Evghenia Guțul © Victor Mogyldea/Shutterstock

Evghenia Guțul © Victor Mogyldea/Shutterstock

Evghenia Guțul, governatrice della Gagauzia, regione speciale della Moldavia abitata da una minoranza etnica, è stata arrestata lo scorso 25 marzo. L’accusa è di falsificazione di documenti e riciclaggio di denaro a fini elettorali. La governatrice si dichiara non colpevole

02/04/2025 -  Gian Marco Moisé Chișinău

Il 25 marzo, la governatrice (bașkana) della Gagauzia, Evghenia Guțul, è stata arrestata all'aeroporto internazionale di Chișinău prima di partire per Istanbul. Tre giorni dopo, al termine di un'udienza durata quasi nove ore, il tribunale ne ha disposto la custodia cautelare per venti giorni. Fuori dal tribunale, i sostenitori della governatrice hanno protestato contro quella che hanno chiamato "persecuzione dell'opposizione”.

Di cosa è accusata

Il Centro Nazionale Anticorruzione ha reso noto che la governatrice è sospettata di aver disposto la falsificazione di documenti riguardanti donazioni per la sua campagna elettorale per le elezioni del maggio 2023 al fine di camuffare bonifici per un importo di 370.000 lei (19.000 euro circa) da "fonti proibite".

Secondo l'accusa, in qualità di segretaria del partito Șor, lei e diversi colleghi volavano regolarmente a Mosca per riportare in paese cifre al di sotto dei 10.000 euro e non dichiararle alla dogana. Questo denaro sarebbe stato poi utilizzato per le attività del partito.

Guțul è anche accusata di essere tra gli organizzatori delle proteste antigovernative del 2022 e di aver consapevolmente accettato un finanziamento da parte del partito di 42,4 milioni di lei (216.000 euro circa). Da maggio 2024, Guțul è sotto processo insieme a un ex collega per complicità nel finanziamento illegale del partito da parte del gruppo criminale organizzato guidato dall'oligarca Ilan Șor.

La governatrice rischia una multa che va dai 57.500 a 92.500 lei (tra i 2.900 e i 4.700 euro circa) o la reclusione da 2 a 7 anni. In entrambi i casi, se trovata colpevole Guțul sarà privata del diritto di ricoprire ruoli pubblici per un periodo che va dai due ai cinque anni. La governatrice si dichiara non colpevole e afferma di essere perseguitata politicamente dal governo del Partito d’Azione e Solidarietà di Maia Sandu.

Queste accuse, che la inseguono ormai dalla sua elezione, hanno motivato la decisione di Maia Sandu di non nominare Guțul tra i membri del governo come sarebbe normalmente previsto dalla Costituzione moldava in virtù dello statuto speciale dell’autonomia gagauza. Guțul è l’ultima vittima illustre di una serie di recenti condanne e arresti coordinate dal Centro Nazionale Anticorruzione.

Chi è Șor e perché conta

Si è parlato di Ilan Șor già nel precedente articolo sull’arresto del banchiere Veaceslav Platon. Șor è infatti uno dei grandi protagonisti della politica moldava già a partire dal 2014 in virtù del suo ruolo nello schema finanziario della lavanderia a gettoni russa.

Nonostante avesse causato il fallimento di banche e contribuito a portare il sistema finanziario al limite del collasso, Ilan Șor riuscì a farsi eleggere sindaco di Orhei tra il 2015 e il 2019, e divenne poi membro del Parlamento col suo omonimo partito nel 2019. In quello stesso anno però, Șor fuggì dalla Moldova all’insediarsi del governo Sandu. Come lui, anche l’oligarca Vladimir Plahotniuc, ex leader del Partito Democratico della Moldova, che ad oggi è ancora ricercato e si presume possa essere in Messico .

Șor dal canto suo, non ha mai nascosto la sua presenza in Israele, da dove ha continuato a esercitare un ruolo di primo piano durante le elezioni presidenziali e parlamentari del 2020 e del 2021. Nel 2023, il suo partito è stato dichiarato illegale dalla Corte Costituzionale moldava, per essere immediatamente rimpiazzato da Șansa (chance), del quale la Commissione Elettorale Centrale ha richiesto recentemente lo scioglimento.

Al voto referendario del novembre 2024, Șor ha coordinato la compravendita di voti nel nord del paese per far vincere il “no” all’ingresso della Moldova nell’Unione Europea. Ad oggi, l’ex banchiere, condannato a 15 anni di prigione in contumacia per il suo ruolo nella lavanderia a gettoni, è un libero cittadino russo, ma molti dei suoi collaboratori sono ricercati dalla giustizia.

Alle scorse elezioni presidenziali Șansa è entrato nella coalizione "Vittoria", guidata dal parlamentare Alexandr Nesterovsvchi. A fine marzo, quest’ultimo è stato condannato in primo grado a 12 anni di carcere per corruzione passiva mentre la sua collega Irina Lozovan ha ricevuto sei anni per aver corrotto il sindaco di Ocnița con una tangente di 30.000 dollari. Secondo i servizi segreti moldavi entrambi sono latitanti e sono stati aiutati dall’ambasciata russa a fuggire in Transnistria con un veicolo consolare.

La reazione di Guțul

Nel frattempo, Evghenia Guțul ha inviato lettere al presidente russo Vladimir Putin e al presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, chiedendo il loro intervento per liberarla. Le lettere sono state pubblicate sulla pagina Facebook di Evghenia Guțul dai suoi avvocati.

Rivolgendosi a Putin, la governatrice della Gagauzia ha scritto che la sua detenzione fa parte di una "campagna per indebolire lo status giuridico speciale" dell'autonomia della Gagauzia. Guțul ha accusato i funzionari moldavi di aver provocato una "guerra civile nella regione" e di perseguitare l'opposizione. Ha motivato il suo discorso a Putin con il fatto che la Russia "è sempre stata garante della difesa dei diritti e degli interessi del popolo della Gagauzia".

Nella lettera al presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan Guțul ha ripetuto in parte ciò che ha scritto a Putin, chiedendo a Erdoğan di condannare pubblicamente "le pressioni politiche sul popolo della Gagauzia"

La detenzione di Guțul è stata ampiamente riportata dalla stampa russa ed è stata commentata anche dal portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova e dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che hanno entrambi definito il caso illegale.

Il gesto di Guțul è stato criticato unanimemente dalla stampa e società civile moldava. L’autonomia gagauza è una regione a statuto speciale abitata da una minoranza etnica, quella gagauza, che parla una lingua turcica.

In virtù di questa vicinanza culturale, la Turchia ha sempre visto i gagauzi come un popolo fratello. Eppure, nella regione la lingua più parlata è il russo, tanto da influenzare il consumo di media a livello locale. Da anni la Russia, e in ultimo Șor, ha trovato in Gagauzia terreno fertile per creare un’opposizione alle politiche pro-europeiste del governo PAS.


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