Lo scorso aprile le elezioni, poi le accuse di frode, le proteste violente e la dura reazione delle autorità. In Moldavia il muro contro muro tra partito comunista - vincitore delle elezioni - e opposizione non è finito. Ora si torna alle urne
Le elezioni in Moldavia, tenutesi la scorsa primavera, sono da rifare. Non perché, come denunciava l'opposizione, si sia dimostrata l'esistenza di brogli ma perché il nuovo parlamento moldavo non è riuscito ad eleggere il Presidente della Repubblica. Lo scorso 3 giugno infatti il Parlamento ha votato a più riprese per l'elezione del Presidente della Repubblica. Il candidato comunista Zinaida Greceanâi ha ottenuto 60 voti, uno in meno del necessario. Questo porta la Moldavia a nuove elezioni parlamentari, dato che in seguito al secondo tentativo non riuscito di eleggere il Presidente della Repubblica, il Parlamento deve essere sciolto.
Impossibilità di dialogo
La crisi politica che sta divampando è conseguenza diretta dell'incapacità di stabilire un dialogo e di trovare un compromesso tra i diversi attori politici moldavi. L'antagonismo politico, alimentato negli ultimi 8 anni dal comportamento poco conciliante del partito comunista, ha raggiunto un livello senza precedenti, che al momento esclude ogni forma di consenso. Fin dall'inizio i partiti all'opposizione hanno messo in dubbio la correttezza delle elezioni parlamentari tenutesi lo scorso 5 aprile, definendole una frode. Successivamente hanno annunciato di non voler partecipare alle elezioni del Presidente della Repubblica, con l'intento di ottenere nuove elezioni parlamentari.
Secondo l'opposizione dopo le frodi elettorali, le proteste violente e gli abusi sulle persone arrestate dalla polizia l'unica soluzione morale era quella del ritorno al voto. "L'elezione del presidente significherebbe la legalizzazione della frode commessa dai comunisti il 5 aprile", ha dichiarato Vlad Filat, leader del Partito Liberaldemocratico, all'opposizione, poco prima che le votazioni avessero inizio.
Dall'altra parte, il partito comunista, vincitore delle elezioni del 5 aprile, fin da subito ha rigettato qualsiasi intenzione di stabilire un dialogo con l'opposizione, affermando che avrebbero ottenuto il voto mancante per eleggere il Presidente della Repubblica attraverso negoziazioni individuali con i singoli parlamentari. Modalità di procedere bollata immediatamente dall'opposizione come "corruzione politica". Dato che il partito comunista non riusciva ad ottenere il voto mancante, era imminente un cambio di strategia, ma l'incapacità di avere un dialogo equo con la controparte ha trasformato i negoziati con l'opposizione in uno sforzo vano. Gli ultimi tentativi di convincere l'opposizione a votare il candidato comunista alla presidenza speculando sulla crisi economica sono falliti.
Coalizioni
La notizia di nuove elezioni parlamentari è arrivato come manna dal cielo per molti partiti all'opposizione che non avevano ottenuto il 6% necessario per entrare in Parlamento. I leader dei tre partiti principali di orientamento socialdemocratico - il Partito Democratico, il Partito Socialdemocratico e l'Unione di Centro - hanno già annunciato di voler presentarsi insieme alla nuova tornata elettorale e di non ripetere l'errore di gareggiare divisi come la volta precedente, aumentando così le loro possibilità di entrare in Parlamento.
I tre partiti di opposizione in Parlamento - il Partito Liberale, il Partito Liberaldemocratico e L'Alleanza La nostra Moldavia - stanno pensando di collaborare per ottenere un risultato migliore rispetto alle elezioni del 5 aprile. Non hanno escluso nemmeno la possibilità di una lista comune.
Nelle ultime settimane inoltre si sta parlando molto di uno degli esponenti del partito comunista, Marian Lupu, ex presidente del Parlamento moldavo e politico molto stimato nelle capitali europee e nel paese. Quest'ultimo sembrerebbe intenzionato a voler abbandonare i comunisti ed unirsi a uno dei partiti dell'opposizione. Finora Lupu è stato vago nel confermare o negare le voci, ma la sua decisione sarà presto annunciata. Il suo eventuale abbandono del partito comunista, potrebbe minare la popolarità del partito ora al potere, aumentando così le possibilità dell'opposizione di ottenere un migliore risultato alle elezioni.
La data delle elezioni
Mentre gli attori politici si stanno già preparando per le elezioni, il Parlamento deve ancora essere sciolto, dato che il partito comunista ha deciso di votare prima un nuovo governo. Il precedente aveva dato le dimissioni, di conseguenza il paese ha bisogno di un nuovo esecutivo. Il nuovo governo, però, avrà vita breve, dato che resterà in carica solo fino a quando il nuovo Parlamento non terrà la sua prima seduta. Il prossimo 10 giugno il Parlamento dovrebbe votare il nuovo esecutivo e allora ci si aspetta che il presidente Vladimir Voronin lo sciolga e annunci la data delle prossime elezioni. Queste si terranno entro 45 giorni dallo scioglimento del Parlamento, ciò significa che la data delle elezioni sarà tra fine giugno e inizio agosto.
Una complicata campagna elettorale
Visti i precedenti è lecito aspettarsi una campagna elettorale particolarmente tesa. Poco dopo che l'opposizione era riuscita nell'intento di ''boicottare'' l'elezione di un nuovo Presidente il leader del partito comunista Vladimir Voronin l'ha accusata di operare contro l'indipendenza dello stato e di essere controllata da forze straniere. Certamente gli scontri dello scorso 7 aprile saranno utilizzati dai comunisti durante la campagna elettorale per accusare di complicità l'opposizione nel "tentato colpo di stato" e presentando il fallimento dell'elezione del Presidente come parte del piano di golpe. Nel frattempo, l'opposizione si concentrerà sugli abusi commessi sugli arrestati in seguito agli eventi violenti del 7 aprile scorso, e accuserà le autorità di aver orchestrato la violenza per distogliere l'attenzione dalle falsificazioni commesse in seguito alle elezioni parlamentari del 5 aprile.
La percezione diffusa è che la possibilità o meno dell'opposizione di ribaltare il risultato delle scorse elezioni dipenda in particolare dalla sua capacità di fornire agli elettori la sua versione dei fatti su quanto accaduto lo scorso aprile. Considerato che quasi tutti i canali tv a copertura nazionale sono controllati dalle autorità, l'opposizione dovrà però fare sforzi notevoli.
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