Dopo la schiacciante vittoria alle politiche e presidenziali dello scorso 8 maggio, la VMRO DPMNE e i suoi neo-alleati iniziano a delineare le priorità del nuovo governo. Il futuro dell’integrazione europea del paese, legato a difficili riforme costituzionali, resta un rebus dalla difficile soluzione
Dopo le elezioni di maggio, la VMRO DPMNE è tornata al governo dopo sette anni all'opposizione. Nelle elezioni parlamentari ha ottenuto 58 deputati su 120 contro i 18 a testa delle coalizioni degli ex partiti di governo, SDSM e DUI, i 14 della coalizione “Vredi” e i sei ciascuno dei partiti ZNAM e Levica.
Durante la campagna elettorale e dopo aver vinto le elezioni, la VMRO DPMNE ha assunto tre impegni: integrazione europea, lotta a criminalità e corruzione e una forte crescita economica.
Il processo di integrazione ha rappresentato una sfida per il precedente governo a guida SDSM (a cui mancavano gli 81 deputati sui 120 necessari per approvare riforme costituzionali) dopo che l’UE ha chiesto alla Macedonia del Nord di includere nella sua Costituzione la minoranza bulgara, che secondo il censimento del 2021 ammonta oggi a circa tremila persone.
La VMRO DPMNE ha stretto un accordo con la coalizione “Vredi” (che comprende vari partiti che rappresentano la comunità albanese) e il movimento ZNAM: la nuova maggioranza può contare attualmente su 78 deputati, ma non è chiaro se potrà o meno ricevere il sostegno dell'attuale opposizione SDSM e DUI per attuare le modifiche costituzionali.
Durante la sua campagna, la VMRO DPMNE ha promesso di farlo, ma solo quando il paese diventerà membro dell’UE o con il sostegno delle maggiori potenze europee, segnali di buona volontà da parte della Bulgaria e un chiaro accordo secondo cui Sofia non porrà ulteriori veti all'integrazione europea di Skopje.
Prima delle elezioni, l’SDSM ha però ribadito che la Bulgaria non accetta alcuna validità ritardata degli emendamenti costituzionali e questo approccio è stato sostenuto da tutti gli Stati membri dell’UE: quindi per i socialdemocratici, ora la principale forza di opposizione in parlamento, la VMRO-DPMNE rischia solo di perdere tempo cercando di spingere per una soluzione del genere.
Nel frattempo è stato eletto un nuovo portavoce in Parlamento: Afrim Gashi, di etnia albanese e della coalizione “Vredi”, sostenuto da 76 deputati.
"Credo che, se lo sappiamo e lo vogliamo, abbiamo molti punti che ci uniscono. Questa è una buona opportunità per cooperare, abbiamo poche cose che ci dividono ed è un'opportunità per essere tolleranti e rispettare i diritti democratici nel paese", ha dichiarato dopo essere stato eletto.
La VMRO DPMNE ha sconfitto l'SDSM anche alle elezioni presidenziali. Per la prima volta è stata eletta una donna: Gordana Siljanovska-Davkova ha ottenuto il 65,14% dei voti, il precedente capo di stato Stevo Pendarovski il 29,25%.
Il 12 maggio, prestando giuramento in Parlamento, ha chiamato il Paese “Macedonia”, evitando di usare il nome ufficiale di “Repubblica della Macedonia del Nord”. Ciò ha causato forti reazioni soprattutto da parte della Grecia, ma anche di altri paesi europei. Il presidente e lo Stato sono stati rimproverati per non aver rispettato l’accordo di Prespa raggiunto con la Grecia nel 2018 e l’Accordo di buon vicinato con la Bulgaria del 2017.
La presidente ha poi annunciato che si atterrà all'applicazione ufficiale del nome costituzionale. Il gabinetto ha sottolineato che il giuramento è stato comunque firmato utilizzando il nome costituzionale Repubblica di Macedonia del Nord.
"Nelle sue apparizioni pubbliche, la presidente ha il diritto di usare il nome Macedonia come diritto personale all'autodeterminazione e all'auto-identificazione, nel rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e in conformità con i valori e i principi europei", ha sottolineato il suo gabinetto.
"Negli ultimi cinque anni le istituzioni macedoni hanno adempiuto quasi completamente agli obblighi derivanti dall'Accordo di Prespa, e la presidente si aspetta che tutti i partner rispettino a loro volta gli obblighi bilaterali e multilaterali assunti nei confronti del Paese", hanno concluso dall’amministrazione della Presidente.
Per quanto riguarda gli altri impegni, i cittadini nutrono grandi aspettative nei confronti del nuovo governo.
Dopo le elezioni, il leader del partito e primo ministro in pectore, Hristijan Mickoski, ha annunciato alcune modifiche agli organi governativi.
"Il ministero dell'Economia è troppo grande e non risponde adeguatamente alle esigenze dei tempi moderni, quindi invece di avere un settore per l'energia, l'estrazione mineraria e le risorse minerarie, avremo un nuovo ministero ad hoc", ha detto Mickoski in un'intervista televisiva.
“Crediamo anche che il Commercio estero dovrebbe collaborare con il ministero degli Affari Esteri. Il turismo, che è a livello di dipartimento o settore del ministero dell'Economia, dovrebbe essere assegnato al ministero della Cultura, in modo da avere un ministero della Cultura e del Turismo. Il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali dovrebbe diventare il ministero delle Politiche sociali, della Demografia e della Gioventù, riportando il Lavoro sotto il ministero dell'Economia", ha concluso Mickoski.
I piani del nuovo governo includono anche la creazione di un nuovo ministero per la Digitalizzazione e un ministero dello Sport.
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