Firmato martedì 18 a Bruxelles un accordo tra Ue e i ministri dell'Interno dei Balcani occidentali. Previste agevolazioni nel regime dei visti e per la riammissione dei cittadini espatriati illegalmente. Le reazioni in Serbia. Una traduzione tratta da Danas
Di M.M., per Danas, 19 settembre 2007
Traduzione di Jasna Andjelic per Le Courrier des Balkans, e di Carlo Dall'Asta per Osservatorio sui Balcani
"La firma dell'accordo rappresenta una decisione politica importante sulla via della cooperazione tra l'UE ed i Paesi dei Balcani occidentali in un ambito cruciale come quello delle migrazioni e della mobilità delle persone. L'applicazione degli accordi, accompagnata da progressi importanti nel campo della giustizia, della libertà e della sicurezza, permetteranno alla Commissione europea di abbozzare un dialogo generale sulla possibilità di abolire il regime dei visti per i Paesi dei Balcani occidentali", ha dichiarato il vicepresidente della Commissione europea Franco Frattini.
La firma degli accordi è stata accolta favorevolmente da Olli Rehn, commissario europeo per l'allargamento. Olli Rehn ha sottolineato che i futuri contatti tra i cittadini dell'UE e quelli della regione ne usciranno migliorati, e che l'UE si aspetta ora una piena applicazione degli accordi, per avviare il dialogo sulle condizioni per l'abolizione dei visti.
Il ministro serbo dell'Interno Dragan Jocic ha sottolineato nel corso della cerimonia della firma degli accordi che il nuovo regime dei visti, destinati a diverse categorie di cittadini serbi, dovrebbe portare in futuro all'abolizione totale dei visti, il che rappresenterebbe un incoraggiamento da parte dell'Europa alla futura integrazione della Serbia. Secondo Dragan Jocic, le categorie di cittadini che potranno ottenere dei visti gratuiti di durata prolungata per i 27 Paesi dell'UE sono i seguenti: uomini d'affari, studenti, insegnanti, intellettuali, giornalisti, persone sotto trattamento medico, responsabili di ONG, guidatori di TIR e persone che viaggiano nei Paesi dell'UE per motivi familiari.
Il commissario europeo Franco Frattini, che ha firmato gli accordi in nome dell'UE insieme con il ministro dell'Interno portoghese Rui Pereira, sottolinea di essere molto favorevole all'idea del primo ministro italiano Romano Prodi di accelerare l'integrazione europea della Serbia e di abolire al più presto il regime dei visti per i cittadini serbi. Franco Frattini ricorda che ciò esige l'accordo preliminare di tutti i 27 Paesi dell'UE e che ciò soprattutto non dovrebbe essere inteso come un "risarcimento" offerto alla Serbia per lo status futuro del Kosovo. Il ministro Jocic ha sottolineato che "la maggioranza dei cittadini serbi è a favore dell'integrazione europea", e che li si dovrebbe incoraggiare dimostrando che l'Europa è pronta ad accettare la Serbia.
"Alcuni incoraggiamenti ed un atteggiamento di rispetto verso la Serbia permetteranno ai cittadini di volgersi ancor più verso l'integrazione ed i vantaggi che essa offre", ha detto il ministro dell'Interno serbo. Egli ha poi sottolineato la disponibilità della Serbia a lottare contro l'immigrazione clandestina, la criminalità organizzata ed il terrorismo, con l'introduzione di nuovi passaporti più sicuri, di una nuova normativa per l'asilo, con il rafforzamento dei controlli di frontiera e con altre misure.
"Ciò è importante per l'abolizione definitiva dei visti europei per i cittadini serbi. Allo stesso tempo il nostro Paese deve adottare una serie di leggi ed applicare pienamente l'accordo firmato", ha detto il ministro dell'Interno.
"In quanto partner di pari livello, e nel rispetto dei suoi legittimi interessi, la Serbia può contribuire alla sicurezza generale della regione e dell'Europa", ha detto il ministro, che spiega che "un uomo ragionevole ed uno Stato ragionevole in ogni affare cercano il loro interesse", e che "la difesa dei nostri interessi nazionali coincide col bene dell'UE". "Il nostro interesse nazionale è una Serbia stabile e solida, politicamente rispettata, economicamente forte. Questa Serbia sarà un fattore importante per l'UE e un centro di gravità per la regione".
Dragan Jocic ha dichiarato che è nell'interesse dell'UE che i Paesi dei Balcani occidentali applichino gli accordi sul regime dei visti e sulla riammissione, ovvero il ritorno delle persone dei Balcani occidentali che risiedono illegalmente nella UE, poiché così la regione diventerà una sorta di muro di difesa contro l'immigrazione clandestina, la criminalità organizzata ed il terrorismo che possono minacciare l'UE.
"L'accordo sul regime dei visti è un passo importante. Tuttavia l'obiettivo della Serbia è quello di figurare un giorno sulla "lista bianca" di Schengen, vale a dire ottenere un regime senza visti per l'UE. Per arrivare a questo la Serbia deve avere un atteggiamento propositivo, per ottenere dalla UE un itinerario definito che le garantisca di riuscire ad entrare nella lista bianca", ha dichiarato Milica Delevic Djilas, vice ministro serbo per gli Affari esteri.
Milica Delevic Djilas indica che il governo serbo ha approntato una serie di leggi che dovrebbero permettere di ottenere un regime senza visti con l'UE e che queste leggi sono prioritarie. Tuttavia lei stima che Bruxelles si attenda una rapida adozione di queste leggi, il che richiede un lavoro parlamentare più efficiente. Quando le è stato domandato se l'accordo sul regime dei visti valesse anche per i cittadini del Kosovo, la vice ministro ha risposto che esso è in vigore per chiunque possieda un passaporto della Serbia e Montenegro.
Affinché la Serbia possa aspettarsi di figurare sulla lista bianca di Schengen, essa deve adottare prima della fine dell'anno nuove leggi sui documenti d'identità, sull'asilo, sulla sorveglianza delle frontiere, sulla mobilità e sul soggiorno degli stranieri.
Oltre che dalla Serbia, gli accordi sui visti e la riammissione sono stati firmati dal Montenegro, la Macedonia e la Bosnia ed Erzegovina. L'Albania ha firmato solamente l'accordo sui visti, dato che essa aveva già concluso un accordo di riammissione con l'UE. La decisione finale sugli accordi con gli Stati dei Balcani occidentali sarà presa l'8 ed il 9 novembre, in occasione della riunione dei ministri della Giustizia e dell'Interno dell'UE. Gli accordi saranno poi adottati dal Parlamento europeo, per entrare in vigore il primo gennaio 2008, secondo i piani della presidenza portoghese.
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