Aleksandar Šapić durante la campagna elettorale per le municipali del 24 aprile 2022 © Facebook / Aleksandar Šapić

Aleksandar Šapić durante la campagna elettorale per le municipali del 24 aprile 2022 © Facebook / Aleksandar Šapić

È il "puledro" dell'onnipotente capo di Stato Aleksandar Vučić, e la sua fedeltà lo ha premiato. Dopo la sua spettacolare giravolta del 2021, per entrare nelle file del partito presidenziale, Aleksandar Šapić, l'ex campione di pallanuoto, è ora alla guida della capitale

27/06/2022 -  Sofija Popović

(Tratto originariamente da Vreme , selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans e OBC Transeuropa)

Aleksandar Šapić è diventato sindaco di Belgrado per un margine risicato. Lunedì 20 giugno solo 57 dei 110 membri eletti del consiglio comunale della capitale lo hanno designato sindaco, un voto in più rispetto a quella che era la risicata maggioranza del Partito Progressista (SNS) del presidente Aleksandar Vučić, di cui è membro. Il voto è arrivato da un monarchico della coalizione NADA che è stato immediatamente espulso dal suo partito. 

Data la situazione già circolano voci su possibili elezioni anticipate già nel 2023. Tuttavia, il sindaco 44enne sembra indifferente a queste speculazioni. "Che si tratti di sei mesi, un anno, due, tre o quattro, dipende dalle nuove circostanze. Non c'è pressione e farò di tutto per migliorare le cose a Belgrado", ha dichiarato Aleksandar Šapić dopo la vittoria.

Alle elezioni comunali dello scorso 24 aprile, i partiti di opposizione avevano ottenuto più voti del SNS e del suo alleato, il Partito socialista serbo (SPS), ma a causa della conformazione dei seggi elettorali avevano ottenuto meno seggi nel consiglio comunale.

Le acque torbide degli abissi della politica

Per Aleksandar Šapić, la carica di sindaco di Belgrado, è il culmine di un lungo percorso politico iniziato nel 2004. Fino ad allora era conosciuto soprattutto come campione di pallanuoto, uno dei più grandi al mondo, e come rappresentante di spicco della generazione che ha portato la Serbia ai vertici di questo sport. È stato il capocannoniere della storia della Jugoslavia e alcuni sostengono che sia addirittura il miglior attaccante di tutti i tempi.

Se il giovane “pensionato” delle piscine si è tuffato negli abissi della politica è perché "Boris Tadić ha assunto la guida del partito (Democratico) e dello stato". Nel 2009 è stato nominato assistente del sindaco democratico di Belgrado, Dragan Đilas, e tre anni dopo è stato eletto sindaco del comune di Novi Beograd. Alla fine del 2014, ha sbattuto la porta del Partito Democratico (DS), che era in piena decadenza dopo essere uscito sconfitto alle elezioni parlamentari e presidenziali del 2012 contro l'SNS.

Nel 2018, Aleksandar Šapić ha lanciato il proprio partito, l'Alleanza patriottica serba (SPAS) di centro-destra, per le elezioni comunali di Belgrado. Durante la campagna elettorale è stato bersaglio di attacchi da parte di esponenti locali del SNS, che lo hanno accusato di aver "teso la mano a Dragan Đilas", il suo ex mentore, di aver "derubato i cittadini e preso d'assalto la tesoreria comunale" e di essere "il portavoce di una coalizione di ladri e magnati". "Anche se fossi 'San Pietro' non potrei essere sindaco, perché trovare un accordo [con queste persone] è impossibile", ha replicato Šapić.

Due anni dopo, SPAS è diventato l'unico partito di opposizione a non boicottare le elezioni legislative del giugno 2020. La sua lista si è classificata terza con il 4,1% dei voti, molto dietro a SNS e SPS, ed è però entrata in Parlamento. Appena un anno dopo, Aleksandar Šapić ha cambiato nuovamente idea e SPAS si è fuso con l'SNS, cosa che ha permesso di diventare vicepresidente del partito al potere. "Dopo aver fondato SPAS a un certo punto mi sono reso conto che non c'era alcuna differenza tra i programmi del mio partito e quelli dell'SNS", si è giustificato Aleksandar Šapić. Questo "matrimonio del secolo" è stato considerato da alcuni suoi ex compagni democratici come la prova che egli faceva parte della stessa "cricca corrotta" di quelli vicini al presidente Vučić.

Una giravolta che gli è valsa il soprannome di Gangula, dal nome del gangster che Šapić interpretò nel 2004 nel film Kad porastem biću Kengur ("Da grande sarò un canguro" nella traduzione internazionale). "Il soprannome Gangula mi è stato dato da persone malintenzionate che volevano umiliarmi. Quello che non capiscono è che l’interpretazione di quel ruolo fu uno dei grandi successi della mia vita…” Il sindaco è chiamato anche ironicamente Dottor Šapić, a causa delle accuse di aver plagiato la sua tesi di dottorato.

Liquidare la "vecchia eredità comunista”

Oggi il successo di Aleksandar Šapić è sulla bocca di tutti: a Belgrado è il beniamino dei pensionati, ai quali offre gite gratuite, mentre i genitori si congratulano per i libri di testo gratuiti e le lezioni di nuoto per i bambini. Nonostante gli scandali passati - come la manipolazione di una gara d'appalto per l’assegnazione del concerto di Capodanno al cantante Vlado Georgiev - resta il beniamino della nazione. I suoi provvedimenti populisti e i suoi programmi gratuiti hanno però affossato le casse del comune di Novi Beograd, i cui abitanti sono sempre meno convinti della sua gestione.

Ciò non impedisce al nuovo sindaco di promettere che cercherà di trasporre nella città di Belgrado tutto ciò che ha fatto negli ultimi anni a Novi Beograd. Il suo obiettivo: "Avvicinarsi il più possibile alla gente, non solo durante il [suo] mandato". Ha in programma l'apertura di centri in tutta Belgrado, "dove i cittadini potranno venire a controllare cosa succede nel loro comune e dare suggerimenti".

Ammette prontamente che vorrebbe liquidare la "vecchia eredità comunista" della capitale e orientarla verso il futuro. In quest'ottica, non è infastidito dal controverso progetto urbanistico di Belgrade Waterfront. In ogni caso, Aleksandar Šapić rassicura tutti: dopo gli anni di pallanuoto, "[sa] come lavorare in squadra" e desidera "trasformare Belgrado in un luogo bello da vivere". Non è un "fanatico" né filorusso né europeista, ma sostiene "una politica più razionale possibile".


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