Negli ultimi anni l'Ue ha sostenuto oltre 1500 diversi progetti di sviluppo transfrontalieri e regionali ("Interreg") nel sud-est Europa, realizzati nell'ambito della politica di coesione. Dove e su cosa si sono concentrati questi investimenti? Una panoramica
Negli ultimi anni, l’Unione europea ha speso oltre 8,3 miliardi di euro in progetti di cooperazione transfrontaliera e regionale nell’ambito della sua politica di coesione. Ne hanno beneficiato più di 6.700 diversi progetti, stando ai dati estratti dalla piattaforma europea Kohesio e riferiti a progetti approvati tra il 2014 e il 2020 (la politica di coesione segue cicli di sette anni, il ciclo attualmente in corso si è aperto nel 2021).
In media, l’Ue ha contribuito a ciascuno di questi progetti transfrontalieri o regionali con 1,2 milioni di euro, a cui si sono aggiunte alcune risorse – generalmente attorno al 25% del totale – stanziate dagli stati, dalle regioni o da altri soggetti. Il 98% dei progetti realizzati ha ricevuto meno di 5 milioni di euro dall'Ue; solo 26 progetti hanno ricevuto fondi europei per oltre 10 milioni di euro.
Gli stati membri dell'Ue nel sud-est Europa hanno preso parte a 1.547 progetti transfrontalieri o regionali: ciascun Paese è stato coinvolto in centinaia di progetti transfrontalieri e regionali diversi, dai 144 progetti per Cipro ai 600 per la Slovenia.
In particolare, i paesi della regione hanno partecipato a 820 progetti realizzati nell’ambito dei programmi transfrontalieri, per un valore complessivo di 1,04 miliardi di euro in finanziamenti Ue. I programmi transfrontalieri (in gergo tecnico "Interreg A") sono realizzati da coppie di Paesi, che insieme elaborano e realizzano progetti di interesse comune. Esiste un programma di cooperazione transfrontaliera tra ogni coppia di stati membri del sud-est Europa che condividono una frontiera terrestre, ma esistono programmi di questo tipo anche tra l’Italia e la Croazia, l’Italia e la Grecia, e la Grecia e Cipro.
Dove vanno i maggiori investimenti
Se si guarda ai numeri, tra i programmi transfrontalieri che più hanno beneficiato dei fondi europei tra il 2014 e il 2020 nel sud-est Europa ci sono quelli che legano tra loro Romania e Bulgaria da un lato e Romania e Ungheria dall’altro.
Il programma Romania-Bulgaria ha ricevuto dall’Ue 231 milioni di euro, il valore assoluto più alto all'interno della regione. Tutti i maggiori progetti realizzati grazie a questi fondi puntavano a migliorare i trasporti, in particolare nella regione attraversata dal Danubio. La rete stradale è stata ammodernata e sviluppata in più punti nei distretti romeni di Mehedinti, Dolj, Giurgiu e Costanza e nelle province bulgare di Pleven e Dobrič; oltre al traffico locale anche i collegamenti a lunga distanza beneficiano di questi lavori, che hanno contribuito a realizzare la rete dei collegamenti europei TEN-T .
Il programma Romania-Ungheria ha ricevuto dall’Ue 173 milioni di euro, vale a dire l'equivalente di €391.000 per ogni chilometro di confine tra i due Paesi: in proporzione, si tratta del valore più alto nella regione. In effetti, i maggiori progetti transfrontalieri che hanno coinvolto la Romania sono stati quelli con l’Ungheria, e viceversa. Quattro tra questi progetti hanno ricevuto dall’Ue oltre 10 milioni di euro: uno puntava a sviluppare i collegamenti stradali tra il distretto di Arad in Romania e la contea di Bekes in Ungheria; un altro intendeva migliorare i servizi sanitari in ambito ostetrico, ginecologico e neonatale a Timisoara e Szeged; altri due progetti hanno contribuito alle infrastrutture ospedaliere e alla promozione del turismo nel distretto romeno di Satu Mare e nella contea ungherese di Szabolcs-Szatmár-Bereg.
Anche il programma Grecia-Bulgaria ha ottenuto dei finanziamenti piuttosto consistenti, che hanno permesso di portare avanti ben 132 diversi progetti – anche se il 37% delle risorse si è concentrato su sole tre iniziative. Spicca su tutti il progetto CrossBo , che con quasi 33 milioni di euro è stato quello che ha ricevuto in assoluto più fondi europei tra i progetti transfrontalieri e regionali approvati nell’Ue tra il 2014 e il 2020. Il progetto ha finanziato la costruzione di 3,3 chilometri di strada in prossimità del confine greco-bulgaro, lungo l'asse che andrà a collegare Xanthi con Plovdiv; l’attraversamento dei monti Rodopi in quel punto implica la costruzione di sei viadotti e una galleria. L’iniziativa rientra nell’apertura di tre nuovi collegamenti stradali attraverso la frontiera greco-bulgara, un impegno concordato da tempo dai due governi. Gli altri progetti greco-bulgari finanziati con notevoli risorse europee erano dedicati alla prevenzione e alla protezione dalle alluvioni nelle regioni di confine, in particolare nei bacini dell’Evros e dello Struma.
I progetti tra l’Italia, la Croazia e la Slovenia
L’Italia è stata coinvolta in 1.174 progetti transfrontalieri o regionali approvati tra il 2014 e il 2020, di cui 605 sono stati realizzati nell’ambito dei programmi bilaterali che la legano con ciascuno dei Paesi con cui confina, più la Croazia, la Grecia e Malta.
Con oltre 188 milioni di euro, il programma transfrontaliero Italia-Croazia è in assoluto quello che ha ricevuto più risorse Ue dopo il programma Romania-Bulgaria. In effetti, tra i progetti Interreg che hanno coinvolto l’Italia 6 dei primi 8 per dimensione hanno riguardato proprio la cooperazione tra Italia e Croazia, e anche per la Croazia i progetti più grossi sono stati quelli con l’Italia.
In particolare, il progetto FIRESPILL ha ricevuto dall’Ue 14 milioni di euro. Ha aiutato Italia e Croazia a ridurre i danni provocati dalle catastrofi naturali grazie a procedure e strumenti per una gestione più efficace delle emergenze, incluse quelle che investono entrambi i lati dell’Adriatico. Anche gli altri due maggiori progetti italo-croati hanno riguardato la prevenzione e la gestione delle catastrofi naturali: STREAM si è occupato di alluvioni, AdriaClim di adattamento climatico nelle regioni costiere. Altri progetti italo-croati di grossa entità si sono concentrati sui sistemi dei trasporti: collegamenti transfrontalieri per il traffico passeggeri, sostenibilità ambientale dei porti e sviluppo dei piccoli porti.
Con circa €317.000 di fondi Ue in rapporto a ogni chilometro di confine, il programma transfrontaliero Italia-Slovenia è stato tra quelli che hanno beneficiato relativamente di più risorse tra quelli che toccano il sud-est Europa. I progetti più corposi, con oltre 3 milioni di euro ciascuno, miravano a sviluppare le collaborazioni transfrontaliere in ambito sanitario e a migliorare i collegamenti ferroviari e la mobilità sostenibile attraverso il confine.
Mentre la cooperazione tra l’Italia da un lato e la Slovenia e la Croazia dall’altro è stata notevole sia in termini assoluti sia in termini relativi, sono state invece spese relativamente poche risorse europee per il programma Interreg che lega la Slovenia con la Croazia. Come avvenuto anche altrove nel sud-est Europa, gli sforzi principali si sono concentrati sulla prevenzione del rischio di alluvioni.
I programmi regionali
Oltre ai programmi bilaterali di cooperazione, gli stati membri del sud-est Europa sono stati coinvolti in una serie di progetti realizzati nell’ambito di programmi regionali ("Interreg B") a cui partecipano, in particolare quelli che coprono l’Europa centrale, l’Europa mediterranea e la regione attraversata dal Danubio – ma anche in misura minore i programmi dedicati alla regione alpina, a quella adriatico-ionica e il programma Balcani-Mediterraneo (BalkanMed).
Nell’ambito di questi programmi, Kohesio riporta 600 progetti che hanno coinvolto uno o più paesi del sud-est Europa tra il 2014 e il 2020; dai dati disponibili sulla piattaforma non è però possibile ricostruire quante di quelle risorse siano effettivamente andate nella regione e quante siano invece state destinate ad altri paesi coinvolti nelle stesse iniziative. Il singolo progetto di questo tipo che ha ricevuto più risorse è stato quello mirato a sostenere la strategia Ue per la regione adriatico-ionica (EUSAIR ) con 9,8 milioni di euro, di cui hanno beneficiato soggetti in Grecia, Croazia, Slovenia e Italia.
Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Work4Future" cofinanziato dall’Unione europea (UE). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina "Work4Future"
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