Un migliaio di Rom hanno protestato nei giorni 2 e 3 settembre di fronte al Parlamento serbo, nel centro di Belgrado, contro lo sfratto delle 205 famiglie Rom che vivono in un quartiere nei pressi di Novi Beograd.
All'inizio di settembre più di un migliaio di Rom, tra cui infanti e bambini piccoli, ha trascorso la notte nel parco che circonda la presidenza serba, prima di spostarsi nella spiazzo di fronte alla sede del Municipio. I Rom, protestando, hanno chiesto alle autorità di trovare loro una sistemazione alternativa e adeguata qualora fossero sfrattati dall'insediamento di Stari Aerodrom, vicino a Novi Beograd.L'unico rappresentate ufficiale che ha accolto la protesta è stato il Ministro federale per le minoranze etniche, Rasim Ljajic. Il Ministro Ljajic ha anche negoziato col direttore della ditta IMT (Motor and Tractor Industry), proprietaria del terreno dove vivono i Rom e dove vi hanno vissuto durante gli ultimi dieci anni. Ljajic ha deciso di rinviare lo sfratto di un mese, tuttavia nessun accordo è stato preso tra le famiglie Rom e le autorità circa il loro futuro luogo di dimora.
Dopo l'incontro con la delegazione Rom, il vicepresidente dell'amministrazione comunale, Ljubomir Andjelkovic, ha spiegato che queste famiglie non vogliono vivere in un'area qualsiasi al di fuori di Belgrado. Ljubomir Andjelkovic ha dichiarato per l'emittente B-92 che non dipende dalle autorità della città trovare un accordo. "Non abbiamo appartamenti, non ci sono sistemazioni adatte da offrire a questa gente", ha concluso il vice presidente. Il presidente dell'Unione dei Rom "Oaza", Zoran Vasic, ha commentato dicendo che le autorità hanno dimostrato una scarsa comprensione per le protesta della gente Rom. Anche due ONG hanno accolto e appoggiato la protesta dei Rom, l'Umanitarian Law Centere e l'Helsinki Committee for Human Rights in Serbia.
Il membro del World Roma Parliament, Dragoljub Ackovic, ha detto che il problema principale di queste persone è che per la maggior parte non possono fare ritorno nelle proprie abitazioni. Si tratta infatti di 138 famiglie, sul totale di 205, che sono IDPs (Internal displaced person) del Kosovo.Ackovic ha affermato che appoggia le richieste di queste persone e che vuole parlare della loro situazione all'incontro del World Roma Parliament, previsto per i giorni 13-16 settembre in Italia, aggiungendo che l'autorità non ha fatto nulla per la popolazione Rom eccetto mere promesse ("Danas", 3 e 4 settembre; B92, 3 settembre; "Politika", 3 settembre).
Il direttore esecutivo dell'Humanitarian Law Centre, Natasa Kandic e Sonja Biserko, presidentessa dell' Helsinki Committee for Human Rights in Serbia, hanno scritto una lettera al Primo ministro serbo Zoran Djindjic, al Commissario serbo per i rifugiati, Sanda Raskovic-Ivic, al Ministro federale per le minoranze etniche e nazionali Rasim Ljajic, al Sindaco di Belgrado Radila Hrustanovic e al Presidente del Consiglio esecutivo dell'Assemblea di Belgrado, Nenad Bogdanovic. Nella lettera hanno espresso il loro supporto alle centinaia di Rom che stanno protestando nel centro della città.
Hanno inoltre chiesto alle autorità di fermare la comune abitudine di non aiutare le persone che vivono nei depositi di rifiuti, sotto i ponti e in posti simili.
Le due attiviste affermano che qualcosa deve essere fatto per questi Rom, la maggior parte dei quali sono IDPs del Kosovo, che non avranno un posto dove vivere dopo il 1° ottobre quando verranno sfrattati dall'insediamento costruito illegalmente di Stari Aerodrom. Nella lettera vi è anche scritto che quel terreno è di proprietà della Compagnia ITM, la quale taglierà i rifornimenti d'acqua e di elettricità a queste famiglie e dal 1° di settembre ha già attivato un servizio di sicurezza con cani da guardia davanti al cancello dell'edificio. La Biserko e la Kandic hanno spiegato che in questo momento circa duemila IDPs del Kosovo, prevalentemente Rom, Askhali e Egiziani vivono nei sobborghi delle città serbe e montenegrine ("Danas", 4 settembre). Uno degli organizzatori della protesta, Jusuf Bajrami, ha detto al quotidiano "Danas" che le famiglie Rom non cesseranno di protestare finché il Ministro federale per le minoranze etniche Rasim Ljajic non troverà e non annuncerà ufficialmente dove andranno a vivere.
Vedi anche:
Serbia: discriminazioni contro i Rom
Helilsnki Committee for Human Rights in Serbia
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