Il Congresso Russo dei Popoli del Caucaso è un'organizzazione fondata da esponenti di diverse nazionalità della regione che si sono uniti per tutelare i propri interessi, per difendersi da discriminazioni e per il bene della Russia
La sede del Rknk (Rossijskij Kongress Narodov Kavkaza) si trova nel centro di Mosca, in un palazzo residenziale senza alcuna insegna, poco distante dalla stazione ferroviaria Paveleckij. Qui arrivano i treni provenienti dal Daghestan e dall'Azerbaijan. Vi è ad esempio un collegamento diretto con Baku, la capitale azera: basta un viaggio di due giorni, 11 ore e 38 minuti.
Nelle regioni della Russia centrale risiede attualmente un'ampia comunità di persone provenienti sia dal Caucaso meridionale che dal Caucaso russo. Solo a Mosca, vivono oltre un milone e mezzo di persone originarie di quest'area. Secondo Denga Khalidov, membro del direttivo dell'Rknk, la maggior parte di loro si sono trasferiti qui dopo il crollo dell'Unione Sovietica, spinti dall'alto livello di disoccupazione, dalla difficile situazione economica o dalle guerre che hanno coinvolto varie regioni del Caucaso. "Molti caucasici, venendo ad abitare nella Russia centrale, si adattano male, e questo è un problema", mi dice dispiaciuto Khalidov. "Anche per via delle guerre nel Caucaso, le nuove generazioni non hanno avuto un processo educativo normale, non è stata presentata loro alcuna idea di integrazione che permetta loro di avere un'identità civile normale, da cittadini della Federazione Russa. Buona parte dei ceceni, dei daghestani, dei kabardini e degli ingusci considerano la Russia come un paese estero...provate ad immaginarvi."
I media russi riportano frequentemente episodi di violenza contro persone provenienti dal Caucaso e dalle ex-repubbliche sovietiche dell'Asia Centrale ad opera di gruppi di ultranazionalisti. Varie organizzazioni, incluso il "Movimento contro l'immigrazione illegale", partecipano a marce e manifestazioni contro la presenza di questi popoli, senza fare alcuna distinzione tra immigrati e cittadini russi. Leči Magomanov, che all'interno dell'Rknk si occupa di sviluppo economico, balkaro, mi dice stizzito: "Abbiamo una storia comune, abbiamo costruito assieme lo stato in cui viviamo, abbiamo combattuto assieme in guerra. Perché mai la Russia dovrebbe appartenere ad una persona etnicamente russa più che a me che sono balkaro?"
"Anche all'interno delle istituzioni statali non si fidano di chi è originario del Caucaso settentrionale, per via della guerra in Cecenia" - prosegue Khalidov - "Si nota nella pratica operativa delle istituzioni pubbliche, degli organi di sicurezza, nei media. Il nostro compito è di opporci a questa tendenza: i caucasici sono cittadini russi come tutti gli altri, con gli stessi diritti e le stesse responsabilità."
Ma è sufficiente fare un giro per la metropolitana di Mosca per notare che i poliziotti fermano frequentemente persone dai tratti caucasici o provenienti dalle ex-repubbliche dell'Asia centrale, per controllare i documenti. Secondo la legislazione russa, anche i cittadini russi devono registrarsi presso le autorità locali entro 90 giorni dal loro arrivo in una città dove non sono residenti (per i cittadini stranieri, come era anche per i cittadini russi fino al 2004, il limite scende a tre giorni). A Mosca è cosa nota che i poliziotti approfittano di questa legge per estorcere denaro, minacciando multe, ulteriori verifiche in centrale o l'espulsione. Chiedo a Šamil Osmanov, che all'Rknk si occupa di diritti umani, cosa fa per aiutare chi si trova in situazioni di questo tipo.
"Questo in effetti è il motivo per cui chiamano più spesso il nostro numero di telefono dedicato all'assistenza giuridica. Ad esempio, un ragazzo è venuto dal Caucaso in macchina, e non ha un biglietto del treno od un altro modo di dimostrare che è arrivato a Mosca da meno di 90 giorni. Per legge, dovrebbe essere la polizia a dimostrare che sei rimasto a Mosca da più di tre mesi, ma tanti non sono informati, hanno paura. Per chi ci conosce di solito la cosa si risolve semplicemente. Fanno vedere ai poliziotti il biglietto da visita del nostro consulente giuridico, e possono andarsene subito. È chiaro che i poliziotti vogliono solo soldi; vedendo che una persona può fare riferimento ad un esperto, capiscono subito che non sarà possibile estorcere denaro. Spesso ci chiamano per avere sostegno quando i datori di lavoro non pagano per mesi, o violano in altro modo il codice del lavoro. Molti caucasici non si fidano delle forze dell'ordine, e per problemi di questo tipo non andrebbero mai a denunciare il proprietario dell'impresa per cui lavorano; sanno che ci sono tempi lunghissimi, e comunque non hanno fiducia nei risultati. Quando ci chiamano, noi cerchiamo di intervenire, di parlare con il datore di lavoro, e di risolvere la questione senza andare a processo."
Ciononostante, i rappresentanti dell'Rknk cercano il dialogo con le autorità, e spesso collaborano con le forze dell'ordine.
Kantimir, invece, si occupa delle organizzazioni giovanili che collaborano con l'Rknk, e pensa che una delle cose più importanti per favorire l'integrazione e superare i conflitti sia la conoscenza reciproca. Per questo l'Rknk organizza tavole rotonde dedicate alla pace nel Caucaso, serate a tema dedicate ai vari popoli della regione con canti, cibi tradizionali e danze, o semplicemente feste dove i giovani abbiano modo di stare assieme e conoscersi.
Qualche giorno dopo il nostro primo incontro ho seguito Kantimir ad una serata conoscitiva dedicata all'Islam, organizzata da un movimento giovanile islamico moderato moscovita, "Rinascita". L'oratore, citando esempi dal Corano, ha condannato ogni forma di estremismo; facendo riferimento esplicito a ciò che ha avuto luogo nel Caucaso settentrionale nel corso degli anni '90, ha spiegato come ogni buon musulmano debba essere rispettoso delle altre religioni, ed evitare comportamenti violenti o criminali di qualsiasi tipo. La serata si è conclusa con un allegro quiz a premi, con domande a tema religioso.
Scondo Denga Khalidov, le persone di origine caucasica soffrono molte discriminazioni ed ingiustizie sia a Mosca, sia in altre regioni della Federazione Russa, e gli stessi caucasici devono attivarsi per affrontare questi problemi. L'Rknk è stato fondato proprio per questo. "Nei media rappresentano i caucasici come 'nemici'. Noi siamo contro le tendenze 'caucasofobiche' che si stanno diffondendo, contro quella propaganda che è evidente sia in televisione sia sulla carta stampata. È importante contrastare queste tendenze...per il bene della Russia".
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