interno dei confini del paese, in particolare il popolo bulgaro. La disputa in atto tra Bulgaria e Macedonia del Nord ha una lunga storia ed è complessa: la relazione della Commissione non si concentra però sulle modifiche costituzionali proposte e le menziona solo tre volte in un documento di 128 pagine.
Due terzi della popolazione non è d'accordo con i cambiamenti proposti , alla luce della negazione bulgara dell'esistenza della lingua macedone e dell'identità nazionale. Pertanto, la questione è particolarmente controversa per il pubblico. Finora gli emendamenti costituzionali non sono stati approvati e sembra improbabile che ciò avvenga prima delle prossime elezioni parlamentari del 2024.
Mentre i funzionari dell’UE sottolineano l’importanza dell’approvazione di tali emendamenti, il rapporto sui progressi dell’UE menziona solo che il Parlamento e il governo hanno dichiarato il loro impegno per approvare gli emendamenti in via prioritaria. Tuttavia, alla luce delle questioni legate allo Stato di diritto e alla corruzione, gli emendamenti costituzionali non sono al centro della relazione 2023 sui progressi dell’UE.
Mentre il Paese attende le elezioni parlamentari programmate per la primavera del 2024, la relazione della Commissione europea solleva importanti interrogativi sulla capacità della Macedonia del Nord di sostenere progressi lineari per avanzare verso l’adesione all’UE. La strada per la realizzazione delle riforme necessarie è ancora lunga, anche se ci sono ragioni per rimanere cautamente ottimisti, soprattutto considerando il rinnovato interesse dell’Unione per l’allargamento.
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