Iniziando quasi per caso, negli ultimi venti anni Vlatko Miloshevski ha raccolto decine di opere realizzate nei territori della regione storica della Macedonia nel periodo 1850-1950. Un patrimonio ora fruibile anche online
Vlatko Miloshevski vive nei Paesi Bassi, dove lavora come esperto di informatica, ma da 20 anni cerca, acquista o documenta varie opere d'arte di pittori stranieri in visita nel territorio geografico della Macedonia.
Il “Lessico dei pittori stranieri in Macedonia 1850-1950 ” (anche online) raccoglie tutte le informazioni disponibili sulle attività di pittori, illustratori, grafici, scultori e fotografi d’arte stranieri che hanno visitato la Macedonia e creato opere d’arte ispirate al paese, alla cultura, tradizione, natura o eventi storici del periodo tra il 1850 e il 1950. Circa 400 pagine presentano oggi 246 pittori stranieri con le loro biografie e 590 fotografie delle loro opere.
Tutto è iniziato nel 2004, mentre Vlatko cercava fotografie interessanti su Internet. Ad un'asta online, ha notato che su 12 disegni a guazzo su carta si leggeva: "Nicholas Petkovic – disegni dalla Macedonia, 1928" e ne ha acquistati tre.
Poi per diversi anni, fino al 2008, ha cercato di scoprire di più su questo pittore a lui sconosciuto e sul suo legame con la Macedonia. Le risposte sono arrivate dai blog d'arte serbi: Petkovic aveva insegnato a Ohrid nel 1912-1916, quindi dipinse e disegnò paesaggi di Ohrid e abitanti dei villaggi macedoni in costumi popolari nelle attività quotidiane. Vlatko ha poi allargato la sua ricerca ad altri pittori provenienti da altri paesi presenti in Macedonia tra il 1850 e il 1950.
Una maratona artistica
"In quei primi quattro anni, il progetto Lexicon ha iniziato ad evolversi da un elenco Excel in una collezione di biografie. Anche la mia collezione d'arte privata ha iniziato a crescere. Ho imparato la lezione che questo progetto sarà una maratona, non uno sprint. Non solo per Nikola Petkovic, ma anche per molti altri pittori, mi ci sono voluti diversi anni per trovare il loro collegamento e poi una storia legata alla Macedonia e la loro biografia”, racconta Miloshevski, che ha continuato a ricercare cataloghi, archivi di musei di tutto il mondo, aste online e siti di case d'asta e ha acquistato opere d'arte di pittori di decine di paesi diversi che avevano lavorato in Macedonia. A volte ha contattato i discendenti degli artisti per averne le opere.
Su un gran numero di queste opere d'arte i pittori hanno scritto "Macedonia" come luogo della creazione, quando né la Macedonia esisteva come Stato né il suo territorio aveva ufficialmente questo nome. Eppure, dice Miloshevski, sapevano dove si trovavano, e tale eredità culturale appartiene a tutti i gruppi etnici e agli stati odierni che comprendono una parte della Macedonia geografica.
Il sito del collezionista spiega che con il termine Macedonia si intende la regione geografica che comprende l'odierna Repubblica della Macedonia del Nord, il territorio della Macedonia dell'Egeo oggi parte della Grecia, il territorio della Macedonia Pirin oggi in Bulgaria e le regioni di Mala Prespa, Golo Brdo, Pustec e Pogradec oggi in Albania.
Vengono citati diversi pittori italiani. Durante la Prima Guerra Mondiale, intorno al 1918, Alfonso Corradi (1889-1872) soggiornò in Macedonia come pittore militare. Tre sue opere sono riprodotte su cartoline dell'epoca. Mostrano scene della vita rurale del popolo macedone dell'epoca. Un'altra sua opera famosa è il dipinto intitolato "Primavera in Macedonia".
Vico Mantegazza (1856-1934), scrittore, giornalista, fotografo e politico italiano, è presente con le sue fotografie del popolo macedone nel periodo dal 1903 al 1905. Le pubblicò nel libro "Macedonia" (1903), dove descrive il suo soggiorno e la situazione politica e civile prima della rivolta di Ilinden e spiega con precisione la questione macedone. Nel 1908 Mantegazza tornò in Macedonia nell'ambito del progetto ferroviario austro-ungarico-turco per collegare Istanbul e Salonicco via treno.
Ettore Ponzi (1908-1992), pittore e soldato, visse nella parte albanese della Macedonia e nella regione di Ocrida. Dipinse principalmente persone in abiti tradizionali, chiese, monasteri e moschee a Korča, Ohrid e nei villaggi vicini.
Un patrimonio comune
Miloshevski dice che dovremmo essere tutti orgogliosi di questo lascito. Crede che quest'arte ispirata e creata in Macedonia sia qualcosa che ci unisce in questi tempi difficili, poiché tutti questi artisti vedevano la Macedonia come un paese molto interessante e insolito, dove convivono culture e religioni diverse in un unico posto.
“Le persone nei mercati parlavano 3-4 lingue, in una conversazione passavano dal macedone all’albanese, al valacco, al turco, e quella combinazione di culture non aveva precedenti per loro. Questo motivo prevale in tutte le opere raccolte. Scene dai mercati di tutta la Macedonia, ritratti di abitanti dei villaggi macedoni, persone, scene di guerre”, ha detto Miloshevski a Tetovo, una delle città della Macedonia del Nord dove promuove il suo Lexicon.
Allo stesso tempo, secondo Vlatko, quel periodo di 100 anni è una combinazione dello sviluppo della civiltà in generale, dell'arte, della cultura e della storia. Quel secolo vide nascere l'impressionismo, il cubismo, l'espressionismo e l'arte moderna. La tecnologia ha inventato il telefono, la radio, le automobili e gli aerei. Da un punto di vista storico, i rivoluzionari iniziarono a lottare per l'indipendenza dello stato macedone, poi arrivarono le guerre balcaniche, poi la Prima guerra mondiale, poi la Seconda guerra mondiale.
Solo un inizio
Per il Lexicon, Vlatko ha collaborato con il giornalista e fotografo Zoran Andonov di Tetovo, che ha aiutato a trovare le biografie degli artisti. Alle promozioni Vlatko porta sempre una trentina di dipinti in modo che gli amanti dell'arte possano conoscerli.
Durante la promozione a Ohrid, il presidente dell'Accademia macedone delle scienze e delle arti ha sottolineato che l'arte raccolta nel Lexicon ha un valore inestimabile per il futuro dell'attuale Macedonia del Nord.
"Questo libro parla della creazione artistica vista attraverso gli occhi degli stranieri che furono in queste zone nel periodo 1850-1950 e furono testimoni della disobbedienza macedone, della creatività macedone. Per questo insisto sul fatto che due cose sono necessarie per il futuro della Macedonia del Nord: scienza e arte. La scienza per poter avere una crescita economica e uno sviluppo migliori, e l'arte per non essere dimenticati", ha affermato Ljupcho Kocarev secondo quanto riportato dal portale sdk.mk.
Il Lexicon è scritto in macedone e inglese. Per ogni pittore viene fornita una breve biografia, per identificare ed elencare il più possibile i pittori che hanno visitato la Macedonia.
Alla domanda sul futuro, Vlatko risponde che vede il Lexicon come un inizio e spera che uno studio più approfondito su questo argomento possa avviare una cooperazione tra gli archivi statali e gli storici dell'arte in questa parte dei Balcani, poiché l'arte è qualcosa che può unire.
Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT!