Romania: un referendum per impedire il matrimonio tra persone dello stesso sesso

12 settembre 2017

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Liviu Dragnea, a capo del Partito social-democratico e presidente della Camera dei deputati ha annunciato lo sorso 2 settembre, durante il congresso nazionale del suo partito che, quest'autunno, si terrà un referendum per la “ridefinizione della famiglia”.

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La proposta referendaria mira a modificare l'articolo 48 della Costituzione rumena che sancisce che “la famiglia è fondata sul matrimonio liberamente consentito tra due sposi” sostituendo l'ultima parte con “tra un uomo e una donna”. In questo modo il matrimonio tra persone dello stesso sesso – che ancora nessuno ha rivendicato in Romania – verrebbe reso di fatto impossibile.

“E' una decisione politica convinta per rendere concreto il progetto di ridefinizione della Costituzione”, ha dichiarato Liviu Dragnea il cui partito, insieme a l'Alleanza dei liberal-democratici e i Democratici per l'Europa ha la maggioranza in entrambe le camere del parlamento. Il 9 maggio scorso la Camera dei deputati si era già espressa al 90% a favore di questa riforma costituzionale.

Il Senato deve invece ancora esprimersi sulla questione. Il referendum potrà aver luogo nei trenta giorni successivi al voto dei senatori. Affinché sia valido sarà necessario che almeno il 30% degli aventi diritto si rechi alle urne e che gli eventuali “si” rappresentino almeno il 25% del totale del corpo elettorale (4.719.242 aventi diritto). Per arrivare al referendum portando l'iniziativa in Parlamento la Coalizione per la famiglia aveva raccolto 3 milioni di firme.

Tre giorni dopo l'annuncio sul referendum da parte di Liviu Dragnea, il Parlamento ha modificato l'attuale legge sul referendum in modo da escludere il Presidente Iohannis, da sempre contrario a questo referendum, dalla procedura referendaria. “Sino ad oggi per definire la data di una tornata referendaria era necessaria una legge adottata dal Parlamento e promulgata dal Presidente. Quest'ultimo aveva così la possibilità di verificare la costituzionalità del quesito”, spiega il deputato Dan Barna, dell’Unione salvare la Romania.

“Il referendum, occupando lo spazio pubblico e politico nei prossimi mesi, sarà una perfetta cortina di fumo di cui hanno bisogno Dragnea e i suoi scagnozzi per modificare le leggi sulla magistratura e per neutralizzare la Direzione nazionale anti-corruzione”, commenta il giornalista Dan Tăpălagă, di Hotnews.

Link: Le Courrier des Balkans