Orsi in Romania - © hecke61/Shutterstock

Orsi in Romania - © hecke61/Shutterstock

In Romania è presente una numerosa popolazione di orsi bruni, e mapparla è un passo fondamentale per gestire eventuali conflitti con gli esseri umani. Nonostante vari progetti europei, le operazioni di censimento continuano ad essere in ritardo

15/04/2025 -  Laura Popa

(Questo articolo è stato originariamente pubblicato dalla testata romena PressOne  nell'ambito di Cohesion4Climate)

"Quanti orsi ci sono in Romania?" è una domanda a cui nessuna autorità pubblica può rispondere con certezza. Il piano d'azione nazionale per la conservazione dell’orso bruno in Romania, adottato già nel 2018 a seguito di un altro programma realizzato con fondi europei, prevede che il monitoraggio della popolazione di orso bruno "sarà effettuato periodicamente, ogni sei anni, a livello nazionale".

Nell'aprile 2023, l'allora ministro dell'Ambiente, Tánczos Barna, ha presentato i risultati di uno studio che stimava la popolazione di orsi bruni in Romania "tra 7.536 e 8.093 esemplari". Tuttavia, i risultati dello studio sono stati contestati dagli specialisti del settore, che lamentavano la mancanza di trasparenza riguardo alla metodologia utilizzata o la mancanza di dati chiari, ad esempio, sulla densità della popolazione di orsi.

Ciò non ha impedito a Barna di firmare un'ordinanza durante il suo ultimo giorno al ministero, approvando le quote di prevenzione dell'orso bruno e dando così il via libera all'abbattimento di oltre 400 orsi al fine di limitare l'incidenza dei conflitti tra uomo e orso. La decisione ha favorito i gestori privati ​​e statali dei fondi per la caccia, che stavano elaborando piani aziendali ancor prima della firma ufficiale dell'ordinanza.

Fondi europei per il censimento degli orsi

Il ministero dell'Ambiente ha ricevuto 11 milioni di Euro in fondi di coesione UE per il progetto "Attuazione del Piano d'azione nazionale per la conservazione della popolazione di orso bruno in Romania", che avrebbe dovuto essere pronto a dicembre 2023.

Il censimento scientifico previsto dal progetto avrebbe dovuto far luce sulla situazione incerta relativa al numero di orsi in Romania.

"Questo è un tema che ci preoccupa da sempre, ovvero la popolazione di orsi e la sua interazione con l'uomo. Attraverso i fondi europei, stiamo risolvendo un problema che si trascina da diversi anni. Nel 2016 è stata presa la decisione di vietare la caccia all'orso e all'epoca si presumeva che ci fosse il rischio di una caccia eccessiva. Un altro presupposto era che le stime della popolazione di orsi non fossero basate su dati molto solidi e che un censimento dovesse essere effettuato su base scientifica", ha dichiarato il ministro degli Investimenti e dei progetti europei, Cristian Ghinea, a luglio 2021.

Con i fondi provenienti dal Programma operativo grandi infrastrutture della Romania 2014-2020, il progetto mirava a "mantenere l'attuale stato di conservazione della popolazione di orso bruno e del suo habitat a lungo termine", secondo una risposta fornita dal ministero dell'Ambiente. Per raggiungere questi obiettivi erano previste diverse attività.

Secondo il piano originale, il progetto avrebbe dovuto essere completato entro il 31 dicembre 2023. Ciò non è avvenuto e il progetto è stato suddiviso in fasi per il periodo di finanziamento 2021-2027 dei fondi di coesione UE, attraverso il Programma di sviluppo sostenibile della Romania. Lo Stato ha promesso di completare il progetto in questo nuovo quadro finanziario. Ciò significa che, invece di finanziare nuovi progetti ambientali, parte dei fondi UE disponibili verrà utilizzata per completare il vecchio progetto "orso".

Le giustificazioni dei ritardi

In una risposta a PressOne, il ministero dell'Ambiente afferma che attualmente "la percentuale di attuazione del progetto è di circa l'80%". "L'inizio delle attività ha coinciso con la pandemia generata dal Covid-19. Ciò ha portato ad una riprogrammazione delle attività. Ad esempio, le attività di formazione del personale per la raccolta di campioni sul campo sono state svolte con un certo ritardo", spiega il ministero.

Dal ministero si afferma che un'altra causa dei ritardi sono stati i bandi pubblici per l'esecuzione del progetto. "L'approvvigionamento delle attrezzature è stato un processo lungo, tenendo conto, da un lato, delle scadenze legali per la procedura di appalto e, dall'altro, delle varie problematiche emerse: i ricorsi legali durante la procedura, le disposizioni aggiuntive che prorogavano i termini di consegna delle attrezzature e l'impatto socioeconomico della guerra in Ucraina", hanno aggiunto i rappresentanti del ministero. 

Pur potendo vantare alcuni risultati raggiunti nella prima fase del progetto (come un'app per la raccolta e l'inventario dei campioni genetici raccolti sul campo, una metodologia per il prelievo dei campioni, l'ottimizzazione dei protocolli di lavoro nel laboratorio di genetica, la formazione di 400 persone per la raccolta dei campioni, 1140 sistemi di recinzione elettrica o 150 sistemi foto/video per il monitoraggio dei sistemi di recinzione elettrica), il ministero dell'Ambiente riconosce nella stessa risposta che la proroga del termine di completamento del progetto è dovuta al mancato raggiungimento di due obiettivi, ovvero "Determinare la dimensione della popolazione e stabilire il numero minimo di orsi a livello nazionale attraverso studi genetici" e "Rafforzare la capacità istituzionale attraverso la creazione di una struttura per l'allevamento, la cura, la riabilitazione e la protezione della specie di orso bruno".

La raccolta dei campioni è ancora in corso

Per il censimento della popolazione di orsi sarebbero stati raccolti circa 24mila campioni genetici (feci e pelo) da diverse aree del Paese. "Attualmente, il 98% del lavoro di raccolta dei campioni genetici è stato completato e continua parallelamente all'analisi e all'interpretazione dei dati nel laboratorio di genetica animale dell'INCDS Marin Drăcea", si legge nella risposta inviataci dal ministero. I risultati del censimento dovrebbero essere resi pubblici "a breve".

Secondo Mihai Pop, dottore di ricerca in conservazione dell'orso bruno e rappresentante dell'Associazione per la conservazione della diversità biologica, l'analisi genetica degli esemplari di orso è molto utile, ma l'obiettivo dichiarato non è il più appropriato. 

"Identificare il numero minimo di orsi nel Paese non fornisce uno strumento di gestione utile. Sai di avere un minimo e questo è tutto. Ma qual è il massimo? Qual è la media? Dove si trova quel minimo e qual è la sua distribuzione sul territorio? È come dire di avere un'auto in vendita che costa mille Euro, ma non fornire alcuna informazione su marca, modello o anno. Il risultato non sarà utile", afferma l'esperto.

Alla domanda su come monitorare la popolazione di orsi in modo il più vicino possibile a un modello ideale, Mihai Pop sostiene che, data la conformazione della Romania, le "aree di prova" sarebbero più appropriate: "Idealmente, si dovrebbero avere dalle 10 alle 12 aree da cui raccogliere mille campioni ciascuna. Forse 4-5 nei Carpazi Orientali, 3-4 nei Carpazi Meridionali e 2-3 nei Monti Apuseni". 

"Dovreste utilizzare questi dati per creare modelli statistici più complessi su un periodo di tempo più lungo. Perché è totalmente inefficiente analizzare campioni raccolti casualmente da un'area così vasta come l'habitat degli orsi in Romania", spiega Pop.

La struttura per la cura degli orsi è completata al 15%

Un altro obiettivo che avrebbe dovuto essere completato entro dicembre 2023 è la costruzione di una struttura per la cura degli orsi. Situato nella contea di Brașov, il santuario ospiterà circa 100 orsi bruni che non possono più essere reintegrati nel loro habitat naturale. Oltre due milioni di Euro sono stati stanziati per la costruzione del complesso e delle attrezzature necessarie.

Attualmente, secondo la risposta fornita dal ministero a PressOne, i lavori di costruzione per la realizzazione del complesso sono completati al 15%. Sono state acquistate "le attrezzature necessarie per la riabilitazione, la cura e la protezione dell'orso bruno (funicolari e droni per l'alimentazione, gabbia per il trasporto)".

 

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Cohesion4Climate" cofinanziato dall’Unione europea. L’UE non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto; la responsabilità sui contenuti è unicamente di OBCT.


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