COVID19 in Serbia: lettera aperta di 350 medici, "la situazione è catastrofica"
21 luglio 2020
350 medici si sono uniti in un gruppo informale denominato “Uniti contro il Covid” e ha inviato una lettera aperta al governo serbo, prendendo fermamente le distanze dall’operato del Comitato di crisi per la lotta al Covid 19 e chiedendo inoltre che venga sostituito perché ormai "la Serbia si trova in una situazione palesemente catastrofica" dal punto di vista sanitario, con la responsabilità che ricade in buona parte sul governo.
I medici chiedono quindi che venga formato un nuovo Comitato di crisi, che si faccia chiarezza sui contagi, che in molti ritengono ritoccati, e che si “ponga fine alla politicizzazione e alle intimidazioni che danneggiano la dignità del personale sanitario”. I medici insistono su fatto che “è loro obbligo morale e professionale mostrare la serietà della situazione i cui si trovano”.
L’obiettivo principale di questo gruppo di medici e lavoratori del sistema sanitario serbo e proprio quello di riportare la fiducia delle persone nel sistema sanitario, sapere in che condizioni lavorano medici e infermieri, al di là dei messaggi propagandistici emessi dal governo e dal presidente Aleksandar Vučić.
“Il brusco allentamento delle misure anti-epidemiche nel periodo pre-elettorale (raduni, partite, tornei, festeggiamenti, ecc.) ha portato a una perdita di controllo della situazione epidemiologica, e ciò non può in alcun modo essere giustificato da motivazioni professionali. La confusione relativa al numero di malati e deceduti è stata causata dal disaccordo sulle statistiche epidemiologiche, dalla mancanza di conoscenza del lavoro quotidiano dei medici e da dichiarazioni contraddittorie in pubblico. Tutto ciò ha scosso seriamente il sistema sanitario e ha minato la fiducia sia dei cittadini che degli operatori sanitari. Per questo motivo, vogliamo prendere nettamente le distanze dal Comitato di crisi per la lotta contro il Covid-19”, si legge nella lettera.
Prendendo nettamente le distanze dall’operato del governo e dal Comitato di crisi che gestisce la comunicazione e le operazioni relative all’epidemia, il gruppo di 350 medici chiede che lo stesso Comitato si assuma le proprie responsabilità e venga sostituito, che venga avviata un’indagine indipendente sui dati ufficiali dell'epidemia in Serbia e sull’eventuale loro falsificazione. Invita infine il governo a reagire velocemente per far fronte alla drammatica situazione, e la popolazione a rispettare le misure di contenimento dell’epidemia.
La lettera conclude dicendo “Solo uniti possiamo aiutarci reciprocamente. Solo uniti possiamo aiutare i cittadini della Serbia in questa lotta. La lotta contro il Covid è una lotta comune. Uniti contro il Covid”.