Moldavia: in piazza per dire no all'Europa e sì alla Russia

25 novembre 2013

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In 5mila hanno manifestato ieri a Chişinău, capitale della Moldavia, in favore di un avvicinamento alla Russia.

A tre giorni dal summit di Vilnius e dopo la grande manifestazione europeista del 3 novembre, si sono fatti sentire anche quei moldavi che, più che a Bruxelles, guardano a Mosca.

La Moldavia è chiamata all’appuntamento di Vilnius, dove si terrà il summit sul Partenariato orientale tra l’Unione europea e i suoi vicini a est e saranno discusse questioni relative al percorso del paese verso l’Accordo di Associazione con l’Ue e l’abolizione del visto per i moldavi in possesso di passaporto biometrico.

A sfilare con bandiere russe e ritratti di Brežnev in mano, c’era quella parte di popolazione che parla russo, rimpiange il passato sovietico e vede la vicinanza politica con Mosca un elemento naturale del paese. Dopo il clamoroso dietrofront della vicina Ucraina, che a una settimana dal summit ha sospeso i negoziati per la firma dell’Accordo di Associazione, l’ex presidente Vladimir Voronin, il cui partito comunista ha organizzato la manifestazione, ha dichiarato che anche Chişinău dovrebbe fare come Kiev e dire addio all’Europa.

La Russia, che preme per un ingresso nella neonata Unione doganale e futura Unione eurasiatica, ha usato anche con la Moldavia le stesse armi che sembrano aver fatto cambiare idea all’Ucraina. La scorsa estate un blocco alle importazioni di vini moldavi – una delle principali voci del commercio con l’estero del paese – ha suonato come un avvertimento sui rischi che comporterebbe un avvicinamento all’Ue, mentre le parole del vice primo ministro russo, Dmitri Rogozin, sui pericoli di un freddo inverno, hanno ricordato la dipendenza dal gas siberiano.

E sempre Rogozin ha addirittura rievocato i fantasmi della secessione, affermando con un’efficace metafora che “il treno moldavo verso l’Ue potrebbe perdere dei vagoni in Transnistria”. Territorio indipendente de facto e conflitto congelato da vent’anni sotto il controllo dei caschi blu russi, la Transnistria è infatti abitata da una popolazione di etnia russa (30% sulla popolazione totale), e rappresenterebbe uno spinoso rompicapo per i partner europei.

Il summit di Vilnius sul Partenariato orientale si terrà il 28 e 29 novembre.