Il Consiglio nazionale giovanile della Serbia (KOMS) ha pubblicato nelle scorse settimane il suo consueto sondaggio annuale sui giovani in Serbia. Dall'indagine, condotta tra aprile e maggio 2024, emerge che il 49% degli intervistati intende lasciare il paese.
Secondo gli ultimi risultati, ancora parziali (7842 sezioni su 8273) il presidente serbo Aleksandar Vučić e il suo Partito progressista serbo (SNS) sono ancora una volta i trionfatori della tornata elettorale di ieri in Serbia.
Decine i firmatari di una lettera inviata di recente all’Alto rappresentante UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ad Antony Blinken, Segretario di stato americano e James Cleverly, Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Commonwealth e sviluppo.
David Albahari, scrittore, traduttore e uno dei più importanti letterati dei Balcani, è morto a Belgrado il 30 luglio dopo una lunga malattia, all’età di 76 anni.
Tre quarti dei cittadini dei Balcani occidentali sostiene la cooperazione regionale perché la considera positiva per le rispettive economie e concorda sul fatto che ciò che unisce i cittadini dell'area è più importante di ciò che li divide, secondo i risultati dell’edizione di quest'anno del Barometro balcanico, pubblicato dal Consiglio per la cooperazione regionale (RCC).
Prende avvio il progetto europeo "Moj Dom": un viaggio attraverso le storie di migrazione e accoglienza a trent'anni dalla dissoluzione violenta della Jugoslavia.
Durante la seduta plenaria di mercoledì 10 maggio il Parlamento Europeo, riunitosi a Strasburgo, ha adottato due relazioni su Serbia e Kosovo. Gli europarlamentari a Belgrado chiedono di allinearsi alla politica estera dell'UE e a Pristina di attuare i punti dell'accordo mediato dall'UE.
Dopo un incontro-fiume, durato più di dodici ore e facilitato dall’UE, sabato scorso Serbia e Kosovo hanno raggiunto ad Ohrid, in Macedonia del nord, un accordo verbale su come procedere sulla via della normalizzazione dei rapporti reciproci.
Oltre 30 minacce di morte, un record tra i giornalisti e scrittori serbi, hanno costretto Marko Vidojković e sua moglie a lasciare il paese per evidenti motivi di sicurezza.
Martedì 31 gennaio, presso l'Ambasciata americana a Pristina, si è tenuta una tavola rotonda a porte chiuse con i rappresentanti locali della società civile, del governo e dell'opposizione. Il primo ministro Albin Kurti ha dichiarato di non essere stato invitato all'incontro, ma il governo era rappresentato, tra gli altri, dal ministro per le Comunità e il Ritorno, Nenad Rašić.
Lunedì il presidente serbo Aleksandar Vučić si è rivolto alla nazione per spiegare che la Serbia era "obbligata" ad accettare il piano franco-tedesco di normalizzazione con il Kosovo.
Secondo i risultati preliminari del censimento della popolazione, delle famiglie e delle abitazioni nel 2022, la Serbia ha 6.690.887 abitanti, 495.317 (6,9%) in meno rispetto al censimento del 2011. A renderlo noto è stato il 21 dicembre l'Ufficio statistico della Repubblica (RZS).
La Serbia sospenderà l’emissione di targhe automobilistiche che fanno rifermento a città che si trovano in Kosovo. Il Kosovo, a sua volta, rinuncerà all’annunciata intenzione di multare i proprietari dei veicoli con targa serba che non hanno proceduto alla re-immatricolazione dei veicoli.
Sembrava cosa fatta o quasi, la presidenza di turno dell’Ue in capo alla Repubblica Ceca pensava di mettere all’ordine del giorno di oggi 23 novembre la questione della liberalizzazione dei visti per il Kosovo. Nei giorni scorsi era stato detto che durante l’odierna riunione degli ambasciatori UE, tecnicamente il Comitato dei rappresentanti permanenti (COREPER), si sarebbe persino adottato un testo per l’accordo sulla liberalizzazione dei visti per il Kosovo.
Sono costretti a lasciare il loro paese e a fare i pendolari tra Slovacchia o Polonia e Serbia per non perdere il lavoro. Il 7 agosto, un terzo gruppo di dipendenti dello stabilimento Fiat di Kragujevac, in Serbia, è partito per lo stabilimento di Trnava, a circa 60 km a est della capitale slovacca Bratislava. Un quarto contingente dovrebbe raggiungerli il 21 agosto. Tutti questi dipendenti hanno accettato l'"offerta" proposta dalla loro azienda all'inizio di giugno: a fine di aprile, il gruppo Stellantis, il quarto produttore di auto al mondo, che comprende Fiat Chrysler e PSA, ha annunciato con grande clamore che dal 2024 produrrà auto elettriche a Kragujevac. Il presidente serbo Aleksandar Vučić ha aggiunto dal canto suo con orgoglio che l’investimento sarebbe ammontato a 190 milioni di euro, di cui 48 milioni a carico dello stato.
Dal 1991 le Donne in Nero di Belgrado sono state, e continuano ad essere, minacciate da fascisti, ex paramilitari, leader politici come Vojislav Šešelj, condannato per crimini di guerra nel 2018 dal Tribunale dell'Aja. Sotto attacco perché attive contro la guerra, perché denunciano i crimini perpetrati e la mancanza di giustizia per le vittime civili. Contro l’emarginazione delle minoranze e ogni violazione dei diritti umani, le Donne in Nero hanno organizzato in trent’anni più di 2.500 proteste.
Il "FHP - Fond za humanitarno pravo" (Centro per il diritto umanitario) di Belgrado, nell'anniversario dell'Operazione militare Oluja (Tempesta) avvenuta nell'agosto del 1995, denuncia in un comunicato stampa che a distanza di 27 anni non è stata ancora riconosciuta giustizia alle vittime.
La Società per la protezione e lo studio degli uccelli in Serbia e Mini Eko Zona, due ong serbe, hanno recentemente denunciato che la Coca-Cola ha promosso il suo nuovo marchio “Rosa Homolje” di acqua minerale frizzante, nelle grotte di Rajkova, mettendo in pericolo alcune colonie di pipistrelli di specie protette.
Al termine di una liturgia di riconciliazione celebrata martedì a Skopje, nella Cattedrale di San Clemente a Ohrid, il Patriarca serbo Porfirije ha annunciato che l'Assemblea dei vescovi della Chiesa ortodossa serba ha deciso all'unanimità di rispondere alla richiesta della Chiesa ortodossa macedone - Arcidiocesi di Ohrid e di concederle l'autocefalia.
Dopo aver attraversato la strettoia delle Porte di Ferro, il Danubio continua il suo lento scorrere verso il mar Nero in strette anse. Qui sulla riva rumena del fiume, si trova la città di Drobeta - Turnu Severin, su quella serba c'è invece quella di Kladovo.
L'organizzazione femminista e antimilitarista "Donne in Nero" di Belgrado, dall'inizio dei conflitti di dissoluzione della Jugoslavia rappresenta una delle più coraggiose e importanti voci della società civile della Serbia. Con un comunicato stampa denuncia l'ennesimo attacco subito pochi giorni fa per mano di ignoti.
Un passo importante in direzione di Bruxelles, o la vittoria rassegnata della logica della “fatica da allargamento”? Lo scorso 29 luglio i premier di Albania, Macedonia del nord e Serbia hanno firmato a Skopje gli accordi che danno vita ad “Open Balkan”.
Dieci anni fa partivano i negoziati per la normalizzazione dei rapporti tra Kosovo e Serbia, facilitati dall'Unione europea. Cos'è cambiato in questo intenso e difficile decennio?
Le autorità serbe sono sulla difensiva e stanno tentando di minimizzare le critiche contenute nella relazione sul paese adottata dal Parlamento europeo lo scorso 25 marzo.
Il 4 febbraio scorso, all'alba, sono stati arrestati dalla polizia numerosi membri di un gruppo ultras del Partizan Belgrado, tra cui Veljko Belivuk, che ne era a capo. Il giorno successivo è stata formalmente avviata un'inchiesta nei loro confronti: sono accusati di essere coinvolti in numerose attività criminali tra cui perlomeno tre omicidi.
Un grande giornalista, ma prima ancora una grande persona. All’inizio degli anni ‘90, non condividendo la politica nazionalista di Milošević, assieme ad altri colleghi è stato obbligato a lasciare Radio Beograd per cui lavorava. Per 30 anni corrispondente Ansa da Belgrado, collaboratore di Radio Popolare. È morto sabato 30 gennaio
Tredici anni dopo la separazione del Kosovo dalla Serbia, i due paesi restano bloccati nel reciproco non riconoscimento, con effetti deleteri per entrambi. Secondo un recente rapporto dell'International Crisis Group le due parti devono andare oltre i dettagli tecnici dei negoziati per affrontare le questioni principali nella loro relazione: l’indipendenza di Pristina e l’influenza di Belgrado sulla minoranza serba del Kosovo.
Non potevo crederci, non volevo crederci… questa mattina la successione di messaggi su whatsapp mi è esplosa addosso. Un duro colpo, inaspettato, come la vita spesso sa fare… coglierci impreparati, all’improvviso…
Lunedì scorso Albania e Serbia hanno sottoscritto un accordo che permetterà ai loro cittadini di entrare nei due paesi con la sola carta di identità. Non avranno quindi più bisogno, come accadeva sino ad ora, del passaporto.
Stamattina, dopo complicazioni respiratorie dovute al Covid-19, è morto a Podgorica il metropolita Amfilohije, leader della Chiesa ortodossa serba in Montenegro. Figura carismatica ed estremamente controversa, ha giocato un ruolo politico attivo fino alla fine.