Lo spostamento dell'edificio denominato A2 ad Alba Iulia

Ha spostato decine di edifici, interi, su rotaie. Si deve all'ingegner Eugen Iorachescu la salvezza di una (minima) parte del patrimonio urbanistico di Bucarest, sottratta alla furia innovatrice del regime

03/11/2014 - 

(Articolo originariamente pubblicato da Les Nuvelles de Roumanie)

Nella primavera del 1987, migliaia di curiosi assistettero ad Alba Iulia all'evento dell'anno: lo spostamento su rotaie per 55 metri di un edificio denominato A2, 7600 tonnellate e 80 appartamenti, situato nel pieno centro cittadino. Il suo spostamento si era reso necessario per permettere di aprire alla circolazione il Viale Transilvania.

L'operazione era stata affidata all'inventore di questa tecnica, l'ingegnere Eugen Iordachescu, che ha così salvato decine di edifici – 29 edifici abitativi e 13 luoghi di culto - dalla frenesia architettonica e urbanistica di Ceausescu.

L'edificio A2 aveva una lunghezza di 100 metri, una larghezza di 12 e un'altezza di 17. E' stato inizialmente separato in due tronconi e poi è stato fissato su una piattaforma di cemento armato resa semovibile da un sistema di pompe idrauliche comandate da una centralina elettrica. L'operazione è durata 5 ore e 40 minuti e si è svolta senza incidenti. La cosa più complessa è stata garantire una continuità negli allacciamenti alle reti del gas, dell'elettricità, dell'acqua e degli scarichi.

Gli inquilini erano infatti stati invitati a rimanere nei loro appartamenti e solo chi abitava al pian terreno è stato evacuato. Le madri continuarono a cucinare, i bambini a giocare nelle loro camere, altri invece se ne stettero affacciati alle finestre per seguire in diretta quanto accadeva, con in mano una bottiglia di birra o una tazza di caffè. Un'anziana espose sul suo davanzale un bicchiere d'acqua riempito sino all'orlo per dimostrare che, alla fine, nemmeno una goccia era andata spanta. L'edificio A2 di Alba Iulia è ancora abitato e visibile, nella sua nuova collocazione, dominata dalla Cattedrale dell'Unione del popolo romeno.

Eugen Iordachescu attualmente ha 85 anni. E' nato a Braila ed ha iniziato a lavorare inizialmente presso gli uffici comunali di Bucarest.

I progetti urbanistici e di demolizione di Ceausescu provocarono grandi preoccupazioni, in particolare negli ambienti ecclesiastici che tra l'altro mai accettarono nemmeno la soluzione dello spostamento dei luoghi di culto – che altrimenti sarebbero stati rasi al suolo – proposta dall'ingegner Iordachescu, che ricevette un'alzata di spalle dalla coppia Ceausescu. Questi ultimi però dovettero accettare che un tentativo venisse fatto, augurandosi andasse male. Ma Elena Ceausescu andò di persona nel primo cantiere realizzato e dovette convenire che funzionava.

Eugen Iordachescu dichiarò di aver avuto al sua idea osservando i camerieri in un bar che si muovevano con i loro vassoi tra i tavoli senza versare una sola goccia. Ne aveva dedotto che l'importante era disporre di una base solida e quello che c'era sopra non avrebbe rischiato nulla.

Di qui la sua convinzione che non servisse operare sulle strutture prima di spostarle ma installarle così come erano su piattaforme esistenti e poi fare appello a tutte le tecniche e dispositivi meccanici di spostamento che si conoscevano. L'ingegnere rumeno è così stato uno dei primi al mondo a sperimentare questo metodo, del quale conserva ancora alcuni dettagli segreti, che ha trasmesso esclusivamente a uno dei suoi figli che ha ora preso il suo posto.

Lo spostamento di 250 metri del Palazzo Sinoidale del monastero di Antrim e delle sue 9000 tonnellate rimane uno degli exploit più rilevanti sulla carta da visita di Eugen Iordachescu che si mostra molto fiero di non aver mai fallito e di non aver mai causato un incidente. “La mia più grande gioia è di starmene in piedi, da solo, sotto un edificio che stavamo sollevando dal suolo di due metri e di dimostrare così che non vi era nulla da temere”. Ceausescu ha fatto radere al suolo una quarantina di chiese e monasteri della capitale. L'ingegner Iordachescu ne ha salvati undici in città e due in provincia.


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