Bookfest, Romania © Cristi Croitoru/Shutterstock

Bookfest, Romania © Cristi Croitoru/Shutterstock

Sulla carta, il mercato librario della Romania è uno dei più piccoli d'Europa. Eppure iniziative come il Bookfest, tenuto recentemente a Bucarest, mostrano una grande vitalità e la voglia di libri di tanti lettori romeni

05/06/2024 -  Oana Dumbrava

L’appuntamento alla Romexpo della capitale romena è diventato ormai tradizione, anzi, un vero must per gli amanti della lettura.

Come raccontato da Mihai Mitrică, organizzatore del Bookfest e direttore esecutivo dell'Associazione degli editori romeni, in un'intervista a Europa Liberă, “il mercato librario romeno è uno dei più piccoli d'Europa, stimato a 60 milioni di euro. Se si aggiungono i libri di testo, i sussidi scolastici e le edizioni di libri che si trovano in edicola, il totale arriva a 100 milioni di euro. Ma quando parliamo di mercato del libro, intendiamo solo i 60 milioni di euro.”

Anche nelle statistiche Eurostat basate sul potere d’acquisto dei libri, la Romania si trova in fondo alla classifica. Eppure, vedendo la folla di persone che invade il Bookfest per ben tre giorni consecutivi, non si direbbe. La gente si muove come formiche alla ricerca dei propri autori preferiti, avida di novità e lanci, dibattiti e perché no, a caccia di offerte e sconti.

200 espositori, 150 case editrici e oltre 400 eventi. Quest’anno, gli organizzatori si sono davvero superati. In risposta alle critiche ricevute negli anni passati, secondo le quali i grandi editori dominavano mentre i piccoli venivano messi in disparte, l'Associazione degli editori romeni ha fatto una cosa straordinaria - ha abbassato le tariffe per i piccoli editori e li ha messi davanti o tra i grandi. In altre parole, ha democratizzato lo spazio espositivo e ha mostrato solidarietà verso i piccoli.

Moldavia paese ospite

Se nelle edizioni precedenti i paesi invitati sono stati Spagna, Ungheria, Francia, Germania, Austria, Polonia, Repubblica Ceca, Israele, Stati Uniti, Svezia, Gran Bretagna e Giappone, quest’anno l’invitato d’onore è stata la Repubblica Moldavia, con il motto “Te cuprind”, l’equivalente del romeno “Te îmbrățisez”, cioè “Ti abbraccio”. Un gesto di calore e solidarietà della Romania con il paese gemello.

“Veniamo da casa a casa, da casa nostra a casa nostra, tutti uniti dalle ampie ali della lingua romena", ha detto Maia Sandu, la presidente moldava, all’Agerpres l'agenzia di stampa nazionale della Romania.

“È un privilegio, un'immensa responsabilità, ma anche un grande motivo di orgoglio per noi essere gli ospiti d'onore di quest'anno. È un atto di notevole generosità da parte della Romania, un gesto di solidarietà, di sostegno e di fiducia, un gesto che trascende i confini della letteratura e dell'industria editoriale. Gli scrittori degli anni '90 hanno beneficiato delle prime borse di studio dello Stato romeno, formandosi come scrittori a Cluj, Bucarest, Timişoara o Iaşi. Gli scrittori degli anni Duemila e delle generazioni successive si sono immersi liberamente nel bacino della letteratura romena senza sentirne i confini", ha sottolineato la presidente della Repubblica Moldavia manifestando la sua speranza per “un mondo in cui i libri non vengano bruciati, gli scrittori non vengano mandati nei gulag e i cittadini comuni non vengano messi in prigione per un foglio bianco o per la parola pace.”

La Repubblica Moldavia ha portato alla Bookfest, tra l’altro, una mostra di libri rari raccolta sotto il titolo “I libri che ci hanno reso umani” . È stato emozionante vedere esposti da una parte l'edizione del 1970 dell'Abecedario, libro nato in un sistema politico autoritario che ha insegnato a leggere a un'intera generazione degli anni Settanta; e dall’altra la traduzione del 1968, della Divina Commedia di Dante Alighieri, pubblicata in tre volumi dalla casa editrice Lumina. Opera tradotta dal poeta romeno George Coșbuc, con disegni dorati e una copertina nera, con il profilo stilizzato di Dante.

I dibattiti

In un anno così carico di elezioni per la Romania, il dibattito più importante è stato forse quello basato sulla domanda “Che cosa fa il presidente di un Paese?”, sullo sfondo del lancio del libro “Che cosa vogliamo dal presidente del Paese?”. Una guida civica per gli elettori romeni, scritto da Cristian Preda, Ciprian Mihali e Sorin Ioniță.

Molto atteso è stato il lancio della traduzione di Dan Croitoru del libro “Il coltello” di Salman Rushdie. La storia di Salman Rushdie è un simbolo di forza, la forza di superare prove difficili e difficilmente immaginabili della vita, dove non si sa mai cosa può accadere. Mentre si trovava a New York nel 2022 per parlare del suo libro “I versetti satanici”, in cui denuncia le minacce di morte ricevute dal leader iraniano negli anni '80, è stato aggredito da qualcuno del pubblico. L'aggressore ha accoltellato Rushdie, colpendolo con ben 15 fendenti. Lo scrittore ha perso un occhio e un braccio è rimasto perennemente offeso, ma ha trovato la forza di scrivere un nuovo libro su ciò che gli è successo allora e su come appare la sua vita dopo l'aggressione. La storia affascinante del libro ha dato corso ad un dibattito altrettanto affascinante.

Gli autori più venduti

Quali sono gli autori che i romeni hanno più acquistato? Selezionando i titoli più venduti per casa editrice, risultano: Ioana Pârvulescu con “L'oro del gatto", Radu Paraschivescu - “La libertà dalla depressione: rivelazioni e rivelazioni da parte nostra”, Marius Chivu (coord.) - “Il libro della depressione: 24 confessioni su tristezza, paura, disperazione e altri demoni”, Cristian Tudor Popescu - “La risata del diavolo”, Mihai Radu - “Respira!”. Cosmin Ciotloș - “Anton Pann. Fino a quando non ti ho amato”.

Come autori stranieri, sono stati in top vendita: Elif Shafak - “L'isola degli alberi scomparsi, Salman Rushdie - “Il coltello. Riflessioni dopo un attentato”, Philip Roth - “Lo scrittore fantasma”, Olga Tokarczuk - “Empuzion. Orrore naturopatico”, Orhan Pamuk - “Le notti della peste”.

Tra i libri e gli autori preferiti dei bambini e adolescenti: “Chi è Taylor Swift?”, “Fattoria Cutulesti” di Mauri Kunnas, “Il gigante Hopa-Top” di Julia Donaldson, “Miko e il sole” di Andreea Iatagan, “La storia del cammello” di Marin Mălaicu-Hondrari, “Il miglior abbraccio” di Smriti Halls e Alison Brown.

Con l’iniziativa delicatamente chiamata “Il censimento degli abbracci”, gli organizzatori hanno incoraggiato i visitatori a immortalare momenti di gioia e abbracci di persone che si rivedono e a caricare le foto sui social media con l’hashtag #tecuprind e #bookfest2024. Si tratta, in fin dei conti, di un momento di incontro e gioia di conoscersi e riconoscersi.

Fiere come il Bookfest danno la speranza che il libro abbia ancora una lunga vita davanti a sé.


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