I vasti incendi che hanno colpito la Macedonia del nord nelle settimane scorse hanno messo in discussione il datato sistema per rispondere alle situazioni di emergenza nel paese. Un problema reso più grave dalla mancanza di risorse e personale
In questi mesi estivi si sono verificati numerosi incendi boschivi in tutta la Macedonia del Nord, con la perdita di vite umane e decine di case bruciate in alcuni insediamenti rurali. Finora, l'area più grande andata a fuoco è sul monte Serta, vicino alla città di Negotino, dove si ritiene che oltre duecento chilometri quadrati di foresta a basso fusto siano stati distrutti, e selvaggina e uccelli ne hanno sofferto.
Nelle aree rurali delle città di Sveti Nikole e Kumanovo, ci sono state anche vittime umane e i danni maggiori, con decine di case andate a fuoco. Case sono andate a fuoco anche intorno al lago di Dojran.
Nulla è cambiato
I media, che hanno analizzato la situazione attraverso le opinioni di esperti e stakeholder, sottolineano che nulla è cambiato nel sistema per affrontare tali disastri, anche se nel 2021 si è già verificata una situazione simile quando migliaia di ettari di foresta sono andati a fuoco nella regione di Maleshevia. Si ritiene che gli ultimi incendi stiano causando danni incalcolabili all'ecosistema, all'acqua, al suolo, all'aria, ai terreni agricoli e alla selvaggina.
L'agenzia statale MIA ha analizzato le capacità del sistema di protezione antincendio, ovvero le unità antincendio locali nelle città che intervengono sugli incendi nelle aree rurali e nelle foreste. Per gli interventi nelle foreste, i dipendenti della società/impresa pubblica "National Forests" dovrebbero intervenire per primi, ma non lo hanno fatto. L'impresa ha il conto bloccato, quindi non ci sono soldi per il carburante per i veicoli. Secondo le ultime notizie sui media, "hanno inviato un'e-mail al Crisis Management Center dicendo che non sarebbero intervenuti perché non avevano mezzi con cui andare sul campo”.
Dopo una riunione della maggior parte delle istituzioni legate al settore della prevenzione dei disastri, è stato deciso di riorganizzare immediatamente l'intero sistema per affrontare adeguatamente le situazioni di crisi. Per cominciare, è stato deciso di unificare il Centro per la gestione delle crisi e la Direzione per la protezione e il soccorso, per formare un'Unità speciale per la protezione e il soccorso che inizialmente dovrebbe contare circa 120 persone in Macedonia del Nord, a fronte di 1,8 milioni di abitanti.
"Sarà multifunzionale, addestrata per la ricerca e il soccorso, vale a dire per spegnere gli incendi in estate e per salvare le persone dalle montagne in inverno e, in caso di terremoti, per aiutare a trovare coloro che sono sepolti sotto le macerie", ha annunciato Stojanche Angelov, direttore del Centro per la gestione delle crisi.
Risorse limitate
Per spegnere gli incendi boschivi in terreni inaccessibili, lo stato ha attualmente tre "trattori aerei" della Direzione per la protezione e il soccorso, di cui solo due sono operativi e sul campo. Due elicotteri dell'esercito e della polizia sono attivati per spegnere gli incendi.
Dei tre velivoli antincendio, due erano operativi e uno era rotto. Gli aerei non sono stati utilizzati immediatamente perché non c'era nessuno a pilotarli. I piloti in pensione Stoje Arsovski e Vasko Mikhalchev, con un permesso speciale delle istituzioni statali, sono tornati a pilotare gli aerei e a spegnere gli incendi dal cielo.
La legge sulla lotta antincendio determina e regola il numero di vigili del fuoco in base al numero di abitanti. Pertanto, i comuni fino a 10mila abitanti dovrebbero avere 9 vigili del fuoco professionisti, mentre quelli con oltre 24mila abitanti dovrebbero avere un vigile del fuoco ogni 1.500 abitanti. Eppure, l'analisi del Centro per le comunicazioni civili (CCC) ha mostrato che, nonostante le norme, mancano vigili del fuoco in tutte le città, per un totale di 340.
Il ministero della Difesa stanzia denaro per stipendi e integrazioni salariali per 734 vigili del fuoco attraverso sussidi dedicati e, per il resto, i fondi sono forniti dai bilanci comunali.
I vigili del fuoco, oltre a essere pochi, hanno molti veicoli vecchi, camion e fuoristrada, principalmente di seconda mano e donati da fondazioni o cittadini. Lo stato o i comuni raramente forniscono nuovi veicoli antincendio.
Secondo le analisi annuali del CCC, attualmente ci sono oltre tremila veicoli ufficiali in Macedonia del Nord, tutti acquistati nuovi, mentre le ambulanze e i mezzi dei vigili del fuoco sono veicoli donati.
L'ultimo acquisto di 12 nuove ambulanze risale al 2018, ma è stato basato anche su donazioni da altri paesi.
La ricerca del CCC mostra che nelle 34 unità/città dei vigili del fuoco ci sono un totale di 284 veicoli, di vario tipo: quelli che spengono gli incendi, le cisterne d'acqua e i veicoli per il trasporto di vigili del fuoco e attrezzature. L'età media di tutti questi veicoli è di 27 anni. Dal 2020 a giugno 2023, sono stati acquistati o ricevuti in donazione 29 nuovi veicoli. Come nel 2021, nelle ultime settimane paesi della regione come Croazia, Slovenia e Turchia sono giunti in aiuto della Macedonia.
Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto FIRE-RES cofinanziato dall’Unione europea. L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto; la responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina FIRE-RES
Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT!