In molti paesi europei i cittadini usano sempre più i treni per i loro spostamenti, preferendoli alle auto. In Romania e Bulgaria questo però non accade per via del pessimo stato del servizio ferroviario. Ma qualcosa sta finalmente iniziando a cambiare
(Questo articolo è stato originariamente pubblicato dalla testata romena Hotnews nell'ambito del progetto PULSE)
Nel 1989 in Romania non c'erano nemmeno 1,5 milioni di automobili, mentre oggi ci sono oltre otto milioni di vetture. Al contrario, il numero di viaggi in treno è oggi cinque volte inferiore a quello del 1990. Che cosa è successo?
Diversi paesi europei si stanno sforzando di invogliare le persone a usare il più spesso possibile il treno invece dell'auto. Per esempio, sono stati lanciati abbonamenti a prezzi super-convenienti che coprono gran parte della rete ferroviaria. In molti paesi si possono trovare biglietti a prezzi bassi se si acquistano sufficientemente in anticipo – ma in Romania non ci sono offerte simili.
Non è solo una questione di prezzi: molti romeni non si azzardano a fare lunghi viaggi in treno perché hanno paura di quello che potrebbe accadere. E se la locomotiva si rompesse in aperta campagna? E se in una giornata molto calda l'aria condizionata non funzionasse? E se la puzza della toilette arrivasse fino a metà carrozza?
La Romania sta ammodernando in media solo poche decine di chilometri di binari all'anno. Quanto ai treni nuovi, solo due dei 37 convogli elettrici recentemente ordinati sono già stati consegnati, e ci vorranno almeno sei mesi prima che possano effettivamente circolare con i passeggeri.
I pendolari sono spesso costretti a viaggiare in piedi su treni sempre affollati. Come dimostrano numerosi dati, c’è poi un grave problema legato ai pesantissimi ritardi dei treni romeni. Non passa giorno senza che ci siano treni che subiscono un ritardo di almeno 100 minuti, soprattutto se la locomotiva si guasta: nulla di sorprendente, considerato che l'età media del parco locomotive è di 40-45 anni.
In Romania non abbiamo treni suburbani nelle grandi città e non abbiamo più carrozze ristorante. Abbiamo numerosi treni notturni, ma le carrozze, vecchie di oltre trent'anni, sono di qualità nettamente inferiore rispetto a quelle austriache o ungheresi. A volte versano in uno stato pietoso che fa trasparire tutta l’usura degli anni, ma non è attualmente previsto l'acquisto di vagoni letto o cuccette nuove.
Nonostante tutti questi difetti, i biglietti dei treni romeni non sono economici. Per esempio, un biglietto su un treno InterRegional da Bucarest a Sibiu costa 90 lei (18 euro) in seconda classe. Per dieci anni il prezzo era rimasto invariato, ma nell'ultimo anno c'è stato un rincaro del 30 per cento. Se si prende il Treno del Sole da Oradea alla località costiera di Eforie Nord, il viaggio dura quasi 18 ore e mezza e il biglietto costa 240 lei (48 euro) per un posto nella cuccetta da quattro.
Per tutti questi motivi, ci sono migliaia di persone che, dopo un'esperienza infelice con la compagnia ferroviaria CFR Călători o con altri operatori privati, hanno giurato di non viaggiare mai più in treno in Romania, perfino se la benzina o i biglietti aerei da una parte all'altra del paese dovessero toccare prezzi esorbitanti.
Bulgaria: treni lenti ma economici
La Bulgaria può contare su una vasta rete ferroviaria, che conobbe un periodo d'oro sotto il comunismo. Il treno era il mezzo preferito fino al 1989: il 90 per cento dei passeggeri che utilizzavano il trasporto pubblico interurbano viaggiavano in treno e il 10 per cento in pullman. Oggi invece le proporzioni si sono invertite.
Tra le ragioni di questo cambiamento c'è lo stato obsoleto della rete ferroviaria: iniziato 15 anni fa, l’ammodernamento finanziato con i fondi europei sta procedendo a rilento. Ci sono molte tratte dove la velocità dei treni non supera i 30 km/h, e anche sulle linee migliori la velocità media è di 70-80 km/h. Tra le due città più grandi del paese, Sofia e Plovdiv, il viaggio dura tra le due ore e mezza e le quattro ore per 156 km di tragitto.
I treni bulgari fanno infatti tante fermate, e le soste in stazione aumentano enormemente i tempi di percorrenza. Come in Romania, i treni che attraversano il paese hanno velocità medie molto basse: per esempio, il treno che va da Sofia a Burgas impiega quasi otto ore per fare 480 chilometri e ha solo quattro carrozze. Per andare da Varna a Ruse, 226 chilometri, ci vogliono quasi quattro ore. Per di più, secondo i dati dell'operatore ferroviario statale BDZ, il 20 per cento dei treni in circolazione nel paese viaggia in ritardo.
Tuttavia, i biglietti del treno costano molto meno rispetto a quelli dell'autobus – almeno la metà, ma ci sono casi in cui viaggiare in treno è anche cinque volte più economico. I giovani sotto i 26 anni e i pensionati possono ottenere uno sconto del 50 per cento se acquistano una tessera speciale che costa meno di un euro, e i bambini sotto i sette anni viaggiano gratis.
Eppure, alcune testimonianze dalla Bulgaria sono molto simili a ciò che alcuni viaggiatori hanno sperimentato sui treni romeni. Per esempio, "un'estate ho viaggiato sul treno da Sofia a Kjustendil: fuori c'erano 40 gradi, ma invece dell'aria condizionata era acceso il riscaldamento. I finestrini non si aprivano. Ho rischiato di morire, e dopo quell'incidente ho smesso di usare i treni BDZ", racconta Boryana, una pensionata di 75 anni.
Un'altra testimone, Maria, spiega che usa regolarmente il treno perché non ha la patente. "Altrimenti non lo prenderei", dice. È insoddisfatta dei treni a lunga percorrenza, perché sono spesso in ritardo e hanno troppe poche carrozze. "L'ultima volta ho fatto due ore di viaggio coi miei figli e non c'era posto – non solo posti a sedere, ma nemmeno in piedi", si lamenta.
Per fortuna sono previsti grossi piani di ammodernamento della rete ferroviaria bulgara. La prima di 76 carrozze di seconda mano di Deutsche Bahn è arrivata in Bulgaria: anche se non sono nuove, sono molto più avanti rispetto a quelle attuali. Un piano da 1,5 miliardi di euro finanziato dalla Commissione europea prevede l'acquisto di 62 treni e 18 locomotive, ma per ora sono stati firmati contratti solo per nove locomotive elettriche e sette treni a due piani. Il materiale rotabile dovrebbe arrivare entro la fine del 2026.
Lilly Granitzka di Mediapool (Bulgaria) ha contribuito alla realizzazione di questo articolo.
Questo articolo è stato prodotto nell'ambito di PULSE, un'iniziativa europea coordinata da OBCT che sostiene le collaborazioni giornalistiche transnazionali.
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