Đukanović di nuovo presidente del Montenegro
16 aprile 2018
Dal 1991 ad oggi Milo Đukanović è stato sei volte premier e una volta presidente della Repubblica. Con la vittoria al primo turno di domenica 15 aprile il leader del Partito democratico socialista si appresta a ricoprire il secondo mandato presidenziale.
Senza grandi sorprese il leader del Partito democratico socialista Milo Đukanović ha vinto ieri al primo turno le elezioni presidenziali del Montenegro con il 53.8% di voti. Dietro di lui, a venti punti percentuali di distanza, si è piazzato il candidato che ha provato ad unire attorno a sé buona parte dell’opposizione, Mladen Bojanić 33,5%; al terzo posto l’unica donna candidata, Draginja Vuksanović del partito socialdemocratico, con l’8,3%, seguita dall presidente di Prava Crna Gora Marko Milačić con il 2,7%. Gli altri candidati non hanno raggiunto l’1% dei voti.
L’affluenza si è attestata attorno al 64%, circa il 10% in meno che alle scorse parlamentari ma più delle presidenziali del 2013. Secondo i dati della Commissione elettorale, alle presidenziali di domenica per Đukanović hanno votato 180mila elettori, il resto dei candidati ha ottenuto complessivamente 157mila voti e circa 190mila elettori si sono astenuti dal voto.
Come riporta il quotidiano Vijesti, Đukanović ha ottenuto il maggior consenso, tra il 70 e l’80%, nelle città di Ulcinj, Rožaje, Plav, Gusinj, Petnjica e Andrijevica. E oltre il 50% dei voti nelle città di Bijelo Polje, Bar, Tivat, Cetinje, Danilovgrad, Nikšić, Mojkovac, Žabljak e Pljevlja.
L’opposizione ha ottenuto i suoi migliori risultati nelle città di Herceg Novi, Kotor, Budva, Berane, Kolašin e Plužine. In sostanza, sottolinea il quotidiano di Podgorica, l’opposizione ha avuto più voti in quei centri dove i partiti di opposizione sono al potere. A Budva inoltre è stata segnata una delle maggiori sconfitte per il presidente eletto: nella capitale del turismo montenegrino Đukanović ha preso "solo" il 43% dei voti. Mentre nella capitale Podgorica, dove tra circa un mese si terranno le elezioni locali, Đukanović ha ottenuto un leggero vantaggio rispetto ai candidati dell’opposizione, a fronte però di una minore affluenza rispetto alle scorse elezioni politiche, dove l’opposizione aveva ottenuto un discreto margine a proprio vantaggio.
“Vedo in questo risultato la conferma della solida intenzione del Montenegro di proseguire lungo la via europea, di proseguire verso la qualità di vita europea per tutti i cittadini e di proseguire infine verso la piena adesione all’Unione europea” ha commentato il neo eletto presidente della Repubblica.
Đukanović ha fatto anche riferimento alla “imbattibilità della coalizione” da lui guidata ringraziando la struttura del partito. Per il leader dell’DPS questa è la seconda volta da presidente della Repubblica, la prima nel mandato 1998-2002. Non va dimenticato che Đukanović è stato anche sei volte premier, la prima nel 1991 quando fu uno dei più giovani premier europei a soli 29 anni, e la sesta a seguito delle elezioni del 2012.
I candidati dell'opposizione hanno dichiarato di non essere disposti a stringere la mano al neo presidente ed hanno denunciato che si sarebbe trattato di elezioni irregolari sottolineando le numerose pressioni che sarebbero state esercitate sugli elettori. Secondo la polizia però sarebbero poco meno di una trentina le denunce di irregolarità e violazioni della legge elettorale pervenute durante il voto di domenica. I Democratici del Montenegro hanno postato un video in cui si documenterebbe un acquisto di voti.
“Sono orgoglioso del risultato ottenuto, perché è la diretta conseguenza della sincera ed aperta campagna elettorale che abbiamo tenuto, il Montenegro ha votato come ha votato. Avevamo come rivale l’uomo che ha imprigionato il Montenegro” ha dichiarato Bojanić, aggiungendo che continuerà a lottare per liberare il Montenegro da “ Đukanović e la sua dittatura”.
Critica anche nei confronti dell’opposizione la candidata del SDP Draginja Vuksanović: “Questo risultato è la conseguenza di due fattori: uno stato prigioniero e il problema dell’opposizione. Bojanić ha ottenuto meno voti di quelli che hanno ottenuto alle politiche del 2016 i partiti che lo hanno appoggiato alle presidenziali”.