Ampio rilievo in Romania al terremoto avvenuto in Italia. Undici, tra le vittime, sono cittadini rumeni
Anche la Romania piange i suoi morti dopo il terremoto in Italia del 24 agosto che ha fatto 291 vittime. Tra queste vi sono infatti anche undici cittadini rumeni. Sei invece quelli che rimangono ricoverati nelle strutture ospedaliere. Trenta sono i rumeni sfollati che vivono nelle tende allestite nella zona di Amatrice.
Due convogli funebri sono arrivati ieri in Romania, portando alle famiglie sette delle undici salme. E' arrivata a casa Steluta Novac (47 anni) del distretto di Vaslui (la zona più povera della Romania). "Non aveva famiglia ma aiutava tutti”, riportano i media locali. Nel piccolo villaggio di Zorleni piangono ora la sua scomparsa. Sono arrivate a Vâlcea le salme di Simona Paunescu (43 anni) e Victor Paunescu (52 anni). Una coppia che ha due figlie e che viveva in Italia da 10 anni, riporta News.ro.
Mentre in Italia, la comunità romena - che conta oltre un milione di persone, la più numerosa comunità straniera residente nel paese - si stringe in preghiera anche in Romania quindi paesi interi sono in lutto.
La maggior parte delle vittime sono badanti partite dai loro villaggi per assistere anziani italiani e inviare poi soldi in Romania per aiutare famiglie e parenti. Anche Elena Olaru, scrive la stampa romena, nonostante i suoi 67 anni, lavorava da oltre 10 anni ad Amatrice come badante. In questo modo riusciva a mandare a casa i soldi necessari per le cure del nipote, ammalato di leucemia. Il dramma racconta anche storie di coppie miste: un bambino di 11 anni è rimasto orfano perché la mamma Aurelia (rumena) e il papà Fabio (italiano) non ce l’hanno fatta. Violeta Moldovan (37 anni) si trovava invece ad Amatrice in vacanza.
I sopravvissuti
La stampa romena ha dato ampio spazio a storie strazianti ma anche di grande coraggio come quella dei fratelli Chirilus che a San Lorenzo sono riusciti a salvare nove persone. Loro non si considerano eroi, ma un vigile del fuoco li definisce “fantastici”, scrive il portale Ziare.com.
La televisione Digi 24 si è concentrata invece sulla storia di Domnica e Mihai Harabor che abitavano a Sommati, frazione di Amatrice. Originari di Vrancea hanno 3 bambini (la più piccola ha solo un mese). Si sono salvati per miracolo ma la loro casa, per la quale avevano fatto un muto per 10 anni, non c’è più.
Il prete ortodosso Bogdan Gheorghica è stato tra i primi ad arrivare per stare vicino alla comunità romena e ha spiegato che ad Amatrice vivevano circa 77 famiglie di rumeni, ma che per fortuna molti erano già in patria, rientrati per le ferie. Dopo l’incubo del terremoto anche altri rumeni della zona hanno scelto di tornare per il momento in Romania.
Il settimanale Espresso ha invece riportato la storia degli stagionali stranieri, ingaggiati in nero ad Amatrice per raccogliere fragole e lamponi. Tra loro Mariana, Alina, Flora e Sabina, rumene di Craiova. Secondo l’Espresso tutte quattro sono rimaste ferite ma hanno dovuto lavorare già giovedì e venerdì, a poche ore dal dramma.
Le istituzioni
Il governo di Bucarest ha annunciato che stanzierà 6000 euro per i bambini rimasti orfani, 1000 euro per ciascun deceduto e 1000 euro ai parenti fino a quelli di secondo grado. Altri 10.000 euro andranno alle persone le cui abitazioni sono state distrutte nel terremoto.
Ieri il primo ministro romeno, Dacian Cioloș (ex commissario UE all’agricoltura) si è recato insieme al ministro del Lavoro Dragos Pislaru, in Italia, ad Amatrice, nelle zone colpite. Ha visitato i rumeni feriti, consolato chi ha perso tutto. In serata ha partecipato insieme al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Matteo Renzi ai funerali di stato ad Amatrice. “Insieme per affrontare le sfide che ci attendono”, ha dichiarato Cioloș “l’Italia è un paese amico della Romania che ospita oltre un milione di romeni, mentre molti italiani, soprattutto imprenditori, hanno scelto la Romania. E' quindi un lutto comune, un momento in cui bisogna stare uniti”.
Un terremoto in Romania?
Il primo ministro Dacian Cioloș ha chiesto nei giorni scorsi al ministero degli Interni e al ministero dello Sviluppo Regionale di presentare un’analisi relativa a ciò che è stato fatto e ciò che non è stato fatto in Romania per far fronte ad una situazione critica come quella avvenuta in Italia.
Secondo il canale televisivo Digi24 in caso di un terremoto della capitale Bucarest resterebbero solo macerie. Tra gli edifici ad alto rischio vi sarebbero anche 97 scuole che, nel caso di un terremoto di magnitudo 7 gradi secondo la scala Richter, rischierebbero il crollo. Molti immobili avrebbero bisogno di essere ristrutturati secondo le norme antisismiche e i soldi – secondo la normativa vigente – dovrebbero arrivare dalle casse dei comuni.
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