Montenegro: Zdravko Krivokapić alla guida del nuovo esecutivo
9 dicembre 2020
“Sono uno di voi, una persone come tante. Un uomo di famiglia, concentrato sulla mia professione, secondo alcuni anche troppo”. Così si era presentato agli elettori, durante la campagna elettorale dell'estate scorsa, Zdravko Krivokapić, il professore e ingegnere meccanico di Nikšić che – a 62 anni – è passato da perfetto sconosciuto a primo premier del Montenegro post-Đukanović.
Dopo il voto in parlamento di venerdì scorso, dove il suo governo è stato approvato da una risicatissima maggioranza di 41 voti su 81, Krivokapić è ufficialmente alla guida del paese da lunedì, alla guida di una coalizione multicolore che vede insieme il suo blocco filo-serbo “Per il futuro del Montenegro”, i progressisti ed ecologisti di “Nero su bianco” e i filo-europeisti di “La pace è la nostra nazione”.
La sua figura di “uomo nuovo”, la sua retorica volta al compromesso e il deciso appoggio della Chiesa ortodossa serba, di cui si professa devoto seguace, hanno aiutato Krivokapić a compiere un piccolo miracolo politico: estromettere per la prima volta Milo Đukanović e il suo Partito democratico dei socialisti dal potere.
Il suo sarà un esecutivo tecnico: i dodici ministri che ne fanno parte, infatti, non sono figure politiche, scelta che ha provocato non pochi mugugni proprio tra le fila dei partiti della nuova maggioranza. Al centro del suo programma politico, il nuovo premier ha posto la questione economica, resa delicata dal prolungarsi della pandemia di COVID-19, augurandosi di riuscire a rendere il Montenegro “simile al Lussemburgo” durante il suo mandato.
Come previsto, Krivokapić ha annunciato che la discussa legge sulle proprietà ecclesiastiche, voluta dalla precedente maggioranza e osteggiata apertamente dalla Chiesa ortodossa serba, verrà modificata. Nonostante la forte componente filo-serba del suo governo, nelle parole del primo ministro il Montenegro continuerà sulla strada dell'integrazione nell'Unione europea, anzi, nuove riforme sono state annunciate per accelerare l'adesione.
Pur soddisfatti per il cambio di governo dopo decenni di monopolio da parte di Đukanović, molti osservatori occidentali restano però preoccupati dalla presenza di forze nazionaliste e gran-serbe nell'esecutivo Krivokapić.
Un piccolo incidente è già avvenuto: in uno dei primi documenti ufficiali emanati dal ministero della Salute, relativo alle misure anti-coronavirus, nella lista dei paesi di confine il Kosovo – riconosciuto ufficialmente da Podgorica nell'ottobre 2008 – è comparso infatti accompagnato da un asterisco che sembra metterne in discussione lo status ufficiale. Il ministero si è affrettato a parlare di “errore tecnico”, ma è evidente che l'attenzione rispetto agli orientamenti nella politica regionale del nuovo esecutivo resta alta.