A seguito degli embargo e della crisi economica in Russia, Moldavia e Georgia stanno tentando di ridirezionare il loro export verso l'Ue. Impresa non facile
(Pubblicato originariamente da Eurasianet.org)
Non devono sottostare a quote o dazi. Ma per Georgia e Moldavia, paesi dalla forte vocazione vitivinicola, le facilitazioni messe in campo dall'Ue per l'accesso al mercato interno europeo non è scontato portino a risultati commerciali.
Il settore vitivinicolo non è dominante in nessuno dei due paesi sopracitati, ciononostante è così legato all'identità delle due nazioni che nel giugno 2014, la sottoscrizione degli Accordi di associazione con l'Ue, ha portato alla viva speranza che i maggiori legami economici con l'Unione portassero a vendite più ingenti di vini georgiani e moldavi in Europa.
Ma, ad oggi, non è avvenuto proprio così. Mentre in Moldavia, colpita da due embarghi russi sul vino, l'esportazione era già stata re-indirizzata verso i paesi Ue, la Georgia invece, 1400 km più a est, vive una discrepanza palese tra la sua politica estera e le politiche di export sul vino.
Forse la Russia è vissuto come il nemico numero uno della Georgia, ma è anche, dalla fine dell'embargo settennale terminato nel 2013, il cliente estero principale del vino georgiano.
Nel 2014 i russi si sono scolati 37,6 milioni di bottiglie di vino georgiano, il 63% del totale dell'export georgiano nel settore. L'Unione europea è rimasta nettamente al di sotto del 10%, secondo dati dell'Agenzia georgiana nazionale sul vino.
“Quello russo è un mercato molto facile per il vino georgiano”, spiega Irakli Cholobargia, responsabile per il marketing dell'Agenzia. “I russi conoscono bene il nostro vino, piace loro e ne acquistano in grandi quantità. Nessun produttore di vino si perderebbe quest'opportunità”.
Tra le sanzioni e gli alti e bassi della geopolitica mondiale, quell'opportunità, però, potrebbe essere un'attrazione pericolosa. La presa russa sull'export del vino georgiano è calata dell'8% se si compara la situazione attuale con i primi mesi del 2014, e potrebbe diminuire ulteriormente. Il Fondo monetario internazionale ha infatti previsto che l'economia russa si contragga del 3.8% nel 2015 e che si trovi ad affrontare un'inflazione del 17,9%.
In passato anche per il vino moldavo quello russo era un mercato molto facile. Già nel 19mo secolo gli zar russi avevano i propri vigneti in Moldavia e promuovevano il mercato del vino. Ma oggi, dato l'embargo in vigore, il mercato russo copre solo il 12% dell'export di vino moldavo; e la percentuale rappresenta l'eccezione fatta dai russi per i vini provenienti dalla regione della Gaugazia, che ha dimostrato un approccio più amichevole rispetto al resto della Moldavia nei confronti della Russia.
L'Ue invece rappresenta il 39% dell'export di vino moldavo, secondo i dati dell'Ufficio nazionale per l'uva e il vino.
Il grande gruppo vitivinicolo Purcari & Bostavan - che presto si augura di poter commercializzare i suoi prodotti sul mercato britannico attraverso il più antico commerciante di vini del Regno, la Berry Bros. & Rudd - nel 2014 ha piazzato il 60% delle vendite di vini all'estero in paesi Ue. E non ha pentimenti. “Dopo il primo embargo [nel 2006], abbiamo riformulato le nostre politiche di export. La nostra ambizione ora è di conquistare l'ovest”, afferma l'amministratore delegato Victor Bostan,
Ma la questione è se sia la Moldavia che la Georgia siano effettivamente in grado di conquistare il mercato Ue.
Quello europeo, con i suoi 505 milioni di abitanti, è un mercato altamente competitivo, dove un buon vino è solitamente percepito se secco, piuttosto che dolce, come avviene invece nelle regioni ex-sovietiche. Inoltre è solo ora che si inizia a riconoscere che in Moldavia e Georgia vi siano due delle culture vitivinicole più antiche al mondo (rispettivamente risalenti a 5000 e 10000 anni fa), e nessuno dei due paesi produce quantità di vino sufficienti a competere in termini di prezzo con altre aziende già affermate sul mercato.
“Tutti pensano che la Georgia sia un grande produttore di vino, ma non è proprio così”, sottolinea Juan Echanove, attaché Ue in Georgia responsabile di agricoltura e sviluppo rurale, intervistato l'anno scorso da EurasiaNet.org.
Nel 2013 la Georgia ha prodotto 65.5 milioni di litri di vino e cioè solo l'1.4% dei 4,62 miliardi di litri prodotti dalla Francia, la maggiore produttrice di vino al mondo.
La situazione è simile in Moldavia, dove la viticoltura corrisponde al 5% dei territori coltivati nel paese. Nel 2014 la Moldavia ha prodotto lo 0,7% di quanto prodotto in Francia. Un quarto della produzione nel paese proviene da aziende vitivinicole che non producono più di 100 tonnellate di uva all'anno, secondo stime del Centro rumeno per le politiche europee, con sede a Bucarest.
L'impatto sui prezzi è evidente. Una bottiglia di media qualità di Cabernet Sauvignon francese si può trovare nei supermercati britannici per 6.00 sterline, mentre una bottiglia simile di Saperavi, al top nelle vendite Ue tra i vini provenienti dalla Georgia, a 9.95 sterline. Simili differenze vi sono tra ad esempio il Pinot Grigio prodotto in Italia e quello proveniente dalla Moldavia.
Le autorità georgiane stimano che 118 dei loro produttori vitivinicoli esportino verso l'estero. Però Tea Kikvadze, direttrice commerciale della Teliani Valley, una delle principali aziende vitivinicole del paese, ammette che prezzi alti per aziende poco conosciute non incoraggiano certo gli importatori e distributori Ue. Inoltre sia i vini georgiani che quelli moldavi tendono a fare il loro meglio proprio in paesi Ue con forti legami con il passato sovietico: per entrambi la Polonia è in testa ai paesi in cui esportano in seno all'Ue. Lettonia, Lituania, Repubblica Ceca e Romania sono gli altri mercati chiave.
Ora, con il mercato russo in recessione, riuscire ad esportare anche in altri paesi Ue è divenuto di estrema importanza. Qualche progresso è stato fatto. L'export georgiano in Polonia, Germania e Lettonia nell'ultimo anno è cresciuto rispettivamente del 23, del 22 e del 18%, secondo i calcoli dell'Agenzia nazionale per il vino.
L'Ue ha comunque i propri prodotti da promuovere. Ciononostante ha fornito assistenza ai due paesi.
In Moldavia un prestito su 12 anni di 75 milioni di euro da parte della Banca europea per gli investimenti ha finanziato l'adeguamento dei controlli di qualità, una campagna d'informazione del marchio-paese e un'Agenzia che si occupa di marketing nel settore vitivinicolo.
In Georgia l'Ue invece afferma di aiutare la produttività in campo agricolo, diffondere informazioni in merito sulle origini geografiche e di collaborare a implementare standard adeguati di sicurezza alimentare.
Ultimamente sono i mercati-nicchia ad essere visti come quelli più adeguati per i vini di entrambi i paesi.
Citando l'esperienza australiana, Marco Tiggelman, esperto della statunitense Agenzia internazionale per lo sviluppo e che collabora con Ufficio nazionale moldavo per l'uva e il vino, ha consigliato, in un'intervista rilasciata all'agenzia Infotag, che la Moldavia si concentri più sulla qualità e unicità piuttosto che sul prezzo.
Anche le recensioni sui media europei dei vini moldavi e georgiani tendono a focalizzarsi sulla loro novità e sui vitigni autoctoni.
Questo potrebbe giocare in particolare a vantaggio della Georgia, un paese che afferma di avere 45 varietà coltivate, sottostimate in epoca sovietica durante la quale ci si è concentrati sulla produzione di vino per le masse.
I vini prodotti nelle kvevris – giganti anfore di terracotta, sotterrate nel terreno – hanno già trovato i loro estimatori in Europa e sono spesso esportati all'estero con le anfore stesse.
Ma la promozione sembra restare un punto debole.
La Moldavia definisce i potenziali clienti del proprio vino come “consumatori alla ricerca di nuove avventure” ma vi è solo uno spot finanziato dalle istituzioni che promuovere queste “avventure”. Le aziende georgiane invece tendono ad aspettare di essere guidate dall'iniziativa delle istituzioni e dell'Ue.
Questo però non affossa le speranze Ue nei confronti del vino moldavo.
“Siamo più che sicuri che il vino moldavo riuscirà a prendersi una fetta del mercato Ue...”, ha affermato la Delegazione Ue a Chișinău in una nota a EurasiaNet.org. Un ottimismo simile è percepibile presso i funzionari Ue in Georgia. Ma, per ora, solo uno dei due paesi ha esportazioni tali da giustificarlo.
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