Con la continua e sistematica erosione dell'indipendenza editoriale da parte del governo, è necessario un più forte sostegno internazionale per sostenere la libertà dei media nel paese. Un'intervista con Igor Božić, direttore dei notiziari della TV indipendente N1
Da quando ha preso il potere, il regime di Aleksandar Vučić ha minato notevolmente l'indipendenza editoriale, prendendo strategicamente il controllo dei canali televisivi nazionali e dei tabloid. Questo controllo è rafforzato dalla manipolazione finanziaria, dalla pubblicità sponsorizzata dallo Stato e dalle tattiche di intimidazione legale, tra cui le SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation), che impongono pesanti oneri ai media indipendenti.
La cattura dei media non solo soffoca la libertà giornalistica, ma plasma anche la percezione pubblica promuovendo narrazioni pro-regime e descrivendo i media indipendenti come nemici dello Stato.
OBCT ha incontrato Igor Božić, direttore dei notiziari del canale indipendente N1 TV Serbia, per discutere delle minacce digitali e fisiche per i giornalisti e della resilienza richiesta per mantenere l'integrità professionale.
Quali ritiene siano le principali sfide all'indipendenza editoriale in Serbia?
La principale è il controllo del regime sui media. Da quando ha preso il potere, il regime di Aleksandar Vučić ha preso il controllo delle frequenze televisive nazionali e dei tabloid, lasciando solo pochi canali indipendenti come N1 e Nova. La maggior parte dei media indipendenti è finanziata tramite donazioni o fa parte di United Media Group, finanziato tramite abbonamenti via cavo.
In che modo il governo esercita il suo controllo e la sua influenza sul settore dei media?
In generale, il governo descrive i media indipendenti come nemici dello stato, creando un ambiente pericoloso per i giornalisti.
Più specificamente, il regime controlla i media tramite i finanziamenti, principalmente tramite inserzionisti statali come Telekom Serbia, che sponsorizza canali televisivi nazionali e più piccoli. Telekom ha anche tentato di allontanare i giornalisti dai media indipendenti offrendo stipendi più alti. Ad esempio, Telekom Serbia ha acquistato la licenza per Euronews, Newsmax e Bloomberg e si è sostanzialmente lanciata sul mercato offrendo uno stipendio molto più alto di quello che possiamo offrire noi. Presto avremo un canale televisivo Russia Today con stipendi ancora più alti. Sono tutti finanziati dal governo, sia serbo che russo.
A quale tipo di minacce sono esposti i giornalisti?
Minacce sui social media, attacchi fisici durante le manifestazioni e diffamazione pubblica da parte di funzionari governativi, che spesso si rifiutano di rispondere alle domande dei giornalisti indipendenti, isolandoli ulteriormente.
Questi attacchi creano un ambiente stressante, a volte portando i giornalisti ad andare in terapia. Nonostante questi problemi, ci sforziamo di mantenere gli standard professionali e di non soccombere all'autocensura.
In che modo le minacce legali influenzano i media indipendenti?
I media indipendenti vanno incontro a minacce legali (SLAPP) volte a intimidirli e metterli in difficoltà dal punto di vista economico. Ad esempio, Millennium Team e Telekom hanno citato in giudizio N1 per aver riferito sulle loro attività, chiedendo danni esorbitanti, il che aumenta la pressione sui media indipendenti. Queste battaglie legali richiedono molto tempo e sono estenuanti dal punto di vista finanziario, ma continuiamo a combatterle per sostenere la nostra indipendenza editoriale.
In che modo la cattura dei media influenza la percezione dei media da parte del pubblico in generale?
Il pubblico è sempre più influenzato dalla propaganda filo-russa e dalle narrazioni anti-europee promosse dal regime. La cattura dei media si traduce in un pubblico plagiato, soprattutto tra le generazioni più anziane che si affidano alla televisione per le informazioni. La narrazione del regime presenta i media indipendenti come traditori e nemici dello Stato, cosa che molte persone credono a causa della mancanza di fonti alternative.
E la risposta della comunità europea e internazionale?
La risposta della comunità internazionale è stata debole. I rappresentanti dell'Unione europea esprimono preoccupazione in privato, ma raramente criticano pubblicamente il governo, temendo reazioni negative e di compromettere le relazioni diplomatiche. Questa mancanza di un forte intervento internazionale aggrava il problema.
L'Unione europea deve essere più assertiva e dare priorità alla libertà dei media e agli standard democratici nei suoi rapporti con la Serbia. Gli sforzi attuali sono insufficienti e il regime continua a minare questi valori mentre beneficia dei fondi dell'UE.
Come riesce a rimanere ottimista e continuare il suo lavoro in queste condizioni?
Questo impegno e la convinzione che la verità e l'integrità siano importanti ci fanno andare avanti. Nonostante l'ambiente difficile, N1 rimane fedele al giornalismo professionale. Speriamo nel cambiamento e continuiamo a lottare per la libertà dei media, sapendo che il nostro lavoro è essenziale per una società democratica.
Tuttavia, la mancanza di un sostegno significativo da parte dell'Unione europea e la continua pressione del governo rendono difficile vedere un risultato positivo a breve. Il sostegno pubblico all'integrazione europea sta diminuendo e il sentimento filo-russo sta aumentando, complicando ulteriormente la situazione.
Quale messaggio vorresti trasmettere al pubblico e alla comunità internazionale?
La libertà dei media è fondamentale per la democrazia. Abbiamo bisogno che il pubblico e la comunità internazionale siano al nostro fianco, sostengano il giornalismo indipendente e chiedano conto al regime delle sue azioni. Insieme, possiamo creare una società trasparente e democratica.
Questa pubblicazione è il risultato delle attività svolte nell'ambito del Media Freedom Rapid Response e ATLIB - Transnational Advocacy for Freedom of Information in the Western Balkans, un progetto cofinanziato dal Ministero italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Tutte le opinioni espresse rappresentano le opinioni dell'autore e non quelle delle istituzioni cofinanziatrici.
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