Lungomare di Burgas, Bulgaria - © Koker/Shutterstock

Lungomare di Burgas, Bulgaria - © Koker/Shutterstock

Decine di mine provenienti dalle coste ucraine sono alla deriva nel Mar Nero, e alcune hanno raggiunto il litorale bulgaro e romeno. I governi dei due paesi hanno creato, insieme con la Turchia e la Nato, un gruppo navale per aumentare la sicurezza delle acque

19/08/2024 -  Lola García-Ajofrín

(Questo articolo è stato originariamente pubblicato da El Confidencial  nell'ambito del progetto PULSE.)

Era un lunedì, intorno alle nove del mattino, il 14 agosto 2023. I turisti, la maggior parte dei quali romeni in fuga dalle temperature roventi della capitale Bucarest, si stavano rilassando sulle sedie a sdraio dei bar sulla spiaggia. La loro calma venne disturbata da un'esplosione in mare al largo del molo della città balneare di Costinești, nella Romania orientale. Dopo che una squadra di sommozzatori della Marina ha controllato l’area e l'Ispettorato per le situazioni di emergenza (ISU) di Dobrogea ha confermato i sospetti: si trattava di una mina. 

Dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina nel febbraio 2022, sono state scoperte e neutralizzate 102 mine alla deriva nel Mar Nero. La presenza di questi ordigni costituisce un pericolo soprattutto per la navigazione. Cinque hanno raggiunto la zona di competenza delle forze navali romene, mentre la Marina bulgara ha ricevuto finora più di 50 segnalazioni. 

"Vamos a la playa. El ritmo de la noche...", è la canzone che esce dalla cassa nello zaino di un ragazzo col berretto a passeggio per la città costiera di Costanza insieme a un gruppo di amici un sabato di giugno. Una decappottabile bianca copre un grande cartellone pubblicitario della star del reggaeton Maluma, che si esibirà al festival Neversea di Costanza il mese prossimo.

La guerra sull'altra sponda del Mar Nero non si sente sulle coste romene e bulgare che iniziano la stagione estiva. Se non fosse per alcuni strani oggetti galleggianti in alto mare, che preoccupano sempre più i governi dei due paesi. 

Da dove arrivano le mine alla deriva nel Mar Nero? Un portavoce del ministero della Difesa romeno spiega a El Confidencial che le mine navali potrebbero provenire da sbarramenti ucraini posizionati sulla costa per prevenire un eventuale sbarco delle forze armate russe: "Nell'attuale conflitto questi dispositivi sono stati utilizzati massicciamente per bloccare l'accesso alla costa ucraina", spiega. "A causa delle condizioni marittime e meteorologiche, è probabile che si siano staccati e siano state trasportati dalle correnti e dalle onde in tutto il Mar Nero", aggiunge.

Questa il dragamine Struma della marina militare bulgara ha distrutto una mina rilevata a soli 250 metri dalla costa, ha dichiarato il ministero della Difesa di Sofia lo scorso 12 marzo. I miliari sono intervenuti dopo che un cittadino aveva segnalato la presenza di uno strano oggetto. Il nome della spiaggia non è stato reso noto dal ministero, anche se alcuni media locali l'hanno identificata come la spiaggia di Kabakum a Varna, una zona rinomata per le sue acque cristalline e le belle ville.

Dagli yacht alle dragamine

Nel 2016, l'allora primo ministro bulgaro Boyko Borisov dichiarò di aver rifiutato la richiesta della Romania di creare un gruppo navale regionale della Nato nel Mar Nero in risposta all'annessione russa della Crimea. Obiettò che ciò che voleva vedere lungo le coste del suo paese erano "barche a vela, yacht e turisti". Ora, anche se con grande ritardo, partirà un'iniziativa congiunta tripartita. 

In risposta alle forti tensioni nel Mar Nero, Turchia, Romania e Bulgaria hanno infatti formato un gruppo "antimine", che sarà attivato periodicamente con un comando a rotazione. Ogni paese guiderà il gruppo per un periodo di sei mesi, e nell’arco di ciascun semestre sono previste due operazioni, ciascuna di una durata non superiore ai 15 giorni. I tre paesi opereranno all'interno dei propri spazi marittimi, avendo cura di evitare tensioni con le forze russe. In futuro, partner della Nato come l'Ucraina e la Georgia potrebbero unirsi al gruppo, ha spiegato il ministero della Difesa bulgaro alla testata Mediapool

"Il pericolo è reale da più di due anni, con mine alla deriva nel Mar Nero e nella nostra zona", ha dichiarato la capitana di corvetta romena Mădălina Drăgan Ghigalău, scelta per comandare il cacciamine M-271, durante una esercitazione in aprile a cui hanno partecipato giornalisti della testata romena Hotnews. Più di 2.200 militari provenienti dalla Romania e da altri 12 paesi, tra cui la Georgia e gli Stati Uniti, si sono addestrati per due settimane nella più grande esercitazione della Nato sul Mar Nero.

"Una volta segnalato un incidente, il nostro tempo di reazione è molto breve: ci presentiamo all'unità in un'ora al massimo e, a seconda della distanza della mina dal punto in cui ci troviamo, possiamo arrivare in pochi minuti o in poche ore", ha spiegato il capitano comandante Mihai Iordache.

Adi Iacob e Sebastian Pricop di Hotnews (Romania), Nikola Lalov di Mediapool (Bulgaria) e Vesselka Vateva di Voxeurop hanno contribuito alla realizzazione di questo articolo.  

 

Questo articolo è stato prodotto nell'ambito di PULSE, un'iniziativa europea coordinata da OBCT che sostiene le collaborazioni giornalistiche transnazionali.


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