Un progetto Interreg ha coinvolto Italia, Albania e Montenegro nel rilancio di spazi culturali destinati a ospitare artisti e creativi, per promuovere nuove forme di turismo e stimolare le industrie culturali
Rivitalizzare il patrimonio storico e la cultura tramite l’arte contemporanea, questo l’intento del progetto delle 3 C , Cross-border exchange for the development of Cultural and Creative industries (Scambio transnazionale per lo sviluppo delle industrie culturali e creative), che per tre anni dal 2019 al 2022 ha riunito enti ed istituzioni culturali in Albania, Montenegro e Italia in una circolazione costante di informazioni, competenze, esperienze e potenziale creativo.
Con un bilancio complessivo di poco più di quattro milioni di euro, i primi risultati concreti hanno visto l’apertura di quattro centri culturali in Montenegro, Albania e Italia e la creazione di una rete transnazionale di imprenditori culturali, nonché di programmi di scambio e residenze per artisti.
Una delle sfide principali affrontate dai partner di progetto è stata la modernizzazione delle istituzioni culturali ai sensi dell’economia di mercato: si trattava di adattarsi a nuove forme di consumi culturali, a ristrettezze di bilancio da compensare con fonti alternative di finanziamento, e al bisogno di internazionalizzazione. “Va rafforzato l’appetito di investimenti e consumi culturali; il legislatore dovrebbe rendere il più allettanti possibile gli investimenti privati nel settore culturale”, concordano i partner nel report finale.
La mappatura del panorama attuale
L’idea di considerare l’industria culturale – o meglio la pluralità delle industrie culturali e creative – come volano per l’economia non è certo nuova, e prende ispirazione da altri contesti e situazioni. Per evitare però l’errore di trasferire tali e quali dei modelli di sviluppo che magari funzionano nelle grandi capitali tipo Berlino, ma che avrebbero rischiato il fallimento nel contesto in questione, il progetto delle 3 C ha previsto una mappatura minuziosa del panorama culturale nei tre paesi coinvolti.
Dalla musica all’editoria, dai giochi elettronici alla moda, dalle arti visive alla radio, le produzioni culturali e dell’industria creativa sono già considerate un importante motore dell’economia, in grado di produrre ricchezza e posti di lavoro. Secondo uno studio dell’Unesco, a livello globale il loro contributo economico ammonta al 3% del prodotto interno lordo e crea quasi 30 milioni di posti di lavoro. In Albania però, ad esempio, quella percentuale non arriva all’1% e “il settore non è consolidato e gode di sporadica attenzione”. Alcuni rami sono gestiti e finanziati dal ministero della Cultura, mentre altri ricadono sotto altri enti e non ricevono alcun sostegno pubblico.
In questo contesto, è risultata ardua anche la sola mappatura, visto che non è chiaro quanti posti di lavoro rientrino effettivamente nel settore della cosiddetta industria creativa. L’obiettivo principale è stato quindi quello di promuovere una sinergia tra i diversi settori, lanciando una piattaforma di cooperazione e di scambio per condividere progetti a lungo termine, azioni concrete e iniziative. I soggetti da coinvolgere sono le istituzioni culturali pubbliche, le emittenti radiotelevisive pubbliche e private, le imprese, i singoli creativi e il settore no profit.
In Albania, ad esempio, la scelta preferita dai giovani è quella dell'impiego pubblico, visto l’alto rischio di impresa e il basso livello di coesione sociale e di fiducia, che hanno sfavorito negli anni lo sviluppo dell’impresa cooperativa.
Fondamentale resta in ogni caso la raccolta esaustiva dei dati, che si può facilitare tramite politiche concrete da parte delle istituzioni, quali: la rimozione di ostacoli amministrativi, la promozione del sistema didattico nel settore del design, della pubblicità e dell’artigianato artistico, il lancio di incentivi per singoli e imprese, nonché programmi di promozione dell’imprenditoria femminile e giovanile.
Nonostante la diversità culturale e storica dei tre paesi coinvolti, o forse proprio in virtù di questa diversità, la creazione di una piattaforma di scambio per designer, artigiani e artisti si è rivelata di grande utilità e ha già prodotto interessanti risultati.
La mobilità culturale come volano
Una delle principali iniziative del progetto delle 3 C riguarda la “mobilità culturale”, intesa come “il temporaneo spostamento transnazionale di artisti e altri professionisti della cultura”. Alcune forme di mobilità riguardano l’individuo, come nel caso delle residenze artistiche, altre invece riguardano le opere, come le performance presentate all’estero.
Il sostegno alla mobilità si concretizza ad esempio nella possibilità offerta ad artisti e scrittori di essere ospitati e sostenuti per un certo periodo; sono organizzate residenze, eventi, laboratori e periodi di formazione e ricerca, e sono stati messi a disposizione fondi per i viaggi.
Le discipline previste vanno dalle arti performative (teatro, danza, opera, circo, arti di strada) alle arti visive, dalla musica alla letteratura, inclusa la traduzione e l’editoria, dal patrimonio storico e archivistico alla gestione culturale, fino ai video e ai nuovi media. Diversi artisti hanno già partecipato alle residenze ospitate a Kotor (in Montenegro), Bari e Campobasso, tra seminari di danza, workshop di narrazione video, improvvisazioni di musica contemporanea e confronto di designer della moda.
Gli artisti e le istituzioni restano in ogni caso in contatto tramite una nuova piattaforma web pensata per fare rete: il networking delle imprese culturali e creative tra Italia, Montenegro e Albania è attivo e si propone di crescere anche dopo la fine del triennio Interreg.
Restauri e rilancio di intere aree
Il progetto si è anche concretizzato in lavori di restauro in aree strategiche nei tre paesi. Per riqualificare la zona dell’ex centro nazionale di cinematografia Shqipëria e Re, nei pressi del ministero della Cultura albanese, è stato creato un centro espositivo permanente che trasforma l’area dello storico centro di produzione filmica in un giardino dedicato ad Antonio Gramsci.
Il complesso neoclassico, progettato dall’Unione Sovietica nel 1950 nella parte nord-est di Tirana, è destinato a tornare al centro della vita sociale e culturale della capitale albanese come catalizzatore e spazio aperto alla comunità – un modello di cooperazione per le industrie creative, culturali e dell’innovazione.
Oltre al restauro del palazzo e delle pertinenze, si prevede la creazione di un’infrastruttura che secondo il progetto dell’artista e architetto italiano Alfredo Pirri dia nuova vita al parco: sarà richiesta la collaborazione del settore dei creativi, del no profit, degli enti pubblici culturali, nonché della tv pubblica e di altri attori privati. Tra le attività del Parco dell’Arte, mostre, riutilizzo degli studi di posa e di registrazione, e ospitalità a giovani artisti. Dovrebbe diventare uno spazio interattivo tra cultura, creatività, impresa e innovazione, con spazi per il coworking, laboratori digitali, aree per eventi, sale riunioni, un cinema, una biblioteca.
Anche in Montenegro i fondi europei sono serviti a operazioni di restauro: nella vecchia prigione di Kotor, un complesso già patrimonio Unesco, a luglio 2021 ha aperto un hub creativo che ha cominciato ad ospitare seminari, conferenze, concerti, residenze creative, laboratori.
E in Italia è stato rimesso a norma Palazzo ex Gil (Gioventù Italiana del Littorio) a Campobasso, con lavori anche nei sotterranei oltre che all’ingresso e nella zona espositiva, mentre a Bari sono state allestite opere d’arte dedicate ad Antonio Gramsci nell’ex caserma Rossani, ora sede della nuova biblioteca centrale del capoluogo pugliese.
Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Energy4Future" cofinanziato dall’Unione europea (Ue). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina "Energy4Future"
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