Il 2021 per la Macedonia del nord dovrebbe essere l’anno del nuovo censimento generale, dopo il fallimento di quello del 2011. Molte questioni restano però irrisolte: a preoccupare soprattutto l’inclusione degli emigrati e il delicato capitolo degli equilibri etnici
Ci sarà un censimento nel 2021 in Macedonia? La domanda serpeggia nel paese: non solo a causa della pandemia di COVID-19, ma anche dei gravi problemi incontrati nel 2011, quando l'operazione dovette essere interrotta.
Il 10 ottobre 2011 il censimento, programmato dal primo al 15 del mese, fu infatti abortito con le dimissioni collettive e irrevocabili della commissione per i problemi causati dalle divisioni tra gli enumeratori: incapaci di accordarsi sull'inclusione o meno dei cittadini che non vivevano in Macedonia e lavoravano all'estero.
Nel 2019 si è deciso di tenere il censimento nell'aprile 2020, ma l'operazione è stata rinviata ancora una volta a causa delle elezioni parlamentari anticipate previste per marzo (le elezioni sono state poi rinviate al 15 luglio a causa del coronavirus). Ora l'ultima data fissata è dal primo al 15 aprile 2021.
Apostol Simovski, direttore dell'Ufficio nazionale di statistica (l'istituzione incaricata di condurre il censimento) ha confermato in una recente tavola rotonda che i preparativi tecnici per il censimento sono in corso da diversi mesi. Simovski ha dichiarato ai media locali che il censimento sarà realizzato con un metodo combinato.
“Nel censimento precedente sono stati utilizzati solo questionari cartacei. Ora useremo laptop con questionari elettronici come metodo aggiuntivo per raccogliere dati. Durante la visita presso le famiglie, gli intervistatori potranno inserire immediatamente nei database i dati raccolti sul campo attraverso i loro computer. Con la precedente metodologia serviva almeno un anno e mezzo per elaborare le informazioni raccolte; ora, come previsto dalla normativa vigente, dobbiamo produrre i risultati entro sei mesi dal censimento”, ha dichiarato Simovski.
Emigrazione ed equilibri etnici
Al censimento sono legate due questioni socio-politiche: l'emigrazione di massa verso l'estero negli ultimi vent'anni, principalmente verso i paesi dell'Europa occidentale, e il fatto che la costituzione macedone prevede alcuni diritti civili collettivi per le comunità etniche quando rappresentano oltre il 20% della popolazione in un determinato comune o in tutto il paese.
Secondo le disposizioni di legge per il censimento, per i cittadini della Macedonia del Nord che lavorano o soggiornano temporaneamente all'estero l'autoregistrazione sarà abilitata a marzo attraverso un'apposita applicazione che sarà disponibile sul sito web dell'Ufficio nazionale di statistica. L'applicazione sarà disponibile ai cittadini in sette lingue: macedone, albanese, turco, rom, valacco, serbo e bosniaco.
L'ex direttrice dell'Ufficio nazionale di statistica e docente universitaria Blagica Novkovska afferma che l'enumerazione di tutti i cittadini della Macedonia del Nord, indipendentemente dal fatto che si trovino nel paese o all'estero al momento del censimento, apre molti dilemmi su portata, affidabilità e qualità dei dati raccolti.
Secondo Novkoska, per i cittadini della Macedonia del Nord che non saranno presenti al momento del censimento non è chiaro chi fornirà i dati, soprattutto se intere famiglie sono assenti. In questi casi non ci si può aspettare che i dati siano affidabili e pertinenti, spiega Novkovska, sottolineando che le risposte a queste domande possono essere ottenute solo tramite le dichiarazioni personali delle persone elencate.
“Per i cittadini per i quali sarà una terza persona a fornire i dati, non è chiaro come possano conoscere i dati che riferiranno, soprattutto quando si tratta dell'identificazione etnico-religiosa delle persone assenti, perché quei dati dovrebbero essere privati. In assenza di dati precisi, ci si può aspettare che quei cittadini della Macedonia del Nord che lavorano e vivono all'estero da molti anni saranno elencati come persone temporaneamente assenti”, spiega Novkovska.
Le preoccupazioni della comunità albanese
Secondo alcuni rappresentanti dei partiti politici albanesi, il prossimo censimento apre anche una serie di questioni politiche, in quanto potrebbero essere messi in discussione i diritti acquisiti dalla loro comunità dove gli albanesi rappresentano oltre il 20% della popolazione.
“A causa del censimento, la popolazione albanese potrebbe perdere i diritti ottenuti in alcuni comuni”, hanno affermato i rappresentanti del partito Alleanza per gli albanesi durante il dibattito parlamentare sull'adozione della legge sull'attuazione del censimento.
Il governo ha sottolineato che il censimento non può essere una base per modificare le leggi o la Costituzione, che rimane il più alto atto giuridico nel paese.
“Le speculazioni che circolano nello spazio pubblico sono il frutto di manipolazioni politiche. La Costituzione e l'accordo quadro di Ohrid non possono essere ritoccati in base ai risultati del censimento. Il censimento sarà condotto solo per aggiornare statistiche e parametri economici. Ne abbiamo bisogno per poter bilanciare lo sviluppo del Paese”, ha dichiarato ai media locali il premier socialdemocratico Zoran Zaev, respingendo le ipotesi che, a seconda dei risultati del censimento, potrebbero esserci dei cambiamenti nella Costituzione.
Il ministro della Giustizia Bojan Maricic ha sottolineato ai media che il fallimento del 2011 è una lezione sufficiente affinché il censimento debba essere visto solo come un'operazione statistica essenziale per lo Stato, e non come una questione politica.
Riflessi del censimento del 2011
In merito al censimento fallito nel 2011, l'Ufficio del procuratore speciale aveva avviato un'indagine contro l'ex leader VMRO-DPMNE Nikola Gruevski e il leader DUI Ali Ahmeti. I due erano sospettati di aver interrotto intenzionalmente la procedura perché temevano che il censimento potesse avere ripercussioni negative sul loro governo in termini elettorali e politici. Con il fallimento del censimento, furono letteralmente bruciati invano 175 milioni di dinari.
Quasi due anni e nove mesi dopo l'apertura, tuttavia, la Procura ha deciso di interrompere le indagini, visto che non sono state raccolte prove sufficienti per perseguire i sospettati.
Nel 2007 è stato condotto un censimento nel settore agricolo in Macedonia, e nel corso del 2019, in preparazione al nuovo, è stato condotto un censimento pilota in 13 comuni con l'obiettivo principale di testare le soluzioni metodologiche, organizzative e informatiche per l'applicazione del nuovo approccio metodologico combinato.
Secondo i dati del censimento del 2002 (gli ultimi ad oggi disponibili), il Paese conta 2.022.547 abitanti, di cui 1.297.981 macedoni (64%) e 509.083 albanesi (25,17%).
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